audiofilia portami via #20192389479

Il mondo dell’audio come lo conosciamo oggi è passato per un periodo che ho vissuto intensamente. Il masterizzatore è stato per me di importanza pari a quella dell’automobile, per molti anni. Solo il condizionatore ha rivestito una importanza pari a queste due cose nella mia vita pratica.

La musica è una parte fondamentale della mia vita. Verso la fine degli anni ’80 avevo capito che le musicassette di mio fratello marcivano. Optai per i vinili. Presto ricomprai i 4 vinili in Compact Disc. Ho sicuramente una collezione di CD che supera i 2000 pezzi. Ho evitato di mangiare, nel periodo in cui si ha più fame, per fare la cresta e comprarmene. Ho usato cataloghi di corrispondenza online che, surclassati dalla vendita online, non si sono adattati e sono scomparsi, al pari di Postal Market. Attorno al 1995 con grande aiuto dei miei comprai un computer mio ma solo verso il 1997, se non ricordo male, potei permettermi un masterizzatore. Era eccellente. Ma comunque non era sempre garantita la riuscita. Fin dai quei tempi solo il software “nero burning rom” era quello che riduceva di più gli errori. Si faceva grande esperienza anche sui materiali di consumo: tutt’oggi a sopravvivere è quello che fu il migliore: Verbatim (anche se il miglior modello del supporto non mi pare esista più in vendita). Continue reading →

il ritorno della joia (audio)

ORA, solo ora, carissimi cinesi che mi chiedete feedback un secondo dopo che mi è arrivato il pacchettino da Amazon, ORA vi farò la recensione.

Ma iniziamo con la gioia: l’audio è ritornato ad allietare le mie affamate orecchie. Perché una grande parte del mio lavoro si svolge al computer. Non tanto bella, per altro. Ma diventa infinitamente bella perché per uno come me, che quando andava in treno a Liceo veniva definito dai “grandi” quello “in simbiosi con le cuffie” (che erano auricolari), avere costantemente la colonna sonora è bello. Un giorno forse vi racconterò la mia storia del silenzio del 2001.

Ma ora i Puscifer stanno facendo il loro lavoro, accompagnandomi. Perché tutta la mia bellissima bla bla bla catena di ascolto era andata affanculo. Certo, bastava attaccare le cuffie del Lidl alla scheda sonora onboard. Ma allora anche usare il cellulare. La DAC si collega al computer con un cavo USB-MiniUSB , che poi sono quelli standard di ogni cellulare (mac esclusi) degli ultimi 6 anni. Ma i cavi non sono tutti uguali. Per caricare vanno quasi tutti bene. Per trasferire dati non è la stessa cosa. E poi USB3 e USB2 sono faccende diverse.

E la lunghezza conta. Ahhhh si. Qui non ci sono Lingham e Yoni che tengano. Con l’USB la lunghezza dei cavi è sempre un terno al lotto. Quindi i signori della YOSOU producono cavi che sembrano identici, ma quelli grigi da 2 metri non vanno bene, non risulta esistere la mia DAC. Quelli rossi vanno bene da 1 metro, da 2 metri (evviva!) e NON da 3 metri. Stessa confezione. Per trasferire dati ad alta velocità in tempo reale per la musica digitale->analogico pare non sia tutto uguale. Il mio problema era solo far passare il cavo nel buchetto del tavolo e piazzare la DAC sul tavolo in modo che non si tirasse l’infinitamente corto cavo delle cuffie. Tutto a posto. L’audio è tornato. Ed ha un piano (cit).

 

Big freeze dei #muse mi ricorda tanto gli #U2, possibile?

immagine raffigurante due ragazzini gemelli

uguale a chi?

Avete sentito la canzone “Big Freeze” dell’ultimo CD “the 2nd law” dei Muse? Non vi ricorda suoni e passaggi degli U2 ? Cori, suoni, riff, tipi di sonorità … Sembra più che una strizzata d’occhio, una ispirazione, una frequentazione abituale… ovviamente mescolata a elettronica da videogame anni ’80 ma… provate 😉  A me comunque ormai i Muse piacciono un botto, anche se temo che Bellamy abbia preso troppo il sopravvento, trasformandoli da una BAND a “tizio-e-gli-altri”, cosa che non è mai una bella cosa.

Pearl Jam in My tree, non la sentivo da anni

Non sentivo da anni in My tree (i my tree, non ricordo) dei Pearl Jam … molto bella. Mi piaceva anche a quel tempo. Ma … il resto dell’album, probabilmente, al tempo lo considerai lagnoso e palloso, “troppo Springsteen” … o qualcosa del genere. Sicuramente per buona metà è più intimista (nel senso che Vedder e McCready vendevano mutandine? no no…) … e oggi lo apprezzo molto. Soprattutto, come sempre, per il suono.