una splendida giornanal

Mi sveglio senza fretta, ascoltando quasi solo il sonno. C’è il sole. Dai neanche male. Mi contatta lei, ha finito scuola vuole bere un caffè. Dico ok, dai, vieni a XYZ (mio paese) ma non prima delle due, andremo a prenderlo.

Quando arriva deve fare la cacca, la vuole fare a casa mia. Ma sono sceso, le dico di no, lei vuole spiegazioni, le dico che non gliele do le spiegazioni, andiamo in un bar e la farà li. Ma lei è a disagio in altri posti e quindi parte il blaaaaa, in cui io rispondo ad ogni accusa di essere uno stronzo perché non la faccio andare nel mio cesso e non le dico il perché eccetera, che come sempre finisce sul fatto che lei ha pretese e che anche in cose che io faccio per lei comunque ha qualcosa da dire. Capricciosa, viziata. Lei, io non lo dico, si sente dare anche dell’opportunista. Ci sta. Ma dico: se mi attacchi, io ti rispondo. Se non lo fai, io sono qui a bere un caffè con te. Ma se tu non hai quello che vuoi tu come lo vuoi tu quando lo vuoi tu da chi vuoi tu alle condizioni che vuoi tu allora rompi il cazzo. Comprese le spiegazioni e il perché: non ti sono dovuti, non dovuti a nessuno. Io non rispondo a queste cose ai miei genitori, figurati a te. Alla fine litighiamo male ed è di nuovo addio, blocco, non ci vedremo mai più eccetera. E questa volta non so, forse ci sto, fanculo.

Ma questo mi pone di fronte alla mia inadeguatezza di persona. Essere umano che non sa frenare l’impulsività di un prevedibile rapporto. E di essere stronzo, di avere un carattere di merda, il solito carattere di merda, egoista eccetera. Restando con questo amaro, penso che siccome chi mi ama lo sente, lo racconto, che è bene. Continue reading →

godere della sfiga altrui

Ieri ho assistito ad una comune scena di violenza familiare. Un litigio sul lavoro tra moglie e marito. Beh, partner, non sono ufficializzati in nessun tipo di carta. Hanno 2 figli. Lui, in un lavoro, è il capo di lei. Male, male come scelta, mi dico sempre io: mai lavorare coi parenti (partner compresi/e).

Chiedo oggi – come va? visto che devo fotografare uno dei figli con lo zio. Mi dice che va tutto bene e che la mini di lui lo ha lasciato a piedi e quindi lei se la ride.

Ecco.

Il segno è più che passato, credo.

Certo le coppie funzionano in mille modi.

Certo alla fine io capisco che lui non ha tutti i torti, ma il grande torto di trattare gli argomenti in modo irrispettoso. Umiliare una persona invece di discuterci, di far capire come mai non puoi fare solo quello che ti piace ma che devi fare quello che sei pagato per fare. Ma non con l’umiliazione. Non con atteggiamenti, entrambi, di contrapposizione che sfida, che offende. Non sono immune, affatto, da tutto questo.

Ma il giorno dopo ecco. Ecco che lei sente una rivalsa nella sfiga universale che arriva a lui. Che significa godere della sofferenza del tuo partner.

Mi rattrista tutto molto. Moltissimo.

Certo, devi avere rispetto di chi ti sta a fianco tutti i giorni – dice lei. Verissimo. Dove sta il rispetto nel godere della sfiga, una cosa che non hai meritato, te la manda il caso, la stessa sfiga potevi averla tu con la tua macchina, in quale modo la meriti? Al massimo non facendo manutenzione.

Triste.

Molto.

Mi ricorda i miei. Quando finirà questa merda?

Quando le donne saranno educate, come gli uomini, ad essere totalmente autosufficienti e non dovere mai un cazzo a nessuno. Io non ti devo un cazzo, tu non mi devi un cazzo. Allora finalmente ci guardiamo come esseri umani.

Possibile? Mi sbaglio?

Se la tua sopravvivenza, i tuoi mezzi, la tua economia, non dipendono da un uomo, non è meglio?

Ai maschietti degli ultimi 2000 anni è stato messo questo peso sulle spalle come un dovere. Mantenere la famiglia. Una merda. Ma allo stesso tempo un potere. Spostiamola questa cosa: la parità viene dal dovere, più che dal diritto? Me lo chiedo.

Ma se vuoi i figli e te li ciucci tu. Se vuoi andare in ferie nel posto figo e te lo ciucci tu. Se vuoi comprarti roba e te la ciucci tu.

Non devi mai niente di tutto questo ad un uomo: se ti accorgi che volevi beni e servizi, meglio, no? Non ti serve un uomo. E se ti serve… ecco che è definito che ti serve un uomo e non un fornitore. Non gli devi niente se non che quello che ti ha dato: se è sesso, altro sesso, se è amore, altro amore, se è bene, altro bene. Umanità, non commercio.

un’altra agenzia che chiude: OnePixel

OnePixel funzionava. Nata da alcuni fuoriusciti da Fotolia (ora assorbita da Adobe Stock) si presentava, lato contributor, come comoda ma poco remunerativa (per i miei numeri). Era molto comoda perché una volta fornita la dichiarazione “OK ho le liberatorie” non te le chiedeva. Caricavi e basta. Dopo un check iniziale eri dentro e via.

I guadagni sono arrivati da subito, piccoli, ma costanti. Ho fatto un grosso upload iniziale e poi avanti in automatico assieme agli altri.

All’improvviso il 28 feb 2019 hanno comunicato questo: Continue reading →

Le shuriken dei ricordi bastardi-felici

ninja che lancia la shuriken della sfiga

SOFFRI!

Ero ad una festa di paese, poca voglia di far da mangiare e ultimo giorno “prima di iniziare con la palestra”: cibo a caso. Distribuisco alcuni biglietti, chiacchiero con due ragazzi (forse ho infastidito il ragazzo, ma ha dimostrato di essere socievole forzatamente, molto bravo) godo la cibaria, chiacchiero con due modelli-anziani, prendo qualche caffé. Sto per rientrare a casa ed in depressione e ping! Un tizio che non conosco in dialetto mi dice “e insoma questa macchina va bene eh?!”. Citando la marca della mia auto. Non sono solito parlare in dialetto, a meno che non sia per sfottere il dialetto stesso. Quindi non credo parli con me. Nessuno parla con me dal nulla. Mi giro… mi sorride, sta parlando con me. SI parla di questa macchina di come va, ce l’ha pure lui e bla e bli. Penso “cavolo, mi ha salvato gli ultimi metri del viaggio senza farmi crollare nella solitudine… grazie sconosciuto! Normalmente avrei equiparato il discorso al calcio o al grandefratello, ma… è la mia macchina, esperienza personale… e tu sei il mio vicino che non ho mai notato esistesse”.

Salgo la gradinata di casa del condominio e c’è il ragazzino del condominio che mi chiede alcune cose di fotografia, mi chiede se gli posso prestare un flash e se posso ri-dargli il numeroperchél’hopperso. Gli mando una faccetta su whatsapp. Poi a casa cazzeggio su whatsapp web e rivedo la faccetta nella sua conversazione, clicco sul profilo, vedo una strana forma sulla foto profilo, clicco

 

DOLORE

 

è lui con la sua ragazza ma in un posto in cui ero andato solo con lei. Mi ci aveva portato lei, d’inverno, con la neve. Una “spa”… roba che non farei mai, ma con lei si. La sauna, cose del genere. Piscine calde con fuori il freddo… Ed era li, proprio in quel preciso posto. Non “una” spa. Quella, proprio quella. E si amavano, loro, nella foto, come io amavo lei e lei me. La mia lei.

Perché quella puttana della sfiga con me è un cecchino, spara preciso, ha alle sue dipendenze un ninja che lancia le shuriken dei ricordi BAM, alla giugulare, precise perfette, THEMMMMM soffri stonzo! Soffri! cosa pensavi di andare a dormire e basta? Nnaaaah. Soffri! Beccati questa stilettata di ricordi carini che diventano D O L O R E.

Era così bello non piangere prima di dormire per un giorno. Ma per fortuna sono un uomo: potremo attribuire ad eccessiva masturbazione le occhiaie.

quando ti accorgi che la tastiera sa da pesce non è tanto bello

che puzz!!!

tastiera al pesce per due

E’ così un bel felice momento quando ti accorgi che la tua tastiera, magari la tastiera di un portatile, ora sa di pesce… si, avevi lavato abbastanza bene le mani dopo aver solo sfiorato il piatto degli avanzi del pesce per buttarlo… ma comunque swish swish sgrat sgrat lav lav lav … subito a lavare. Ma non con la giusta intensità.

E ora con la giusta intensità, oltre ad elencare i santi, devi pulire con l’alcool e il cottonfioc una simpatica tastiera e le tue belle manine e sottunghiette con quel bel detersivo spacc-odor-destroy-the-puzz … ma DOPO.

Sciagurato fui.

Caduto il cellulare nel cesso anche a me: FINALMENTE!

porcapalettaAh, che soddisfazione! Si! Finalmente anche a me è caduto il cellulare nel cesso! A quanto vedo è una piacevole esperienza che condivido con molti altri fortunati. Naturalmente dopo aver pisciato. Il piccolo problema è che con i cellulari di oggi, tutti touch, contattini, piattine megadelicate … non è come ieri con i Nokia super robusti che li mettevi al sole e il giorno dopo (anzi, mentre stavano sott’acqua) erano belli e pimpanti.  Continue reading →