della paura #2019238947 (la paura in prospettiva)

Questa mattina mi era passato per la mente uno scontro di due neuroni sull’argomento “paura”. Siccome dal terrore in poi ho rivisto tutto il comportamento delle persone alla luce di questo elemento basilare, ormai fa parte dei miei pensieri. Poi ho letto il post di moon che riguarda proprio la paura. Ed eccomi. Questa notte ha nevicato anche qui, niente di strano. Era previsto, è arrivata. Siccome lei era terrorizzata mi aveva chiesto subito di dormire assieme e di portarla al lavoro l’indomani. Oltre a ricordarle “ah ma quindi non sono solo uno che ti vuole insultare ed educare?” “si ma ero arrabbiataaaa ufff” ho approfittato per dire “ok, ma ora ti devo educare, e muta perché ho il potere, listen to me: io QUESTA VOLTA ti porto, perché so che hai le gomme demmerda e non hai la catene, ma ti ricordo che il qui presente fu giuovinfigliuolo tanto come te e nessuno in questa provincia ha mai tollerato un ritardo per neve: non gliene sbattesega a nessuno se c’è la neve, viviamo qui e ti adatti, devi arrivare in orario e io mi sono adattato. Sveglia 3 ore prima, controllo del mezzo, lasciare la macchina non-in-salita, scopa in macchina per togliere velocemente il mucchio, raschietto per il ghaccio, vestiti adeguati, sciarpa guanti e copertina, e soprattutto preparazione. Quindi sul freddo vedi tu, ma io domani non ti porto. Tu ti controlli le tue gomme, tu ti compri le tue catene, tu impari a metterti su le tue catene e vedi di litigare col babbo due secondi prima, così impari quanto di solito lui ti salvi il culo e due impari come si mettono su le fottute catene; oppure fai come me, che non so come diavolo si faccia e allora prendo le lamellari, sono al sicuro e a posto con la legge. E se non riesco e devo andare con qualcuno mi ricordo quanto mi stia aiutando, che gli sono grato e se mi dice di andare a piedi a casa sua sotto la grandine io ci vado col sorrisone e dico grazie grazie grazie”. “gne”.  Continue reading →

la regola del tergiverso

Quando il supremo maestro era solo un amico (e non maestro) si dialogava parecchio via e-mail. Tra i mille discorsi fatti c’era quello relativo al fatto che io (non ricordo più se anche lui) facevo troppe cose, ne iniziavo molte e non le finivo subito. Tergiversavo molto, mi spostavo da una all’altra. Perdevo tempo? Ad ogni modo, quasi circolarmente, facevo questo, poi quest’altro, poi quell’altro ancora. Ad un certo punto una di queste attività poteva avere una scadenza. Ma nonostante questo, con senso di colpa, brivido, un po’ di terrore, le mie chiappe comunque non si muovevano.

Era molto più potente il costante circolare tra una e l’altra cosa, un po’ avanti, un po’ avanti… finché ad un certo punto queste cose venivano completate.

La chiamammo la legge, la regola “del tergiverso”. Ovviamente poi nonsensando su un universo che arrivava su un altro unuverso per ripulirlo come un enorme tergicristallo sulle stelle e le galassie rendendo il secondo universo molto pulito ma con tutti i segni delle stelle strisciate su quello precedente perché non avevano cambiato i gommini.

l’accordo: ricatto con simpatica molestia

Side I – the Deal

Quindi dopo aver avuto mal di pancia per metà notte, aver ceduto al non-alzarsi (mio danno: sono un professionista e la pago) per 2 ore, sempre con il mal di pancia, ho compreso dall’infinito che non c’era grigio fuori. Dal 2012 sono in grado di percepirlo anche in un cubo di cemento sigillato: so se fuori c’è il tempo di merda che quando ti alzi dici fuck, torno. Compreso che non c’era, vista la smilza che miagolava per avere qualcosa, ho sollevato il culo. Avevo cotto della zucca a vapore. Tanto con l’alito che sentivo di avere avuto fare colazione mordendo tartufi sarebbe stato come un colluttorio alle rose. Quindi zucca lessa a colazione, qualche cubetto. Verdura. A mezza mattina, senza aver bruciato e con zero intenzione di bruciare: dovrebbe andare. E la chiamo. E non risponde. E parte la segreteria, di nuovo, pure con la Iliad adesso. Secondo me non lo sa. Del resto chi è che a 20 anni telefona ? Esco e riassaporo una passeggiata con una giacca che credevo di aver impregnato di terrore, sudore terrorizzato. Ma l’ho fatta sistemare, rilavare: è nuova, profuma. E non è una giacca vera e propria… è un po’ da fricchettoni, un po’ patchwork sui toni dell’arancione. Ho mal di gola, quindi collare. Mini passeggiata lenta, lentissima. Respiro (qui si può) a pieni polmoni, piano, cammino piano, sento i raggi di sole. E mi ricordo in quale condizione economica e lavorativa sono. Non diversa da quando ero nel terrore totale. Stavo così. Ieri lei mi ha rimesso esattamente li, a 5 mesi fa. Quindi respira, respira, respira, piano. Vado al bar, riprovo a chiamare, mi faccio un caffé. Penso alle interazioni tra ingredienti e anche che col caffé non ce la farò mai e  chissenefrega. Lo bevo, fa moderatamente schifo. Ancora arietta, sole, cammino piano: mi sento vecchio. Ho bisogno di pace in quel momento. Richiamo, niente. Continue reading →

nuovi modi di stare dimmerda

un temibile bollo auto

Pur vivendola e quindi capendo quanto serio e grave sia il mio malessere, la mia ansia del momento (quando passerà? ‘sta notte, immagino) ha anche un aspetto tremendamente ridicolo… il che acuisce il senso di vergogna che provo a sentirmi così dimmerda. Another brick in the wall, ovviamente.

Tanto per rendere chiara l’idea, quasi non ho il coraggio di uscire per andare a pagare il bollo auto. Ok, costa parecchio ma … ci siamo capiti.

E la cosa pazzesca è che (mi piace molto la serie The Big Bang Theory) vedendo la puntata 6×14 minuto 9:17 circa… invece di sganasciarmi ho iniziato a empatizzare con Sheldon. Una parte di me sa quanto tutto questo possa essere visto in modo comico, molto comico. Ma vi assicuro che non rido affatto.

dhasudhiuhdaiushdaiuhd

questa mattina sto di nuovo una merda. Com’è possibile stare così? Vorrei dormire, almeno… e invece mi prende questo “tremore” … batticuore? Abbiamo detto ansia, probabilmente. E mi sembra di aver individuato come mi sento… non mi sento incapace tout-court. Mi sento incapace “di fare qualsiasi cosa sa solo”. Sono diventato così … e la cosa pazzesca è che se, per certe cose, vado a “prendere coraggio” da qualche amico e lo osservo fare quella data cosa che io non sto riuscendo a fare… mi annoio! E mi annoio perché so come fare… perché mentre guardo mi sembra ovvio, penso “chiaro, è tutto normale, basilare, si fa così” … ma poi torno da me e io non riesco nemmeno ad iniziare. La roba resta li, e il resto resta li … e un altro giorno passa.

E mi sento così parassita. Contemporaneamente penso che se andassi da qualche parte impiegando il mio tempo (ad esempio sembra ci sia la possiblità di fare la vendemmia… a pochi euro all’ora e lontano … quindi vitto e alloggio? boh, va a finire che quello che prendi poi lo fai fuori tutto in spese) in un altro modo… lo sottrarrei alla possibilità di fare cose più utili qui.

E poi non le faccio. Ma sono QUELLE che dovrei fare. Proprio quelle. Quando non mi prende male… qualcosa faccio. Se me ne andassi via starei a pensare a quello che non sto facendo… è un loop schifoso.
Ok, ho 2 ore per fare qualcosa di utile. Meglio farla, và.

Perchè la gente non reagisce davanti alle ingiustizie?

Guardate il video. CINQUE MINUTI, vi rendete conto? Sono passati MESI in un ambiente di frustrazione ed angoscia!! Sopravvivenza, si, ma a che prezzo??? FANCULO!

E prima? Prima, nella mia vita? Voglio il processo inverso! Voglio l’antidoto!

Ed ora ditemi se, conoscendo le scienze sociali, non sia in un altro modo che si debba legiferare? La filosofia del diritto, secondo me, è sempre una buona base. Ma tenere conto di come funzioni la psiche e come finiscano i più deboli deve diventare un imperativo.

Date una letta al link, ma soprattutto vedete il video:

5

soli

minuti.

E io ci ho vissuto per mesi, e prima, in forma contenuta, per anni.

italiaparla-VeritàCelate

Perchè la gente non reagisce davanti alle ingiustizie?

Vi è mai capitato di vedere un film come “Shindler’s list” dove i prigionieri venivano sterminati a sangue freddo? Perchè la gente non reagiva? Vi siete mai chiesti perchè non tentavano di strappare la pistola dalle mani del loro assassino? Perchè anche davanti alla morte, la rassegnazione era talmente alta da non tentare nemmeno un ultima e disperata fuga? Perchè a volte l’uomo davanti alle ingiustizie si sente totalmente impotente e si rassegna? Come siamo arrivati a questa rassegnazione generale e a questa apatia, che consente ai poteri corporativi di manovrare la politica e l’economia in maniera così disumana?
Il termine “impotenza appresa” venne usato per la prima volta dallo psicologo Martin Seligman, che negli anni 70 studiando i fenomeni che causano la depressione, fece un esperimento (alquanto crudele) con due cani. Con delle scariche elettriche induceva l’impotenza appresa su uno dei due cani, fino al punto che, nonostante il…

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quanta paura ho? #201306242026

Non auguro a nessuno… oppure si? Oppure glielo auguro? – di provare paura, ansia, quanta ne ho io adesso – dico non so… potrei anche augurarlo perché così un po’ di gente capirebbe cosa significa. Che le parole “dai tirati su” “non puoi mica fare così” “datti una mossa” e tutte queste altre belle figate non valgono niente… se hai la somma: ho paura perché faccio schifo, allora ancora di più.

Non affermo che non ne si possa uscire. Ma se non senti questa sensazione, se la tua mente non ha questa malattia che proietta orrore dove ancora non c’è scritto nulla e te lo mostra come ineluttabile (questo si, il bicchiere mezzo vuoto) senza ombra di dubbio… allora non puoi capire. Oppure per capire davvero devi fermarti, dire “voglio capire” e quando hai capito allora non spari più quelle cagate tipo “eh  ma non devi”. Che grazialcazzo lo so anche io che non devo. Eppure mi batte il cuore in un modo che sono certo il mio fisico tra 30 anni ringrazierà con un bell’infarto o qualche altra roba. Non è che adesso lo guardo e gli dico “calmati” o che la mia respirazione lenta-e-pesante (che invece credo sia respiri  brevi ed apnea) risolverà tutto e che un bell'”ohmmmm” mi farà calmare la mente.

Ogni cosa mi terrorizza. Ogni cosa positiva non è più divertente… ogni interesse è una perdita di tempo e ogni cosa che vorrei fare è sempre quella sbagliata e mentre la faccio la mia mente mi dice che sarebbe meglio e più produttivo per il mio comunque merdoso futuro – farne un’altra. Non c’è tregua. Un po’ di tempo fa bastava rifugiarsi nel dormire… era una fuga, ma funzionava. Non più. Ora comunque la mia mente vaga tra terrori vari, pensieri ossessivi inutili e barbosi, problemi irrisolvibili (o ritenuti tali nel pensiero che mi si forma e si ripete ossessivamente) rovinando anche il riposo che sia anticipato, che sia rubato la mattina. Quasi solo alcuni quarti d’ora in macchina prima o dopo qualcosa … quelli hanno la parvenza del trasporto del sonno vero.

Questa paura è una merda gigante! Uno schifo assurdo. Giuro che invidio i palloni gonfiati, pieni di sé anche se non sono nulla, che non si accorgono di fare schifo, che comunque sono fighissimi anche se fanno schifo, che hanno sempre il petto in fuori: io li invidio perché quel loro atteggiamento forse farà stare male migliaia di persone, ma loro non stanno male (“ma si sentono meglio” cit.). E sto così male che inizio a considerare quelle persone davvero migliori di me. Dal punto di vista dell’evoluzione sicuramente.