Donne considerate come culi semoventi

Attorno alla statua che, vista solo dalle due solite foto del web, non apprezzo particolarmente, ho letto varie critiche. Quelle che mi tangono assai sono quelle che ritengo punti di vista soggettivi ma che vogliono vendersi come oggettivi: il giusto, il vero, ciò che va fatto, il resto è male.

Questa volta un punto di vista che ho letto sulla pagina FB “Scienziati, filosofi ed altri animali” in una parte importante coincide con un punto di vista che lessi in una certa trattazione della fotografia di nudo fatta da Fotocrazia, cioè da Michele Smargiassi. Lessi l’articolo, a suo tempo, ma soprattutto il dibattito che si svolse nei commenti. Te lo riassumo? Riassumere richiede tantissimo tempo. Ci provo: parlava del “giro di fotografi di nudo”, già limitando le possibilità a “professionisti-lavoro” VS “il resto”. Chiunque lo facesse per lavoro l’autore lo risolveva con “lo fanno per denaro, di donne nude c’è richiesta”. Forse una volta. Oggi chi ha solo voglia di fica nuda va su youpornhubxvideoshamster gratis e non fa finta che gli piaccia il nudo artistico. Comunque il riferimento era quello. Oltre a questo, c’erano gli altri. Taglio corto perché a questo punto la visione della pagina FB citata e quella di Fotocrazia si incontrano ne “la visione della donna” e cioè la conclusione, osservando le opere, che le donne siano dagli autori viste in un determinato modo, che sia rappresentativo di TUTTA la loro visione della donna, del corpo della donna, del rapporto donna-corpo da parte dell’autore.

Wow!

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la valvola dell’amore

La valvola fa entrare e non fa uscire e viceversa, a seconda del lato da cui ti trovi. Forse quindi il mio paragone è sbagliato. O dentro o fuori? Potrebbe essere?

Io stesso, quando si trattò di lei, mi dissi: la amo, o la vedo così, del tutto, perché siamo l’uno dell’altra, ci diamo al 100% oppure non posso averla ” solo un po’ ” e soprattutto sapere che il suo corpo desidera altri corpi e non il mio. Può essere insopportabile. Forse di più del far parte di un gruppo, di essere uno dei tanti. La totale esclusione “tu no” credo sia il peggio. Non ho certezza. Qualcosa che ti dice “tu potevi, tu avevi tutto, ma hai rotto il giocattolo ed ora il meglio, il mio intimo, quello non puoi più averlo, ma puoi fare conversazione”.

Eppure nella totale solitudine, nel pieno della notte, nel silenzio con i grilli e le auto che passano sporadicamente: o tutto o niente è una bella cosa?

Lei ha insistito, ha tanto voluto continuare a frequentarmi. In qualche modo mi ha detto “io comunque ti voglio vedere”.

E alla lunga io ci ho pensato, ricordate, e mi sono detto che volevo esserci, che volevo che lei fosse nella mia vita e io nella sua, per quello che si poteva.

A volte però sei dall’altra. Ti dici: ma se non ti amo allora non posso vederti? Non è un ricatto? Non posso frequentarti, non posso parlare con te, non posso comunque darti quello che ti piaceva di me, che comunque ti davo, ti davo tutto … “solo” perché non ti amo?

Non è forse crudele? L’amore è spontaneo, ma più della voglia di stare. La voglia di stare proviene dalla convivialità. L’amore è più vicino all’incontrollabile. Alla fine credo che ci priviamo delle persone migliori e ci teniamo attorno magari quelle mediocri, quelle che sono un po’ meno … perché rifiutiamo di non averle al 100% … e quindi quelle che non ci interessano così tanto … le abbiamo, le vediamo, anche regolarmente.

Siamo stupidi? Beh la sofferenza del rifiuto, il costante vedere quello che non puoi avere come lo vorresti tu, in esclusiva … questo può farti male: un costante memento del non-amore. Comprensibile. Tuttavia l’alternativa sembra altrettanto brutta.

Non ho risposte vere e proprie.

Vado a bermi un caffè: ore 1.31, un gatto fa la serenata alla mia micia, che è corsa in terrazzo ad ascoltare il suo miagol-ONE.

mi piace / odio – fare LE foto

“mi piace fare foto!” – “Adoro fare foto!” – “odio fare foto!” – sono frasi che, in tutti i casi, rendono il passivo attivo, erroneamente. Tutte queste persone intendono “essere fotografato/a”. Certo, alcune di queste persone sono straniere: la frase in sé è già un bel lavoro.

Ed in ogni caso mi lasciano sempre esterrefatto: come puoi dire che in generale, senza nessuna qualificazione, senza indicare in che modo, in che contesto, fatte da chi, per una intera categoria di possibilità … “ti piace” o “non ti piace” in assoluto? Mi fa specie, come dire “odio la musica” oppure “mi fa schifo l’arte”.

Quale musica? Quale artista, tipo di arte, quale opera? Non mi spingo a chiedere “perché” … di solito “mi piace” o “non mi piace” indica più che altro un generale interesse o disinteresse. Poi c’è il fastidio, l’imbarazzo.

E poi c’è chi, a parte questo scudo alzato di assolutismo, ragiona. E poi prova. E poi si accorge che non pensava davvero quello che diceva. E io queste persone le apprezzo di più: anche quelle che, paradossalmente, si accorgono che in realtà non amano essere fotografate ma pensavano di si: semplicemente ci hanno ragionato, hanno ascoltato davvero sé stesse e analizzato cosa della fotografia, dell’essere fotografati, piace o non piace loro.

Sai, non mi piace l’aria!

A me non piace la puzza. Non mi piace l’aria calda umida. Ma l’aria, in generale … mi pare un po’ eccessivo.

Sono un razzista dei call center?

Non abbiamo forse Italiani capaci di rispondere a telefono in Italia? Non abbiamo forse Italiani in grado non solo di sollevare la cornetta e di articolare il linguaggio correttamente e senza fallo, ma anche di esprimere concetti appropriati e coerenti con l’argomento, di rispondere a domande precise o di guidare l’utente verso questa precisione? Non abbiamo una marea di giovani disoccupati che sono laureati nelle più svariate discipline, giovani Italiani, del nord e del sud, che saprebbero guadagnarsi onestamente uno stipendio, senza doverci sentir rispondere dall’estero, da Rumeni, Ispanici (da dove? dal Messico?) in una lingua stentata e sbagliata … e sapendo che stiamo dando da mangiare non ai nostri connazionali, ma a qualcun altro, impoverendo ulteriormente il nostro stesso paese?

Non mi fanno schifo quelli che mi rispondono. E se questo è “nazionalismo” nel senso che vi fa venire in mente un signore tedesco con un ridicolo baffetto … non so, non ci conosciamo, forse dovreste frequentarmi un paio di ore prima di dirmelo.

Ma mi amareggia. Forse il motivo per cui è conveniente che mi risponda un messicano è che da lui possono trattarlo come uno schiavo, che possono offenderlo, trattarlo con sussiego o alterigia, che possono impunemente (“liberamente” direbbero i nostri imprenditori che vogliono cancellare l’ultima traccia di un po’ di diritto del lavoro) minacciarlo in ogni istante di rendere più precaria la sua esistenza … lì magari lo possono fare. Certo, lui lavora, dovrei rallegrarmene. Ma in questo modo favorisco la sua schiavitù e induco il mio stesso paese a tornare alla barbarie schiavista perché èeconomicamente convenienteper il padrone di turno.

Siamo nel 2012 e devo ancora aspettarmi che ci sia un uomo che pretende di essere obbedito ad occhi bassi senza critiche a qualsiasi ordine, a qualsiasi umiliazione, a qualsiasi ingiustizia con la minaccia della fame, di qualcosa che va ben al di là del bullismo. Della prevaricazione e oppressione come regola. Forse i nostri ragazzi moriranno di fame con questa regola o addirittura emigreranno per andare a farsi schiavizzare assieme a questi ai quali preferirei sentir sostituiti i nostri.

Quello che dovrebbe fare uno statista, un ministro, un politico di una Nazione, è ricordarsi che non è un banchiere e che ciò che deve fare lo deve fare per i suoi concittadini, non per la minoranza che detiene la proprietà di alcune imprese commerciali e che tenderebbe anche a tornare latifondista, se non fosse (per ora) un pochino limitata anche in questo.

E tutto questo perché mi sono sentito rispondere con accento ispanico dall’assistenza? Beh si. La superficie è una cosa, ciò che c’è sotto non va ignorato.