Non funzionante, almeno dal ’90

Era già tutto lì, tra il ’90 e il ’92. Tra i 16 e i 18, dunque. Ho sempre disegnato fumetti. O meglio… dalle elementari. Per qualche motivo i termini con cui questo veniva definito da altri era sempre spregiativo. Ricordo “disegnetti stupidi”. Un termine dialettale per dire “pupazzetti” od un altro per “scarabocchi”. Fate conto che in ogni attività c’è una ipersemplificazione spregiativa nei termini che colpisce dritta ai coglioni degli interessati… come “pianola” per chi fa il tastierista. Roba così. Ci fai il callo, ma non è che ti faccia mai piacere. Folklore a parte, la cosa divertiva sicuramente i miei compagni di classe ed alcuni amici. Sicuramente accadeva anche alle medie: i soggetti dalle medie divennero sicuramente parodie dei prof o degli argomenti.

Andando a – come dicono quelli dell’ufficio di cui sfrutto una multifunzione – “ fare scanner” in questi giorni, ho recuperato un quaderno ad anelli che “sentivo” contenesse qualcosa di fastidioso, di imbarazzante forse.

Avrei forse dovuto avere nostalgia, ed un po’ c’era. Ma era anche schifo. Ricordavo di aver fatto un bestiario dell’autostoppista e l’ho trovato. Ma non è sopravvissuto, addio. Ho anche trovato una cosa con cui partecipai a qualche concorso in stile “pubblicità progresso” relativo alla droga. Quello l’ho tenuto. Ma è una merda graficamente. Era lì anche una parodia dei Promessi Sposi, una prima pagina “inchiostrata” (parole grosse, ma inutile che mi spieghi oltre: ho distrutto anche quella merda). E poi una serie di strip sparse. Quelle erano introspettive. Non voglio assolutamente paragonare ai livelli di Maicol & Mirco, ma in alcuni casi lo spirito era quello. Avevo già schifo di me intenso. Da quanto?

Quello che ricordo è che a 17 anni P mi mollò e io vomitai fino alla bile, una cosa che credo non si sia ripetuta così intensamente mai più. E che il mio stomaco non sia mai più tornato quello di prima. Prima potevo tuffarmi nel laghetto artificiale qui vicino, anche con l’acqua gelida. Dopo non potevo più, me ne uscivo con i crampi allo stomaco. Era la prima volta che iniziò il ciclo dei 7 anni di dolore, ancora non lo sapevo, non avevo idea che prima di 7 anni il mio dolore non diminuiva a sufficienza.

Quello che però quei fumetti dicono a me era che mi sentivo quella volta come mi sento oggi. Non è cambiato moltissimo. Come sempre devo ricercare “il nucleo”. Ed il nucleo è quello. Ho strappato e sminuzzato quasi tutto. Ma ho trovato le opere che produceva uno dei miei vicini di banco al liceo, che io consideravo alla stregua del lavoro certosino che si fa coi bonsai: erano infatti degli alberi tracciati con la penna a china (“il rapido” come dicevano quelli dell’ITI o i geometri, derivato dal marchio “Rapidograph” della Rotring) i cui i rametti avevano lo spessore della punta, piano piano, linea per linea prendevano forma queste silhouettes di alberi. Mi sembrava impossibile che si perdessero. Infatti le ho tenute. E quelle le tengo ancora. Potrei ridarle a lui. Ne si potrebbe fare anche un quadretto, almeno di una più piccola.

Tagliare a metà con un bisturi quella vita in quel momento avrebbe risparmiato molto dolore a me e molto fastidio, perdita di tempo e di soldi in tantissima altra gente. In quel periodo avevo sicuramente interesse ed avevo iniziato ad esplorare i modi del suicidio. Naturalmente con troppo poca informazione. Tutto è sempre difficile da raggiungere, costoso, doloroso, sbagliato, poco adeguato tra metodo e scopo: il non-soffrire.

La vita si è srotolata male, comunque, da lì. Il bilancio era una merda e lo è ancora, anche se elenco le meraviglie incontrate nel percorso. Sono gemme preziose in una vasca di diarrea grande come un condominio, in cui ravanare. Pur nel mio privilegio. Ma grazie al mio privilegio io vedo, posso alzare la testa e guardare. Ma come un cacasotto e un viziato, nel mio privilegio non si ha la forza di tagliarsi la gola o di fare seppuku, non si ha la pelle dura e la capacità di comprare e puntarsi al palato una 44. Si vuole, nel nostro vizio, schioccare le dita e smettere di esistere.

Ascoltavo oggi, con ritardo, il podcast “Indagini” in cui si parlava del “Caso Carretta” (di cui non avevo mai sentito parlare) e di come si sentisse l’assassino al tempo, di cosa fosse successo dentro di sé, per quanto poco spiegabile, ma si era spiegato.

Siamo rotti, non funzioniamo. Non deve pagarla qualcun altro, ovviamente. Quello che sento è che sono non-funzionante, proprio come direbbe uno psicologo. Così non si irritano se diciamo che siamo pazzi o se usiamo una specifica patologia per mirare bene a cosa siamo, cosa facciamo. Quello però va bene? E sia, allora sta bene anche a me: non funziono, sono rotto, non funzionante. Out of order. Da moltissimo tempo.

credevo fosse amore e invece era presbiopia

quando c’era lui

Nel mezzo del belmezzo del cammin di nostra vita, negli anni della gioventù c’è stato un breve lasso di tempo in cui, anche se io non lo vedevo, non ero male. In parte lo capivo, ma vedendo sempre i miei difetti non ero sicuro. Cioè: peggio di adesso insomma. Ma se rivedo le foto di allora mi spacco la faccia da solo per dire “USA TUTTA QUELLA ROBA COGLIONE!!!!!”. Era prima dei 26, prima dell’inizio della Caduta del Metabolismo.

Il mio mondo era pressoché la stazione dei treni, il piazzale della stazione, il treno, l’altra stazione, quelle intermedie, zone antistanti e circostanti. Gli orari erano pessimi, ma questo mi obbligava a vivere, lontano da casa, in un certo mondo.

Una delle tante volte succedeva che io passassi di traverso al piazzale, stracolmo di corriere e studenti e che una ragazza che trovavo carina quasi strabuzzasse gli occhi vedendomi. Una volta. Due volte. Terza volta (altri tempi) mi dico “beh povera, lei quello che poteva fare lo ha fatto, mi faccio avanti e la aiuto”.  Continue reading →

Perché il 9/11 hanno attaccato gli USA invece di Ratko Mladic ?

immagine raffigurante tortura di qualche santo nel passato

Quando uno decide che può sterminare la gente non riesco bene a figurarmi la “rieducazione”

Leggo che questo simpatico signore Ratko Mladic senza andare tanto per il sottile può essere considerato direttamente responsabile di decine dimigliaia di morti musulmani. Ebbene, se i mandanti dell’11 settembre sono (a prescindere da qualsiasi aggettivo) musulmani, non avrebbe avuto più senso mirare a questo qui, piuttosto che al simbolo del Capitalismo?

Dico, tanto per ragionarci su, se per caso ce l’ho con un criminale della finanza che rovina 20000 famiglie, d’accordo. Ma se qui, di fronte a me, ho uno col coltello in mano ancora sanguinante, diamoci una priorità, no?

Boh, io questi terroristi non li capisco. (<– prego, questa frase va letta con la voce del tipo magro alla panchina di Ale e Franz) Continue reading →