Microstock ed emigrazione fiscale

scavare buche per poi riempirle

dig and fill

Esistono in Italia, ormai da tempo, delle persone che si occupano di far emigrare gli Italiani che guadagnano dei soldi, per non farglieli buttare via.

Ne avevo sentito parlare perché per la maggior parte si tratta di anziani, pensionati che in Italia sarebbero dei poveracci, che però in altri paesi possono far valere la propria pensione come dei ricchi signori: cosa che sono, cristodiddio, perchè hanno lavorato tutta la vita. Di queste persone potete sicuramente trovare mete, vademecum, destinazioni, consigli e servizio di consulenza: lo hanno fatto per primi, poi per gli amici più cari, poi lo hanno fatto per lavoro. Gente che se ne va alle Canarie, altri in Lettonia e così via. Non vi voglio parlare di questi.

Chi fa microstock in Italia si trova, secondo alcuni, non in un buco normativo, bensì in un’eccezione speciale dedicata agli autori (ed ai fotografi in quanto autori), ovverosia chi vive di royalties. Secondo altri tale buco normativo NON si applica al microstock, visto che la risoluzione 94/E del 1997 dice esplicitamente “riaffermando   invece  la  piena imponibilita’  quando  puo’  ragionevolmente  presumersi   che   la   suddetta difficolta’ non sussista, come appunto per i diritti di autore sulle opere  di ingegneria e sulla produzione cinematografica, nonche’ per i diritti  d’autore relativi ad opere di ogni genere utilizzate da imprese a fini di   pubblicita’ commerciale.”. Che mi pare abbastanza chiaro. Continue reading →

insecurity

Il caso di questi giorni (per i posteri: un tizio accusato di bancarotta fraudolenta è arrivato in tribunale a Milano e ha sparato ad un po’ di gente che lui riteneva responsabile delle conseguenze giudiziare alle quali stava andando incontro, compreso il suo ex avvocato) mi dice molte cose e ne conferma moltissime che come un vecchio brontolone dico da tempo.

  • Quando la gente è abituata ad averla sempre vinta contro quelle che per gli altri sono regole, alla fine, quando finalmente la deve pagare sul serio, pensa che sia colpa degli altri, brutti cattivi. E quindi si sente in diritto di fargliela pagare. E che fa? Ammazza il giudice. Ammazza qualcuno, picchia, intimidisce, usa violenza ancora, fa quello che sa fare: insiste, forza la mano, dice “e invece no!” come risposta a qualsiasi cosa, detta da chiunque.
  • Da noi la cultura della security non esiste. Non dico che dobbiamo diventare come gli americani e avere un cecchino al supermercato. Ma se si alzasse un attimo la cultura di security VERA, non da rompicoglioni alla gente comune, ma che renda impossibile una cosa come quella accaduta in quel giorno, mi sembra il minimo. Il minimo: come il bip bip per la portiera aperta sulla macchina, che non sa se ti sei dimenticato o se fai apposta, ma fa comunque bip, così potrebbe esserci sempre un minimo di sicurezza che renda inattuabile una cosa del genere. E la cultura della security passa anche per quella informatica: non deve ricevere risposte tipo “ah, ma che palle”. Ah ma che palle = biasimo. Dovrebbe essere la regola… e invece…
  • Stupefacente ma chiaro: la classe medio-bassa è quella dalla quale ti aspetteresti queste cose: più nulla da perdere, niente più fiducia in nulla, massacrati e schiacciati da anni di privazioni e soverchieria … invece no. Perché è proprio quello che succede: si abituano.
  • La cattiva educazione porta a tutto questo. Ed è l’etica (non la religione) e un minimo di disciplina, anche imposta fin da piccoli, che ti fa capire come stare in rapporto agli altri.
  • Se questo è successo li, vi lascio immaginare lo stato generale di corruzione ed abbandono di quelle che ormai possiamo solo ricordare come sogno o progetto, ma non come realtà, di ISTITUZIONI. Se dove vivo io non succede un cazzo di tutto questo è solo perchè la gente vive tutta in un certo modo. Ma non è che siamo più protetti: solo non succede. Ma se aumentasse il tasso di stronzi che vengono da fuori… (i nostri sono stronzi in un altro modo) … non saremmo difesi da qualche istituzione. Io posso schiattare ora, in pieno sole, a fucilate. Però almeno posso dire che in 8 minuti arriverebbe un’ambulanza e anche i vigili del fuoco… se non pensano tutti “tanto avrà chiamato qualcun altro”.
  • Varie ed eventuali.
  • Coffee Break.

 

lo scopo della tecnica è di eleminare i tecnici (professionisti)

L’arrotino è solo un mestiere scomparso, *non* autoeliminatosi.

Pensavo all’informatica (ITC, IT) … ma non è solo lì, anzi. Ogni tecnica o tecnologia vuole semplificare sempre più l’uso da parte dell’utente… rendere la cosa possibile a chiunque. Forse non tutta: alcune tecnologie rendono solamente possibili cose altrimenti non possibili. Ma la tendenza, alla lunga, è eliminare colui che ha creato e sa usare “esclusivamente” lo strumento (lo “specialista”) e metterlo in mano alle masse, disinteressate alla raffinatezza o alla precisione, ai motivi di alcune scelte tecniche o alla qualità richiesta ed ottenibile … alla lunga la semplificazione, sempre, rende tutto più vicino… ma fa dissolvere e perdere la conoscenza. Mi sembra che l’avvocato e il medico si salvino ancora, forse anche il meccanico…

Forse idraulico, falegname e muratore si salvano dalla massificazione (forse, ho detto!) perché di mezzo c’è la fatica (ma cosa succederà quando un ingegnere inventerà degli strumenti oggi nemmeno pensabili e domani un’app per iPorn che ti stacca il cesso e ne monta uno nuovo per 56 cent?) … e anche l’abilità manuale, non da tutti.

Di che vado cianciando, dunque? Del fatto che alla lunga alcuni lavori hanno un rapporto autodistruttivo con il lavoratore: colui che lavora e svolge quel mestiere in quel dato settore, lavora per migliorare e rendere efficiente qualcosa che alla fine rende inutile proprio lui.

Si lo so, è una fissa. 🙂