individui

bel figliuoloIn tanti modi individualismo sta diventando la parola di questi giorni. Come i segni per qualcuno, così per me, vari argomenti, a partire dal “sacrificio” per amore, a cose che mi hanno toccato profondamente in un difficilissimo momento di crisi dell’altr’anno, ed argomenti che hanno a che fare con al vita artistica, degli autori, del far bene, e poi magari del riuscire. Dato che WordPress mi ha fatto incazzare visto che non mi permetteva di commentare un articolo di moon al quale avevo appena messo un like, vi parlo qui di un argomento che, anche questo, mi porta verso varie riflessioni che per me hanno dell’amaro, anche se non necessariamente dovrebbero.

Parla di una cosa che non conoscevo: l’accoppiata libro-museo, quest’ultimo denominato “L’innocenza degli oggetti“. Mi interessa, leggendo con la mia usuale superficialità enciclopedica, il finale dell’articolo su wikipedia, l’idea di porre più attenzione sull’individuo, sull’umanità dell’individuo. Non la condivido in modo assoluto, ma la condivido. In modo assoluto no, perché molti musei devono necessariamente parlare della storia, del generale, della nazione, di nazioni che non esistono più, di tutta la popolazione, umanità, di un concetto e non di precisi individui. Quindi in quel caso non ha senso imporre un manifesto, a mio avviso.

Ma a me interessa l’umanità. E mi interessa l’umanità dell’individuo, di quello specifico individuo. Esco ed entro dal generale al particolare. Faccio di tutta l’erba un fascio e poi ritorno al singolo filo, uno, poi un altro, poi di nuovo l’erba, poi il prato, poi la regione col prato, poi di nuovo un germoglio, un altro germoglio. Continue reading →

mentre piovono coccinelle

Bastare a sé stessi. Rispettare sé stessi. Amare sé stessi.

Grandi seghe. Autoerotismo, autobastismo, autorispettismo.

Mentre piovono coccinelle tra la tastiera e le mie mani ci penso: assomiglia a quel tipo di valutazioni totali sul “saper vivere” (pare che ci sia qualcuno che sa come si deve vivere, che può valutare se lo fai correttamente, splendidamente, oppure male, se bagli a vivere, se vivi così così) ed anche quelle più vecchie sull’essere maturi oppure infantili. Le malsopporto? Le tollero? Se avessero un senso assoluto, definito, condivisibile, potrei decidere se tollerarle o no. Ma è proprio il fatto che qualcuno usi queste parole senza prima convenire con altri cosa intenda che mi fa astenere. Fino a che magari non decidi di dichiararti: se con maturo intendi questo, allora…

Puntualizzatore, fastidio.

Ma autoparlismo? Autoreferenziale? Autofficina.

Se la regola del bastare a sé stessi fosse buona. Allora. E giù ad elencare conseguenze che contrastano con questa tesi. Non lo faccio. Continue reading →

Calcinculo alla romana

Ci sono persone che hanno bisogno di essere prese a calci in culo.

Invece noi che strada abbiamo preso? Quella di non prenderli mai, in nessun modo, per nessun motivo, a calci in culo e piuttosto lasciarli morire a causa delle conseguenze delle proprie scelte nefaste.

Che si arrangi. Peggio per lui, peggio per lei, non gli ho mica detto io di fare così. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso.

buonismo

parole parole parole e soprattutto inazione.

Non sono cattolico, no more. Non lo sono mai stato davvero, tra l’altro. Ma nella parte attiva, di interessamento sincero agli altri, ci sono cose positive nelle azioni delle persone religiose. Purtroppo sono sempre mescolate ad un pessimo atteggiamento di disapprovazione, giudizio… non è tanto amore.

Magari sarebbe meglio che tua figlia si facesse da mangiare da sola se tu sei appena tornata, hai già mangiato e devi fare altro. E se non se lo fa da sola ma si sta sciogliendo sul divano e non puoi farlo tu? La prendi a calci in culo finché non lo fa!!!!!!!! CAZZO!!!!! Perché è spiattellata su quel fottuto divano, ad autocommiserarsi per qualcosa, magari. Tipo perché ha la panza; ma è pigra. E io so benissimo come si fa ad autocommiserarsi. Sono cintura nera 20mo dan, maestro ultra-universale di autocommiserazione. Ma ho 44 anni. Se non mangiavo a pranzo mi prendevo una compilation di schiaffazzi (cit Drive in): se non mangiavo perché non avevo fame già era un casino. Ma se per caso fossi arrivato a casa dicendo “MADONNA CHE FAME!!!!” e mia madre – ammesso in un universo parallelo in cui mia madre fosse stata impreparata – e mi avesse detto “metti su la pasta che io intanto devo allacciare le budella del gatto” ed io avessi risposto “mh… no no, allora non mangio” ecco che subito mia madre e mio padre avrebbero fatto così:

Perché non era la fame: era la PIGRIZIA. E se la tua testa non fa da sola il lavoro, qualche volta i calci in culo salvano la vita. Oppure si, oppue possiamo lasciare che tutti siano vittime di sé stessi, perché è giusto.

Ad ogni modo uno psic*qualcosa mi disse che ero l’unico ad aver capito cosa bisognava fare con mio fratello. Ed era terribile. Terribile. Ultimatum e sbatterlo fuori. Allora finalmente avrebbe fatto davvero qualcosa della sua vita, magari odiandoci. Terribile. Mi sento una merda per sapere questo.

Eppure. Ho fatto un esempio stupido, ma a volte ci sono sportivi con i manager, musicisti con i loro tutor/mentori … dipendenti con i manager. Questa gente li sprona. E lo sprone, ricordiamoci, non è meno del calcio in culo.

calci in culo ma di tacco

l’orario del buco / appiattimento culturale = GIOIA

Depressione, tristezza, sconforto, mancanza di lei, ricordo di lei. A me pare che mi arrivi forte verso le 17.45 e poi aumenti fino a verso le 21.40… proprio l’acume della sofferenza è nettamente più intenso.

Strano perché la tristezza generica, la poca voglia di vivere, il tuttofaschifo, di solito, mi prendevano la mattina.

OK. Ho esaurito l’argomento.

Stavo riragionando su quanto mi ha “aizzato” in testa moon nel suo gli-uomini-sono-tutti-uguali-vogliono-solo-quello.

Ragionavo sul fatto che l’appiattimento culturale della massa li rende felici: chiavano di più perché hanno tutti gli stessi merdosissimi interessi comuni e basta che si piacciano tanto così per incastrarsi. Lasciamo perdere le fasce d’età: immaginatevi quelle che preferite. Se tutti ascoltano la stessa merda musicale regaetton, roba spagnola, trap, techno/tekno, dance. Quanto ci vuole perché si intendano su questo? Uhuuuuuu! sulemaniiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!! Continue reading →

l’egoismo riduce i guadagni

L’egoismo a livello sociale produce malesere economico. Chi ha da guadagnare, guadagnerebbe di più se fossimo tutti più felici e più benestanti, non vi pare?

Ora, io sono depresso e non mi frega un cazzo adesso. Se mi fregasse qualcosa, se fossimo a 3 mesi fa probabilmente starei scialaquando denaro in cazzate o in non-cazzate. Ma ora no.

Se ci impoverite non spendiamo.

Se ci lasciate essere tristi, infelici, forse spenderemo qualcosa ma… fino a che non ci interesserà più di nulla. Un circolo vizioso che non è profittevole, cari capitalisti.

Quelli dai quali volete succhiare, devono avercelo, il sangue.

sono molto donna in questo (Dunning-Kruger)

L’effetto Dunning-Kruger è quel fenomeno per cui chi non sa un cazzo è sicuro, o quantomeno sicuro di saperlo, e chi sa molto è meno sicuro o comunque svaluta ciò che sa, sottostimando valore o certezza della propria competenza. Un problema di sicurezza in sé, oppure un maggior realismo di chi conosce e sa valutare i dati? Lascio a voi la risposta.

Una cosettina che invece la natura ha saputo selezionare tra uomini è donne è la maggior sicurezza in sé degli uomini: “io spacco il mondo” anche se sei un bambascione è vincente. (ed in un altro ambito, come disse Tilla, è fondamentale).

Alcune delle caratteristiche dell’insicurezza di sé citate in questo articolo che vi propongo le conosco molto bene, ed infatti uscendo piano piano dal mio casino, vedo sempre negli altri che io sto meglio. Aggiungo questo: se è forse vero che gli uomini eccessivamente sicuri di sé non stanno mentendo perché ci credono davvero (è questo il fenomeno in questione) , è però vero che molte persone intelligenti questa insicurezza la vedono e la sfruttano. Ed è proprio il caso degli avanzamenti di carriera e degli stipendi: mezza colpa è di chi chiede, ma chi riceve la richiesta è perfettamente conscio di questo.

Buona lettura: http://www.theatlantic.com/features/archive/2014/04/the-confidence-gap/359815/

Nuovo appello al SINDACO: ASSISTENZA PSICOLOGICA

Ricordiamolo: siamo uno Stato e si vede in particolar modo quando le multinazioanali o le traditrici statali vanno a far lavorare gli schiavi all’estero: rimaniamo noi che siamo i Cittadini di uno Stato: quelli che non dicono “vivo in questa casa” ma poi non pagano affitto e riscaldamento, quelli che ci stanno sempre, che se magari il pavimento del soggiorno lo sistemassimo non sarebbe male, perché in fondo è casa nostra, no?

Ecco, magari avevamo avuto l’impressione che le aziende avessero preso il posto delle nazioni. Ma dato che le aziende chiudono, falliscono, scappano quando non hanno interesse, resta da ricordare che chi rimane nel Paese sono i cittadini. E lo Stato e tutte le sue ramificazioni (comuni, provincie, enti, istituzioni…) sono le strutture che lo costituiscono: siamo noi stessi.

E fin qui lo sapete.

Bene: lo ripeto, perché non è la prima volta che lo dico, ma questa volta voglio indirizzare l’appello alle amministrazioni comunali e alle ULSS (ma più ai Comuni) : molti dei vostri concittadini non sono barboni ai lati della strada. Ma sono invisibili. Hanno perso o stanno per perdere il lavoro, sono invisibili per mille motivi ma spesso perché un rimasuglio di dignità ha generato un pudore che genera un senso di vergogna: si NASCONDONO IN CASA, molti sono depressi ultraquarantenni e più. Se è pur vero che il nucleo familiare, la famiglia, i familiari e i parenti sono tutto ciò che ci tiene in piedi e ci appoggia (ma non direi che sia così per tutti) , è vero che spesso queste famiglie si ritrovano con un fantasma in casa, depresso, distrutto, ansioso, annichilito dalla vita e di solito circondato sì – se va bene – da amore e compresione, ma anche da persone che non sanno trattare con un disagio psichico vero, che non hanno che rimedi validi per una persona “sana” che è solo un po’ triste.

Un esempio per capirci: una frase tipica è “pensa a quelli che stanno peggio! Guarda il Gianni Fargugliati che ha solo un piede, gli manca una palla ed è cieco dalla nascita… eppure è campione di scalata di specchi unti! Pensa lui! Lui si che potrebbe lamentarsi, mica tu! Dai, tirati su, non vedi che fortunato ad avere noi e un tetto sulla testa?”

Ecco, questo messaggio per una persona in difficoltà che già non ha più stima di sé significa solo “vedi che persino i subnormali ce la fanno? Sei una merda!” E basta. La parte che – con tutta la buona volontà – vorrebbe essere di sprone ed incoraggiamento, proprio come lo sprone, non fa che ferire.

Un’amminsitrazione comunale che non sia miope sullo stato psichico dei suoi concittadini in crisi se ne rende conto e vuol fare qualcosa. Cosa? Corsi gratuiti, supporto gratuito, accesso gratuito in vari modi (di gruppo o privati!) a supporto PSICOLOGICO, psichiatrico, gruppi di aiuto, corsi di autostima … qualcosa che ti tiri su davvero, che ti dia una mano, che aiuti le persone che si sentono (anche se non sono) sole a rialzarsi… perché la depressione, l’ansia, il panico, il magone e questa tristezza senza speranze sono un buco nero che trascina volentieri dentro anche altre persone: è contagiosa e non va ignorata, non si deve scappare.

C’è chi ha bisogno di mangiare, chi di scaldarsi, chi di riacquistare saldamente fiducia in sé stessa/o. Abbiamo deciso che il tentativo di porre fine alla propria vita è reato, che non si fa, che è una cosa brutta, che amiamo la vita “a prescindere”. Bene, dimostriamolo: a condannare chi non ce la fa più e se ne andrebbe siamo pronti. Ok, va bene. Allora a favorire la positività (non quella da schizzati ottimisti ideologici) , l’autostima eccetera, chi ci si mette con i propri soldini e l’organizzazione? Con personale qualificato, serio, con percentuali di successo comprovate?

SINDACO!!!!! Dico a te!!!!!

speriamo di perdere la #sovranità, dai

Eh, dai. Già non era tanto bello avere tutti questi posti fissi e i vecchi che invecchiavano con dignità (sei vecchio? muori per strada! eh, non vorrai mica tutto gratis) , e ce l’abbiam fatta, via tutto. Alé. Adesso forse dai che ce la facciamo a perdere la sovranità nazionale, che decidono gli altri, che già decidevano gli altri, ma adesso di più e senza nascondersi, che dà fastidio e ti devi ricordare sempre: la terza guerra mondiale non si fa con i cannoni, si fa con i dindini, ma direttamente, si usano le armi economiche.

Ecco.

Allora intanto tra gli stati certamente non decideremo qualcosa noi, che siamo quattro pirlètti governati da altri quattro pirlètti che non è che ci “governino”: ci impongono delle cose e noi muti (con la faccia sotto i tuoi piedi e noi… zitti sotto!) . Quindi uno o l’altro, si spera solo nel meno peggio. Dal lato vero, governano quelli con le palanche, come sempre. Al massimo si fa finta ogni tanto che i governi e gli stati, a quella gente lì gli dicano qualcosa. Ma tanto…

Ecco.

Adesso pian piano ristabiliamo un po’ di normalità, niente voto a certe persone che non piacciono a chi può deciderlo, o comunque fregarsene del voto se il risultato non piace, altrimenti si dice “il popolo ha parlato! lo vuole il popolo!” … e poi magari cerchiamo di farci un po’ di Cina qui, con i nostri, che si risparmia parecchio in trasporto e traduzioni, che sarà anche bella la internet, ma sai col gratis quanto meglio si va? Che poi devi scrivere, gestire… e quelle robe là. Boh, comunque da esternalizzare, via, via tutto, schiavetti qui e gratis, si, ma che se li gestisca qualcun altro. Ecco, due cinesi possiam portarli, che faccian loro (ma più gratis possibile eh) e senza tanti problemi.

Basta, l’unica cosa è che se noi non contiamo un cazzo, ad un certo punto, perché non si fottono tutti quanti e non si arrangiano a farsi la roba loro? A me di vivere per la merda non m’interessa. Se io me ne vado, farete voi. Auguri!

Vogliate leggere il testo soprastante con voce dialettale
della vostra zona, ma io lo farei in lombardo perché
mi ispira di più.