il nuovo trucchetto linguistico dei liberisti relativo ai “privilegi” e le “caste”

estrema povertà affiancata ad estrema ricchezza in uno stesso luogo geografico

Qui la concorrenza che abbassa il prezzo delle case sembra aver funzionato solo a destra. O ho interpretato in modo errato?

Leggo velocemente un elogio liberista ad un libro presso il sito dell’Istituto Bruno Leoni… e mi torna in mente come, di solito, i liberisti accendano i riflettori, si illuminino di raggi solari e fuochi d’artificio verso la mereviglia di pace e vita portate dal liberismo che in sostanza dice solo “concorrenza dei poveri”.

Questo secondo me, ovvio.

Eppure (vedi anche libro promosso da Focus Storia “Bentornato Marx!” di Diego Fusaro) Marx viene riscoperto e il capitalismo messo in discussione.

Bene, quando mi dicono che lo Stato (per come si comporta) è di destra e che ci sono tasse inique, sprechi, inefficienze, porcate di ogni genere … e lo mescolano con i pregi del liberismo… allora io dico “beh, ma che c’entra?”. Ci si ferma, ci si calma, si mettono i puntini sulle i, si separano gli argomenti: non fatevi fregare!

Lo Stato deve funzionare in modo efficiente, non si deve evadere il fisco, vanno erogati servizi ai cittadini, non ci devono essere protezioni di casta quando serve promuovere eccellenze ai posti di guida. Sono d’accordo, ma cosa cazzo c’entra il liberismo? Questo è un metodo di governo, di gestione, di far andare la baracca: uno è l’illegalità e la disonestà, l’altro è il contrario.

Ma a parità di onestà, evitati gli sprechi e le ruberie, lo stato sociale previsto dal liberismo è un bel cazzo. Perché al di là dell’eliminazione delle caste di tipo “nominale” come la nobiltà e il divieto di accesso ad un certo business se non si fa parte di un club (ma un liberista rischia di far passare questo “diritto a fare tutto” anche quello di guidare senza patente, di fare il medico senza laurea, distruggere la meritocrazia in nome del tuttipossono) , il liberismo promuove solo un modo di far funzionare il mercato. Tutto viene visto in rapporto al mercato. Non all’uomo, alla popolazione di un paese, alla qualità della vita, della psicologia delle persone, di come distanziarci dai lemming o dal gibbone: animali che subiscono inconsapevolmente l’economia della scarsità: loro potrebbero non sovrappopolare, ma non possono pensarci. Tornando agli esseri umani: puntando tutto sulla concorrenza, naturalmente, ci sarà qualcuno in fondo, in basso, che non è all’altezza di competere, che non è un agonista, che non innova, che può fare, ma che non è il migliore, non è veloce, forte, furbo, resistente.

Che potrebbe essere tua madre, tuo padre, tuo fratello: ciò che dice la concorrenza è: concorriamo: se sei più debole, fratello di tizio, mamma di caio, tu muori, tu soccombi alla forza del migliore. Tu che non fai il prezzo migliore grazie alla schiavitù consentita in quel paese, tu chiudi, i tuoi dipendenti possono morire di fame, non ci interessa, noi forniremo ai nostri clienti un prezzo fantastico, impensabile prima!

I vantaggi della concorrenza sono visibili, ma chiunque lavori per una multinazioanale sa bene che la concorrenza è così solo di nome per le big. Mentre per operai ed impiegati la concorrenza è assoluta, dove viene favorita. Ed arriva al punto, come vediamo oggi (sono sempre il solito disco rotto su questo argomento, lo so) in cui per concorrere devi avere una certa età. Altrimenti sei fuori.

Ora vorrei sentire cosa cazzo mi frega del mercato, della concorrenza, del prezzo migliore, se quando semplicemente divento più vecchio sulla carta, per te che controlli i tuoi bei dati e metti il filtro nel database “inferiore ad anni X” … io posso/devo morire.

Sicuramente io faccio confusione, ma anche chi pensa che la concorrenza sia la soluzione e si permetta di dire che il liberismo è di sinistra. La sinistra protegge di più DEBOLI, il che significa ogni condizione di debolezza della massa, dove questa si avvicina al semplice diritto alla vita. Se invece vogliamo ridiscutere il diritto alla vita, allora vorrei anche il diritto alla morte.

Non è un privilegio nascere mediocri, non è “una casta privilegiata” quella dei peggiori, dei non bravissimi. Il liberismo non dice cosa se ne fa dei concorrenti perdenti quando siano dei singoli individui. Ovviamente io sono sempre per il controllo delle nascite per evitare che questo diventi un problema tanto crudo, che ci sia da mangiare per tutti. Ma al di là di questo, bisogna ricordare anche che la proprietà e il capitale sono già di per sé – ed un liberista questo dovrebbe concederlo – un appartenere ad una casta ed avere un privilegio. Si perché se nasci con una eredità che, alla fin fine, si riconduce a quando qualcuno ha spaccato la testa di qualcun altro per conquistare un pezzo di ciò che dovrebbe essere di tutti… sei nato con un privilegio che io non ho. Io sono nato senza i privilegi. E quando andiamo in tribunale, io che ho lo stesso diritto tuo, non ho il privilegio di pagare un avvocato che concorre in bravura con il mio. Se fosse una questione di mercato, sarebbe ok. Ma non lo è. E’ una questione di diritto, ma viene risolta con una regola di mercato. E io non ho nemmeno il privilegio di battere gli stessi tamburi e suonare le stesse poderose trombe di uno che ha in mano i massmedia mainstream. Non ho il potere del denaro che zittisce a botte di querela … non ho il potere del denaro della lobby che fa cambiare le leggi… Questi sono privilegi.

E il mercato li alimenta, non li fa scomparire. Non premia il migliore, premia quello che, nella nicchia ecologica del mercato, è adattato meglio: il possidente. Il mondo in generale non ci guadagna. Ci guadagnano alcuni oligarchi in cima alla catena.

Ditemi subito che non sono titolato per parlare, se non volete non leggete, non datemi credito, non ragionate sulle mie parole… ma se siete liberisti dovreste automaticamente trovare sbagliato questo atteggiamento: non devo appartenere ad una casta, ad un ordine, ad una associazione: devo fare al meglio qualcosa. E quindi cerco di farlo. E’ sufficiente? Questo è un altro discorso, ma per ascoltarlo non dovreste chiedermi le credenziali, secondo voi.

Detto questo, è inutile continuare a citare gli URSS e Mao. Marx non si sarebbe trovato d’accordo con loro, anche e soprattutto perché lasciava aperta la discussione, non era assolutista e molte delle frasi che gli vengono attribuite come slogan, sono incompleti od errati. Comunque allora : Promuovere la felicità dell’individuo, come ideologia, non mi pare male. Aumentare la felicità globale con mosse che non diminuiscono quella di nessuno, come utopia, mi sembra migliore di altre. Mirerei a questa, misurando sempre l’umore generale. Potete usare la derisione come argomento od anche il sarcasmo, ma il capitalismo non sta facendo stare meglio la massa delle popolazioni né in UK né in USA; e fargli del sarcasmo non li risolleverà.

UPDATE: noto, come sempre, che mi invento l’acqua calda. Sostanzialmente, per quanto io sia ignorante, credo che Valerio Evangelisti provi il mio stesso sentimento.

Non manca il lavoro, manca la tua volontà di lavorare gratis?

famoso quadro raffigurante una rappresentazione femminile che impersona la libertà

libertà?

Così dicono gli insorgenti di oggi – ma ho letto poco da quelle parti: dategli però un’occhiata! Forse non è tanto pazzesco che io abbia pensato ad ogni singolo passaggio di quel che dice quella gente in quella pagina. Perché forse è troppo facile o forse è populismo … ma non riesco a convincermi di essere un coglione a pensare che siamo circondati da risorse utili e che il mondo del profitto in crescita invece ci rende tutti dei pezzenti, ci desertifica – vedi aziende che se ne vanno quando c’è un problema – quando invece se fossecasa tua: la sistemeresti. Stiamo parlando di Statalismo, si. Ma in che senso? Fa tutto schifo, è tutto brutto?

Quando un modo di governare un popolo coinvolge non solo idee ma metodi e risorse, abbiamo comunque lo stato. Quando le stesse cose accadono con le proprietà di un ristretto gruppo di persone, questo si chiama azienda; guardate quanto Continue reading →

Sono un razzista dei call center?

Non abbiamo forse Italiani capaci di rispondere a telefono in Italia? Non abbiamo forse Italiani in grado non solo di sollevare la cornetta e di articolare il linguaggio correttamente e senza fallo, ma anche di esprimere concetti appropriati e coerenti con l’argomento, di rispondere a domande precise o di guidare l’utente verso questa precisione? Non abbiamo una marea di giovani disoccupati che sono laureati nelle più svariate discipline, giovani Italiani, del nord e del sud, che saprebbero guadagnarsi onestamente uno stipendio, senza doverci sentir rispondere dall’estero, da Rumeni, Ispanici (da dove? dal Messico?) in una lingua stentata e sbagliata … e sapendo che stiamo dando da mangiare non ai nostri connazionali, ma a qualcun altro, impoverendo ulteriormente il nostro stesso paese?

Non mi fanno schifo quelli che mi rispondono. E se questo è “nazionalismo” nel senso che vi fa venire in mente un signore tedesco con un ridicolo baffetto … non so, non ci conosciamo, forse dovreste frequentarmi un paio di ore prima di dirmelo.

Ma mi amareggia. Forse il motivo per cui è conveniente che mi risponda un messicano è che da lui possono trattarlo come uno schiavo, che possono offenderlo, trattarlo con sussiego o alterigia, che possono impunemente (“liberamente” direbbero i nostri imprenditori che vogliono cancellare l’ultima traccia di un po’ di diritto del lavoro) minacciarlo in ogni istante di rendere più precaria la sua esistenza … lì magari lo possono fare. Certo, lui lavora, dovrei rallegrarmene. Ma in questo modo favorisco la sua schiavitù e induco il mio stesso paese a tornare alla barbarie schiavista perché èeconomicamente convenienteper il padrone di turno.

Siamo nel 2012 e devo ancora aspettarmi che ci sia un uomo che pretende di essere obbedito ad occhi bassi senza critiche a qualsiasi ordine, a qualsiasi umiliazione, a qualsiasi ingiustizia con la minaccia della fame, di qualcosa che va ben al di là del bullismo. Della prevaricazione e oppressione come regola. Forse i nostri ragazzi moriranno di fame con questa regola o addirittura emigreranno per andare a farsi schiavizzare assieme a questi ai quali preferirei sentir sostituiti i nostri.

Quello che dovrebbe fare uno statista, un ministro, un politico di una Nazione, è ricordarsi che non è un banchiere e che ciò che deve fare lo deve fare per i suoi concittadini, non per la minoranza che detiene la proprietà di alcune imprese commerciali e che tenderebbe anche a tornare latifondista, se non fosse (per ora) un pochino limitata anche in questo.

E tutto questo perché mi sono sentito rispondere con accento ispanico dall’assistenza? Beh si. La superficie è una cosa, ciò che c’è sotto non va ignorato.