Oggi nasco come artista (Part I)

Questo articolo, alcune ore fa, era intitolato “DEPRESSIONE DI MERDA”, quando era solo la Prima parte.

Prima parte.

Aspettavo da tempo di fare questo servizio di nudo con lei. Sarebbe stato il decimo: il decimo di nudo, in genere è “una tappa”. Faccio 10 servizi di nudo “come as you are” (con depilazione totale ma no trucchi parrucchiere robe aggiunte correzioni) e da quella dopo, o dalla decima stessa allora chiamo la truccatrice. Oppure trucco e parrucco. Questo con tutte. Non sono ricco, ma soprattutto ritraggo ragazze splendide. Non professioniste. So che il trucco porta tutto ad un livello superiore, ma io preferisco che il livello lo raggiungiamo io-e-te e basta. Tu e quello che sei, o quello che ti faccio diventare o quello che diventi. Ma senza che il photoshop della pelle sia da dare per scontato. Il trucco è un po’ un “regalino”. Costa un botto se non hai un ritorno, un committente.

Lei, nonostante fosse la mia ragazza, non è arrivata a posare nuda 10 volte. Fino ad oggi. Oggi finalmente era la decima. Ha già rimandato due volte a cazzo, perché aveva le prove o perché era stressata per qualcosa. Ok, non voglio modelle sovrappensierio o stressate. Si sta li per giocare, essere fighe, essere “la belezza che diventa immortale”. Quindi ok, si rimanda finché non è ora. A meno che io non mi rompa il cazzo ovviamente. Comunque lei mi ha fatto una dichiarazione “poserò sempre per te” e quindi io aspetto pure. Sempre è anche domani. Ad ogni modo oggi arriva, decido che posso fare uno smokey eyes. Lei è perfetta, magrina, rapata a zero (la testa) e dovrebbe depilarsi a sufficienza.

Non si è fatta i baffetti. Me ne frega? A me mica tanto. Se ne fa mezzi. Ma allora si, si vede. Aspetta a depilarsi gli ultimi peli della zona inguinale perché ieri era irritata. Le faccio, ieri: se sei irritata lascia perdere. Oggi però decide di farlo due secondi prima. E si fa sangue dappertutto, povera. Poi sento che è tesa. Fastidiosetta e capricciosa, bisognerebbe fare quello che vuole lei, questo non è bello, quello non è bello, quello è volgare (lasciamo perdere quello che qualcuno pensa sia volgare e quello che invece farebbe… ) ecc ecc. Io ricordo che la terza sessione con lei sembrava un porno-soft donne-e-culi. Le ho lasciato fare perché faceva la zozza e le piaceva… ma le foto buone non erano quelle. Magari erano tremendamente erotiche si, ma non in quel modo. Quindi diciamo che sul “volgare” non la ascolto. Ma sento quando sta con me e quando obietta molto. Quindi … quaclosa non va. E poi si copre molto, non sta posando nuda. Poi inizia a pensare che le abbia fatto fare il trucco per abbellire qualcosa che bello non è. Perché (e qui condivido il concetto) “non si può abbellire la merda” e quindi niente non divento più bella, faccio schifo. Qui capisco che si è rotto qualcosa, ha guardato le foto, le ho fatto fare quello che voleva, invece di quello che volevo io e che si sarebbe dovuto fare. In silenzio, non ho più contestato o protestato. Non è impossibile che le modelle siano capricciose. Ma qui c’è altro.

Non ho conosciuto questa ragazza perché sapevo cosa c’era dentro. Ho conosciuto questa ragazza, di cui poi mi sono innamorato, perché era figa. Bellissima per me. Affascinante, erotica. Molto magra, bei lineamenti, stava bene in piedi, proporzionata il giusto; busto più lungo, ma insomma figa, tanto tanto figa. Occhi meravigliosi, forma della testa tanto splendida da poter stare rasata.

Come fotografo oggi mi sono sentito un fallito totale. Avevo una creatura meravigliosa, che li di fronte a me era meravigliosa ma che secondo dopo secondo si sentiva sempre più brutta. Mentre per me era bellissima. Al massimo non-collaborativa, ecco.

Invece finito di fare il giro delle foto piangeva, “faccio schifo” si diceva. Ha finito per essere tutta triste e sofferente, si è rimessa i suoi fagotti di vestiti e nonostante le abbia prospettato i due mod di vedere i provini (li vedi ora da depressa e li giudichi in accordo con lo stato d’animo con il quale hai posato, li vedi da non depressa e vedrai quanto sei bella) offrendole di farlo subito, che forse si sarebbe sentita meno esposta sapendo di non aver dato il benestare per le foto, ha deciso di aspettare. “Devo piangere abbracciata al cuscino, oggi le giudicherei attraverso le lacrime”. Lo so. Ti ringrazio, ma se vuoi farlo così, sapendo che stavi male a fare e stavi male giudicando, magari se continueremo, SE, continueremo, magari sarai felice di non aver dato l’OK a qualcosa dove soffrivi.

Vedremo.

Ma mi ha chiesto scusa per la giornata, per avermi fatto perdere tempo, per il trucco eccetera. E io so quando facciamo così noi depressi che di solito chiediamo scusa solo se ci è stato dimostrato a denti sull’asfalto che avevamo torto: quando ci sentiamo sottomerda rispetto agli altri. Un fastidio, una impurità sul pianeta, che deve chiedere scusa per il fatto che consuma ossigeno di chi se lo merita di più.

Gliel’ho detto: hai una punta di depressione, ne sono quasi certo. Ti fai schifo tu, ma non fai schifo. Sono un fotografo e sono 10 volte che ti fotografo nuda: sai che i cessi non li fotografo, no? Ci siamo conosciuti perchè sei figa. Tutti vogliono sbatterti. Michieletto ha messo i like sulle tue foto nuda. Le ragazze che ti vedono nelle mie foto dicono “bellissima” e quando facciamo due storie su instagram mi arrivano 2 modelle di nudo in più ogni volta. Se sei felice. Se non sei felice, invece… no, niente. Si vede. Quindi non sei felice. Non ti fotografo perché ti amo. Anzi, devo combattere contro la sofferenza di pensarci, per il mio opportunismo di avere una modella così figa nonostante sappia che non solo non sei più mia ma ti sbatti uno, che non ti ama, solo per sesso e solo se è alto 1,89 e solleva i tronchi col cazzo e i mignoli. Lo faccio perché sei figa e mi onori di posare per me. Non ti pago: lo fai perché ti va. Ma adesso… adesso si è rotto qualcosa dentro di te. E io lo sento… quindi sento che qualcosa non va e anche io ne risento. Non c’è quella carica, quel darsi la carica a vicenda. Anzi, c’è quel meccanismo perverso di darsi una botta di tristezza a vicenda dei depressi.

Depressione di merda. Hai appena ghermito la mia lei… anche nel suo fuori. Per come forse si sente dentro? Non lo so. Ma me l’hai presa dalle mani oggi. Continuo a dirmi che sono cazzate, che sono stato io, che appunto come si dice quando va bene, così quando va male: questo è quello che fa il fotografo; influire sul rapporto con chi sta ritraendo. Gli ho dato io la botta di depressione. Ho fatto qualcosa. IO faccio schifo, non tu. Schifo ANCHE come fotografo, allora. Guardo le foto: sei stupenda anche in quelle più scarse. La luce nel 90% non è mai stata così perfetta. C’è persino il trucco. Eppure ho fallito: tu non stai bene. Sento, fortissimo, che vorresti essere altrove. E cerco di porre fine a questa cosa. Lascio finire il tempo. Avevi fame, ti ho fatto mangiare. Dovevi fumare: si fuma. Ma quacosa di imprevedibile (per me) si è rotto. E il contrario di quello che dicono le altre (“vai da lui e ti senti figa!” – dichiarato dal 30% delle tipe che lasciano le testimonianze video) … le due più belle modelle che ho avuto si sentono peggio. Più brutte. Si fanno schifo.

Sono io che vorrei solo andare a dormire. Ma ho più di un lavoro da fare. E anche produrre questi cazzo di provini, con la morte nel cuore, amore mio. Ho distrutto il nostro amore e ora come un vetro fino come una bolla, tra le mie mani anche il senso di essere bella, bellissima, si è infranto.

In mano mia le cose belle e preziose deperiscono?

A me sembra di si. Sono io.

Vorrei mostrarvi* quanto sia bella. Quanto oggi stesso fosse bella, mentre lei si stava sentendo sempre più uno schifo. E allo stesso tempo penso: dovresti imparare come gestire questo tipo di situazione, potrebbe capitare ancora e sta a te risolvere. Gestire? Risolvere? E’ una persona.

(continua)

*non lo faccio perché voglio proteggere la mia possibilità di scrivere senza essere riconoscibile. Mi aiuta a tirare avanti. Magari quando deciderò di risolvere col tasto rosso vi dichiarerò chi sono. Ma preferisco di no.

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