La famigghia, soap opera, puntata 239487

[ musica: Dredg, in random, senza l’album del 2011 ]

Per decenni mi osservavo vivere in una Italia senza guerra. Mi dicevo solamente “spero che non mi capiti: è davvero da troppo tempo che nel nostro stato non c’è guerra… ” bla bla considerazioni sulla leva, sull’esercito, sulla nostra nullità e sulla stupidità della guerra di conquista in generale, sia durante che, specialmente, dopo la guerra fredda.

Mai e poi mai mi sarei invece detto che avrei visto la mia famiglia meno normale.

Noi tre figli debosciati non siamo che dei deboli ante-litteram, chi più chi meno, ma tutti quanti come dice qui RickDuFer … drogati di piacere. Tutti forse ci siamo creduti di essere chissà chi, figli di quel “tu puoi essere quel che vuoi” ma nel contempo avvelenati da una famiglia disfunzionale che negava con gli atti queste parole e che spesso queste parole le mescolava con il loro contrario. Atti incoerenti. Certo siamo grandi, sta a te da un certo punto in poi.

Ad ogni modo sorella depressa, novax minded, paura di vivere da sola, stanca della fatica di campare e di adattarsi. Ok, non sono novax. Ma del resto quanto diverso sono? Anzi, lei è meglio, si smazza mentre io cerco di mandar avanti una carretta che chissà.

La soap migliore è quella di mio fratello. Come dicevo, risvegliatosi dal torpore di colpo, della depressione (motivo: invece di dormire e mangiare quel che altri mettevano in tavola, si è trovato a doverlo fare, convivendo con i miei, quando mia madre dopo un brutto male ha proprio detto finalmente “io non cucino più” allelujah) ha iniziato ad essere una palletta che saltella. Ma col tempo si è scrostato un Dorian Gray che non sapevo: ho messo assieme, anzi, un mosaico di cose che non vanno bene. Quelle buone ci sono, sono antiche, ma sono mescolate con altre che forse lo sono altrettanto, ma nascoste con la menzogna: prima di tutte le cose ad essere mescolata.

Quale sia l’addiction di mio fratello non si sa: io penso “la bella vita”. Pensavo la figa, credevamo. Essere migliore degli altri. E’ disfunzionale, e quindi una addiction, perché se NON lo sei, allora ti fai male, insisti, ti fai male, fai male ad altri, insisti, non smetti, non cambi, non credi che sia quello il problema, è sempre altro, sono gli altri che. Ha perso gli amici storici perché, forse complice hashish a dosi un po’ troppo esagerate o canne, era diventato insopportabile. Ad un certo punto pure lui novax-minded (è migliore degli altri, giusto?) , risulta che ha sparso debiti, riempito di bugie tutti, si è comportato male e soprattutto non ha rispetto del tempo di nessuno: motivo forse numero 1 di ogni casino: arrivare sempre in ritardo, non arrivare affatto. Se tu sei importante, puoi farlo: sono gli altri che devono aspettare, non sei deplorevole, avevi dei problemi, sei sempre da giustificare, non devi impegnarti a cambiare, sono gli altri che. Ha rubato in casa, più volte (a propo: sapevate che rubare ai familiari non è reato?). Non fa le cose che a casa rendono la collaborazione un segno di gratitudine e ricambio di quanto ha ed ha avuto (vitto e alloggio gratis da adulto per una ventina di anni) e ne fa altre che nessuno chiede, dicendo poi “ecco non mi sei grato di questo!” , rendendolo un po’ come gli scout che aiutano la vecchietta che non vuole attraversare. E così gli altri sono cattivi ed è incompreso. Di sfiga e di problemi veri ne ha sicuramente avuti. Ma racconta una quantità di balle – con una formula che ha persino vantato (tu non sai la verità, quindi come osi darmi del pallista? quello che dico quindi è vero altrmenti mi offendi) – che pian piano ognuno ha sgamato, uno per uno. E se fai così con i clienti, con le persone che ti sono vicine, con le fidanzate (tradite, maltrattate in questo senso qui, ecc) e se questi si confrontano ne viene fuori che è sempre la stessa cosa… fai sempre la stessa cosa… il dolo è superiore alla sfiga. Certe balle poi sono offensive e sprezzanti di quanto invece dovrebbe essere grato.

Per mia madre è sempre “buono”. Eh certo, ti dimentichi che ti ha rubato i soldi per fare del bene, mica li ha faticati. O che fa due cosine e poi ti lascia lì. Mica vorrai confrontarlo con mio padre: lui ha un comportamento da uomo del 1930, che tu hai accettato.

Era sparito – per loro – da una decina di giorni, mi diceva mia madre. L’altro giorno mi chiama e mi chiede se so qualcosa io. Si dimentica stranamente di dirmi una cosa determinante. Rispondo che se vuole può chiamarlo e no no , un po’ come “faccio l’offesa”. Ma se è tanto buono? Ad ogni modo dico che per me i giorni sono tre e che stava bene. Ieri (13) arriva un messaggio che per l’ennsima volta ha un casino da strada: gli hanno rubato i soldi e il telefono, ma ecco ne ha un altro e sta scrivendo da quello. Questo messaggio me lo stava mandando un suo amico, a cui lui ha chiesto di mandarlo a me per avvertire i miei che “sta bene”. Cosa che faccio. Chiedendomi cosa gli avesse impedito di farlo subito con me: la tesa fusa, ecco cosa. Non sta bene. E’ la stessa testa che gli fa fare varie altre cose senza logica, senza senso. Qualche ora dopo arriva a me, il messaggio. Avverto i miei solo che lui sta bene, non di soldi e telefoni. Suonano tanto come le solite cagate e “dammi soldi” (che poi cosa ne fai? come possiamo fidarci?). Mi risponde poi mio padre che anche lui sta ricevendo vari messaggi, molto discorsivi ma che lui percepisce come una fune che vada raccolta. Gli suggereisco, come sono io, di essere diretto “mi sembra che tu voglia dirmi qualcosa: sbaglio?”. A questo punto non credo che lo abbia affatto detto. Oggi (14) ne arriva un altro dove mio fratello mi dice che lui è a X, se sono a casa. Sono a casa ma andrò a portare la spesa ai miei. Dice che era per una pasta, visto che è stufo di mangiare pane e mortadella. Gli dico che la pasta è inclusa nella spesa. Allora BUM, si capisce che succede forse? Dice che “siccome gli ho detto che non voglio sapere niente dei fatti suoi” (??? forse non voglio sapere CAGATE, ma non “non abito più a casa”) non mi aveva detto che mio padre 10 gg fa ha alzato le mani su di lui e quindi lui non tornerà più a casa se non gli chiede scusa, cosa che – come sappiamo – non accadrà mai.

Non so cosa pensare: io non gli credo più nemmeno se dice che l’acqua è bagnata.

Visto che non credo a nessuno, chiamo mia madre. La cosa è ridicola perché storicamente è la meno affidabile: lo so con certezza da molto prima che si potesse dire “eh ma sai è anziana”. No. Spara cagate, riferisce cose diverse, usa parole diverse, fatti diversi, reinterpreta, aggiunge, toglie, non ci si può fidare. Ma cosa posso fare? Ci sono due parti in conflitto e mio padre ha alzato le mani? Mi chiama lei e quindi a parte risponderle che come sempre va tutto benissimo e altre cagate, magari lei poteva dirmi se era vero che mio padre aveva alzato le mani su mio fratello.
“Si”.
Maporcoddio allora. Cosa mi chiedi stronzate quando succedono cose di questa gravità? – mi chiedo dentro di me. Lei era in bagno e non ha visto. Mio fratello ha detto che mio padre lo ha preso per il collo e lui non aveva fatto niente. Naturalmente non voglio cadere nel victim blaming ma abbiamo solo la sua parola che ormai non vale un cazzo per pregresse, reiterate infinitamente, abituali menzogne. Ma per me è un tassello sufficiente.

Ripendo il discorso (messaggi whatsapp eh, tutta ‘sta roba) con mio padre e gli dico che mio fratello dice che lui ha alzato le mani e che se questa cosa è vera, cosa che non voglio sapere, ma SE fosse vera, l’unica cosa da fare è chiedere scusa esplicitamente. Mi dice – con la merda che ho imparato giorni fa ad indagare – che mi racconterà e che forse dovremmo chiederci scusa entrambi.

Quindi lo ha fatto.

Spieghiamo qui per i non habitue dellammerda: a mio padre, che oramai non posso che visualizzare come un bulletto boomer del ’50 che però ha imparato un mestiere e lo ha svolto diligentemente e con competenza, ricorda con compiaciuto orgoglio da avevoragioneio-teeeek che quando il medico (e in precedenza altri: ti verrà un dubbio no?) alzò la voce dicendo di portare rispetto, obiettò che il rispetto dev’essere reciproco. Scacco matto vinci tutto trallallà. E invece no. Caro dottore, tu hai incassato ma hai sbagliato: CHI HA INIZIATO? Ha iniziato questo vecchio di merda che è stato LUI maleducato per primo: tu lo stavi GIA’ RISPETTANDO! Quando hai reagito era lui che ha fatto la prima mossa. E questo continua ad accadere. Come mai? Chi ha iniziato? A questo punto non so altro: non si alzano le mani. Ho sentito prima mia madre perché se fosse stato per mettersi in mezzo tra mio fratello quando diventa aggressivo e verbalmente (fino ad ora!) violento e mia madre, allora avrei anche potuto capire, in fondo è un vecchietto mezzo cieco e sordo e poca forza “contro” un uomo, un ex poliziotto, che minaccia fisica può rappresentarti?

Ma se si tratta solo di atti inaccettabili e di “non si fa” allora ok.

B è positiva al COVID-19 e io sono contatto di positivo, pur non essendo negativo, quindi non vado lì fisicamente a sentire cosa dice mio padre, per ora, cosa che richiede il contesto, il tempo, il luogo, le condizioni sonore. Dovrò sentire anche mio fratello. Non ho voglia di sentire nessuno dei due. Di discutere, di sentire cazzate. Ma a mio fratello devo ancora dire “hai un problema, fatte vedè, io te l’ho detto, vuoi che ti accompagni?”, quindi ecco, lo farò.

E poi una pasta anche ai non familiari. Quindi figurati se non la faccio avere a lui.

Ecco, questo no – altro che la guerra – non l’avrei mai detto! Che sarebbe successa una cosa simile, che si sarebbe tutto sgretolato così come uno stronzo seccato al sole.

Cerco di rimettere in prospettiva: io sono un morto che cammina, uno che progetta di morire. Quanto posso farmi toccare da tutto questo? Chi è davvero il più egoista di merda in tutto questo se non io? Bisogna solo che tutto questo non vada oltre e tocchi B che si comporta come una persona tranquilla e non fa male al prossimo.

Sto cominciando ad apprezzare sempre di più chi è persona normale, perché scava scava, non ce ne sono mica tante. Allora a rigore non sono normali. Va bene. Persone che conducono una vita modesta e ciononostante non si comportano in modo immorale, non etico, illegale, scorretto, pallisti, che tentano di imporre la propria esistenza a scapito di altri, facendo la propria parte, prendendo e dando, mai rubando, mai mentendo. Non parlo di santi, di veri e propri “mai”… ma di eccezioncine la cui portata non sia più di quella della bugia sull’aver mangiato la caramella, per un bimbo.

Elevarsi, tentare di far meglio, di essere migliori, di ambire a risultati migliori di quanto noi stessi non fossimo o facessimo ieri è bello, non è da non desiderarsi. Ma se non ce la fai non puoi pensare di essere e comportarti come se fossi quella persona che non sei. Non lo sei. Noi lo vediamo. Voi lo vedete: io non sono più di quello che sono.

E un vaffanculo a tutti i “sei più di quello che credi” del cazzo. Puoi tentare, sforzarti, ma essere un lucido osservatore della realtà, né pessimista, nè ottimista. E se hai torto devi prenderne atto e includere questo cambio di rotta nell’andare avanti.

Se hai verificato che quello che scriverai è vero, che è qualcosa di buono sull'argomento ed è utile che io lo sappia, ma soprattutto SE SAI USARE LA PUNTEGGIATURA, dimmi: