OK BOOMER #2398472

Nella prima puntata di FIX di/con Jimmy Carr, una delle comiche fa una battuta il cui contenuto allude al fatto che sarebbe un sollievo trovare “finalmente di nuovo” uomini che si tengono i loro pensieri. Ora per me che sono del 1974 tutto questo andirivieni di non-va-mai-bene-un-cazzo ha davvero rotto i coglioni. Per decenni su decenni non ho fatto altro che sentire donne lamentarsi del fatto che gli uomini non dicono ciò che pensano, gli trapano la minchia chiedendoglielo, quando glielo dicono non ci credono e insistono.

Ora, cristodiddio, se ne trovi che condividono il loro pensiero, non ti va più bene? Ma checcazzovolete?

Se uno vuole “solo chiavarti” e si tiene i pensieri non va bene, se condivide i pensieri e non ti si butta in culo non va bene. Chiaramente la via di mezzo, certo. Ma non vedo mai alludere a questa via di mezzo.

Il fatto però che le vere conversazioni, che il dialogo di persona lo faranno solo “i vecchi” l’ho sentito dire a chiare lettere proprio da Jim Carr. E questo mi lascia secco. Io vivo in un paesetto del merdaviglioso nordest Italiano, ma cazzo Jim Carr no, è Inglese, vive e frequenta città e bellagggente.

OK BOOMER. Vaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaabene.

sei talmente brutta che non ti si può stuprare

Vi invito a leggere fino in fondo prima di pensare merda di me.

E’ stata portata alla mia attenzione QUESTA notizia. Io purtroppo sono uno che infastidisce. Non sono mai da una parte o dall’altra e basta soprattutto dove si tratta di Giustizia. La Giustizia è quella che mette in galera sia il ladro che ti scippa la borsetta sia il derubato che per bloccarlo gli spacca il cervelletto. Sono due crimini diversi: ognuno ha il suo giudizio, motivazione, attenuante, aggravante. Tutta la famosa legittima difesa “in più” di questi giorni si basa proprio su questa non-accettata posizione.

Inizialmente mi sono incazzato: leggo la notizia e dico : se è stupro è stupro. Poi proseguo e leggo associazioni e giudici dire che “non è possibile usare questo linguaggio”.

Cosa?

Scherziamo? Quelle sono parole. Non c’è un modo corretto e più onesto di dire quello che è stato detto. Sono puttanate. Chiediamoci piuttosto se quanto è stato detto sia lecito nel merito, non nella forma delle parole. Quanto sappiamo di questo caso? Supponiamo solo per un attimo che sia vero quanto sostengono i giudici, anzi LE giudici: ovverosia il classico: visto che i maschi sono sempre delle merde puoi organizzare un finto stupro per chiedere soldi o per rovinare qualcuno, a seconda. Ripeto: fingiamo che sia vero: noi siamo li, abbiamo visto la scena vera e sappiamo che è vero. Seguitemi, assecondatemi per favore: SE le cose stanno così, il fatto che il desiderio sessuale “bestiale ed incontrollato” tipico da stupratore sia tecnicamente impossibile perché per il tizio lei era talmente cessa che non se la sarebbe fatta nemmeno col cazzo di un altro (volgo al maschile la frase TIPICA che ho imparato da ragazze, sia chiaro: in faccia ho visto dire loro a dei ragazzi “non scoperei con te neanche con la figa di un’altra!”) , allora l’aspetto estetico, l’attrattività, l’attrazione non solo sono pertinenti , ma determinanti per la definizione delle condizioni.

E visto che – se mi seguite nella fantasiosa ipotesi che sia vero, che non sia stupro ma organizzato – è determinante: quali parole dovremmo usare per dire che l’aspetto della ragazza non era tale da attirare sessualmente, da provocare desiderio i presunti stupratori?

Ok, fine dell’ipotesi. Mi serviva solo questo: il caso che hanno montato sulle PAROLE mi interessa. Altrimenti stiamo alla neolingua: se non posso usare le parole giuste non posso esprimere il corretto pensiero. E’ una forma di cancellazione di libertà del pensiero. Eppure in un caso che riguarda il sesso queste cose sono importanti.

Andiamo avanti. Torniamo nell’incertezza, nell’indeterminatezza: non sappiamo quale sia la verità. Davvero il fatto che lei sia mascolina può determinare l’indesiderabilità? Che non glielo faccia tirare intendo. Non lo sappiamo. Magari al tipo eccitava proprio quel tipo di fisicità. O la violenza in sé. Magari era uno che disprezza-e-compra. Non lo sappiamo proprio!

E lei? E’ impossibile che si sia comportata come si dice, con la sfida? Che abbia sfidato uno a farsela in stile “vediamo se sei capace o se sei una femminuccia”. Davvero non avete mai assistito a scene simili? Da ragazzini si fanno cose pazzesche.

Per me queste cose sono tutte terribili: mi spingono a dire che dovremmo tutti avere sempre delle dichiarazioni firmate o video di manifestazione di consenso femminile. Una vera merda per la vita sessuale, per le coppie, per ciò che rende sexy, passionale, sensuale la vita di coppia, la conoscenza, il flirt.

Ma se poi si arriva ad essere o stuprata, oppure ingiustamente accusati di essere stupratori…

… cosa possiamo fare?

Telecamere ovunque?

Questa roba mi amareggia.

Se avete letto fino in fondo spero pensiate meno merda di me di quanto non può succedere leggendo parzialmente.

BIGSTOCK sta crollando?

Quando le infrastrutture scricchiolano io mi preoccupo. Che sia un edificio, un’ente, un’azienda, che si tratti di un servizio telematico, di un tetto … se nessuno ci mette mano per sistemare, io mi preoccupo. Il segnale è negativo in tutti i casi: se c’è negligenza anche in periodo non-di-crisi, abbiamo comunque di fronte una situazione di sciatteria dalla quale tenersi a distanza; se c’è in periodo di crisi, a me ha sempre indicato i prodromi del fallimento, crollo, chiusura.

Io vedo file inviati a Bigstock danneggiarsi, ed altri amici mi hanno segnalato che file inviati correttamente in fase di indicizzazione (quindi non di upload) risultano POI corrotti, e non tutti e non con un criterio di mpegapixel o altro. Non si capisce. Ho chiesto di controllare alcune cosette, vedremo.

Ma eventualmente: ritirate i vostri crediti.

EELST DISBAND: che mondo di merda

Chemmondodimmerda. Un mondo senza Elio e le Storie Tese. E’ ben vero che era un pezzo che facevano meno ridere. Poi ho letto di Rocco Tanica che sarebbe stato tanto depresso (è da lui che ho preso il concetto “se la vita è un dono dovrebbe essere possibile restituirlo o non accettarlo”) da staccarsi dalle performance Live degli Elii.

Ma la fine della band? Che merda. Gente che suona spaccando i culi come loro. Gente con trovate così straordinarie. E’ vero, è un secolo che non merita gente così cazzuta.

Ma un altro pezzo di storia fica se ne va. Chi raccoglie il testimone? Continue reading →

EXIT KEY (tasto rosso) #38472683476

Quanto ci metto a premere il tasto rosso? Mah, il tasto rosso è bello sapere che c’è (cit). Per essere chiari il tasto rosso è il monossido di carbonio, nel mio caso. Felice che sia passata la legge sul biotestamento, ma siamo ancora indietro per quella che è la mia OPINIONE su quanto dovremmo poter essere liberi di fare con facilità. Certo, in modo responsabile verso i nostri obblighi pratici – se presi per nostra volontà – con altri.

Comunque mi da pace. Quando mi sento un po’ di merda, sento che sono troppo vecchio, troppo grasso (e sto dimagrendo), troppo una merda, troppo scarso, troppo sega, troppo asociale, sfigato, stronzo, pretenzioso, incapace, inadatto, disadattato, piagnisteo, debole fighetta, regredito, mediocre e qualsiasi altra cosa, penso: hey, ma ci vuole un attimo a premere il tasto! Un attimo proprio. Posso sempre, sempre, in qualsiasi istante, andare a comprare un tubo adeguato, da connettere allo scappamento, un po’ di scotch per tappare bene il finestrino posteriore (insomma, non vorremo mica farcelo finire in faccia che fa schifo!) e fare un bel pieno ciccione. Questo è quanto. E magari fare una prova prima che magari scegli un tubo che si scioglie a contatto con lo scappamento (ma in effetti ved che nel documento linkato si va più sul gas puro).

Per il resto anche le semplici operazioni di “lasciare in ordine prima di andare” possono essere tranquillizzanti e spesso allontanano l’immediatezza del gesto, magari ti dai un altro giorno.

Io per esempio cerco di rendere monetizzabile il mio lavoro di stock per qualcuno che sia in grado di fare un buon lavoro di post-produzione con la merda che io produco. Ci sono MIGLIAIA di file. Ma io ho anche prodotto un automatismo di cui mi servo solo io… e questo si che poterbbe essere utile: ma spiegare il suo funzionamento è roba nerd: devo lasciare istruzioni.

Preparare le istruzioni, gettare la roba superflua, fare ordine pensando “o mi ammazzo, oppure magari avrò meno roba se devo traslocare o chissà” ti impegna in qualcosa di chiaro, ordinato, sistematico ma del quale non ti aspetti un livello degno di un giudizio: devi solo rendere più facili le cose a chi trova la tua merda di roba e che se se la rivende ci faccia qualcosa, che se la vuol usare sia decente e comoda.

E spesso una volta che hai fatto tutto questo… poi sei stanco, vai a dormire e hai problemi pratici per il giorno dopo. E a quel punto vedi come stai: eventualmente il tasto rosso ormai lo conosci. La stretta, la morsa di volerlo premere e non averlo  a volte e peggiore della possibilità di poterlo accarezzare e poi decidere che lo premerai domani: sei libero, totalmente. Non stai in gabbia perché qualcuno la tiene chiusa: puoi aprirla quando vuoi.

black mirror reale

ATTENZIONE SPOILER: di un episodio di Black Mirror.

In un episodio della serie Black Mirror che ho appena visto, in un ipotetico vicino futuro la gente ha la possibilità di memorizzare ogni cosa che vede e sente e rivederla a suo piacimento in stile videoregistratore, anche proiettandola in dispositivi esterni (televisori eccetera).

Il protagonista percepisce che la moglie lo ha tradito, vede e rivede cose in cui si, alla fin fine ha ragione… ma che gli causano un dolore infinito, nella cruda Verità di quanto accade, la lama più tagliente per un maschietto: la tua donna che fa sesso con qualcun altro, che ride quando lui parla, che è un po’ spenta per te. Lo vede e lo rivede, riavvolge e ha modo, non di avere un dubbio, ma di essere sempre più certo di non sbagliarsi. Alla fine scopre inganno su inganno ma di una donna che ormai lo amava? Comunque sbugiardata con durezza lei se ne va, lasciandolo con solo la verità e la ragione, in una casa fredda in cui può rivedere in totale vividezza gli stessi luoghi con lei dentro, nei ricordi videoregistrati, luoghi che allora erano scaldati da lei, dai suoi occhi che lo amavano.

Alla fine si strappa l’impianto per non dover mai più rivivere con nitidezza nulla.

Sono io.

ora mi odia (34ma puntata)

Siamo arrivati al classico “maledetto il giorno che ti ho incontrato“. Quando mi ha lasciato, lei, senza appello, mi ha chiesto esplicitamente “questa volta non bloccarmi, per favore”. Ok, le ho risposto, non ti blocco da nessuna parte, come vuoi, anche questo come vuoi.

Ieri ero costretto dalle circostanze a non dormire a casa, ma in studio, luogo che avevo iniziato ad amare perché ci “vivevo” con lei. Ero l’uomo più felice della terra osservando il soffitto industriale, la lampada al neon sopra di me, gli incroci di linee tristi e grigie… e pensando che non le trovavo più tristi e grigie: ero felice, felice e appagato, con la mia bimba tra le mie braccia, addormentata, accoccolata su di me in un modo che raramente è possibile tra uomo e donna, senza che qualcuno non abbia la circolazione bloccata. Felice.

Da solo, trovarmi di nuovo li mi ricorda lei, momenti felici, meravigliosi.

Ne ho fatta una foto/stato su whatsapp, perché me la ricordava, mi ricordava lei, mi mancava. Lei mi scrive “interessante” e poi parte a disprezzarmi, a dirmi “chi ti scopi adesso” … mentre io voglio solo lei, io non vado subito da qualcuno, io. Non lo faccio. Se qualcuno lo fa, tra noi, è stata lei. E non gliene ho fatta una colpa, mai. Dirlo a me… è meschino.

E’ arrivata ora a rinnegare ogni cosa, che se potesse tornare indietro non mi chiederebbe mai quel fatidico like che ci ha fatti incontrare. Quanto odio, anche se lei dice che mi ama ed è per questo che soffre così. Ma dove sta questo amore? io vedo disprezzo, non apprezzamento. Vedo lontananza, non voglia di stare. Lo so che è giovane. Mi accusa di essere causa del suo dolore, di fregarmene della sua solitudine (ma… sei andata via, bambina mia, mica ti ho mandato via! … e io, non mi hai lasciato solo? ti importa?) e poi ci mette dentro tutti i maschi del pianeta (i penedotati) eccetera. Ma io sono qui. Io ti aspetto, non sono andato via io. Sei tu e non torni. E ti lamenti che sei sola. Poi dopo avermi scaricato addosso merda, mi blocca. E se le scrivo su telegram, “lasciami in pace”. Ok. Lo faccio.

Ora sono uno stronzo, un mostro. Ma non ero una meraviglia? Chissà cosa diventerò nei suoi racconti ora, una specie di sirena-maschio che ammalia le povere malcapitate? Quando ci ha provato LEI? E io la adoro per questo. Ma cosa si inventerà la sua rielaborazione? cosa sta già facendo, invece di capire, tornare, calmarsi? Che guazzabuglio il cuore umano 😦

Purtroppo nel I secolo a.c. Catullo già aveva esperienza di questo sentimento doppio.

perché tenere un blog

Perché non tenere un diario personale, localmente, sul proprio computer? Lo facevo tanto tempo fa. La cosa iniziò in una forma particolare.

Avevo 17 anni e l’amore della mia vita non sentiva ciò che pensavo e sentivo. E così ho deciso di iniziare a scriverle delle lettere, senza mai consegnargliele.

a female bloggerUn giorno ho deciso di consegnarle questo fascio di carte, che era flusso di coscienza, vere cose dedicate e riferite a lei, veri ragionamenti che avrei fatto su cose che ci riguardavano, amore smieloso a cucchiaiate. Mi ha conosciuto meglio. Per un po’ siamo anche stati assieme. Poi mi ha lasciato senzaddurremotivazioneplausibileeeeeeeee (cit) e io ho iniziato il mio “ciclo dei sette anni”: ci metto sette anni a farmi passare una delusione da Vero Amore.

Fatto sta che poi non ho smesso. Ho usato un computer, però. Un vecchio M24 (o forse M240) che avevo per fare altro, programmazione, cazzeggio, qualche gioco… ma non si poteva fare niente senza sapere abbastanza, una volta. Quindi… alla fine mi sono fatto un editor ed un gestore database dei miei CD e cassette (oggi mi dicono: sono le prime due cose che fanno tutti!) … ma ho imparato molto, e da solo. Nel frattempo ragionavo e mi sfogavo, con me stesso, aumentavo la mia pratica con la tastiera, senza aver fatto il dattilografo. Oggi scrivo come i ragazzini chattaroli senza aver praticamente chattato per tutta la mia “learning curve” … le chat erano roba nuova. Internet? eh? Che è? Gli mp3 non li ho capiti per anni, non aveva senso. Ma il diario l’ho tenuto per anni.

Nel 2003 è iniziata sta roba del blog. Il blog non è una cosa nuova. Tutto il “web 2.0” era solo una facilitazione lato utente. Scrivere un diario su internet era sempre possibile, ma era solo tecnicamente meno a portata. Ho provato per dire “boh, cerchiamo di capire”. E alla fine ho fatto quello che ho sempre fatto. Non scrivevo più a mia morosa, al mio amore, a qualcuno di specifico. Scrivevo un po’ a me stesso, un po’ a qualcuno che poteva essere interessato, chiunque fosse, per qualunque motivo. E non a me grasso, basso, brutto, puzzolente, antipatico a vedersi, mal vestito od ogni cosa al suo contrario, maschio o femmina che fossi. Ma al mio nocciolo. E solo ora, solamente ora, scopro che anche questo può essere un errore, perché esiste l’io desiderato e quello percepito, quello ideale. Ecco, quindi, quello che con RAGIONE , finalmente avendola, avrebbe pototo rispondermi MariaCristina Vecchiarelli. Ma non lo sapeva, io non lo sapevo. Questa è l’unica vera ragione per considerare malamente l’anonimato di chi scrive su internet. Che il nocciolo duro del suo pensiero potrebbe essere idealizzato, un ideale al quale si tende ma che non si è davvero.

Ma io ovviamente lo sono.

GH! 😀

Beatrix Reloaded (31ma puntata) ovvero “Ritorno alla vita”

Prima che qualcuno lo dica, lo dico io: è solo perché non ho posto fine alla mia vita che ora posso scrivere questo. Ma la domanda viene posta in questo modo: come avresti potuto essere felice ora, se fossi morto? Hey, non spariamo stronzate: sarei morto, non proverei nulla. La logica, per favore, anche sui sentimenti. Prima si mette sul tavolo la base, poi si ragiona. Se non si ragiona, andate su un altro blog, che non c’è penuria.

Io e lei, contro ogni buon senso, eravamo rimasti così: non ti voglio come amica, ti amo, ti voglio solo se mi ami e ti amo, ti voglio tutta. Oppure, mi dice lei, non posso almeno farti da modella? Nuda, si, ok, dico io: se riusciamo, se riesco ad essere professionale, le modelle di nudo sono più rare… e tu sei sempre bellissima. Ok, allora, ma non contattarmi per altro: mi piaci e qualsiasi tua manifestazione mi fa soffrire, perché è proprio perché mi fai ridere, e sorridere e mi piaci che soffro: perché non sei più mia.

Lei mi aveva tradito, mi ha detto poi, per quello mi ha mollato per messaggio e velocemente in un secondo ha bloccato tutto. Non era serena e nel suo stare serena si è trovata con uno che la faceva stare bene. E siccome è una bestia (una bestia che mi piace) se l’è anche sbattuto perché … il sesso viene da sé, dice. Lui ha un megacazzo, è fico, ha la sua età anche se la caga poco ma ok, voleva leggerezza, spensieratezza, no legami e no sofferenza, deve studiare, deve lavorare, il suo futuro ecc ecc.

Arriva il momento, procediamo, ma presto lei è fradicia, me ne accorgo … prendo il suo sesso nelle mie mani e lei piange. Le chiedo subito scusa se ho frainteso qualcosa ma no, dice lei, non ce l’ho con te ma con me stessa… Dice che si bagna come una fontana perché si, ho capito bene io, il suo corpo parla da solo. E che mi vuole, che lui non la fa sentire sé stessa, non la caga, non le da attenzioni, è un bambino, gli deve fare da balia e contemporaneamente lei non ha nulla a parte stocazzo (si ma porcod… comunque ok, sorvolo: so che esiste Rocco e pure Omar) e che comunque chissenefrega se lei ha esigenza di gigantismo, esistono i vibratori e lei ha anche fantasie coi mostri di video fow e non per questo va a scopare alle Galapagos. Io non so perché ma non sono così colpito dal confronto di misure.  Continue reading →

DON’T BE DEVIL, BIG BROTHER G

 

Leggevo di Google e delle simpatiche questioni che riguardano la … libertà di comportamento. Non sono nuove, queste cose. Per me che sniffo la puzza di corporate-religion a km di distanza, di collare del cane come policy, di dress-code del cazzo e di pensiero-unico “usciamo tutti assieme a pranzo e ridiamo tutti delle stesse battute” , Google, in mezzo alle miriadi di splendide cose che offre ai suoi dipendenti, ne impone anche di intollerabili. Poco importa, non sono nessuno, per accedere a quei livelli devi essere davvero fico.

Strano allora che menti illuminate come quelle si lascino mettere il giogo del pensiero unico. E’ spesso vero che alcune libertà sono dubbie (libertà di essere retrogradi, libertà di essere misogini, asociali, stronzi? beh… si, comunque: faccio il mio lavoro? basta). Poi ci sono tutte quelle cose da Big Brother, delazione in primis, che cambiano tutto. Non siamo più in una normale policy per essere carini e coccolosi. Sono gli individui che compongono il tutto. Tuteli le minoranze ma ammazzi quello che esprime il suo pensiero, che si sente schiacciato nella sua mancanza di libertà di esprimere un pensiero scomodo, che puzza. Ma lui, come l’altra minoranza, dovrebbe essere trattato liberamente: non mancarmi di rispetto, valuta il mio lavoro e non quali genitali ho o quali mi piace baciare? A posto, fatti i cazzi tuoi e valuta il LAVORO e l’atteggiamento LAVORATIVO. Lo posso dire liberamente perché non lavoro in Google. E Google, ovviamente, non mi indicizzerà 🙂

Eppure è come essere in una setta, in una religione: non devi criticare le regole, non puoi mettere in discussione le regole, non puoi COMPORTARTI in un certo modo, vestire, andare, essere in un certo modo. Altrimenti come minimo gli altri ti guarderanno male. Poi ti isoleranno, escluderanno, boicotteranno. E devi ringraziare se sei con noi…