Ho provato non a leggere, bensì ad ascoltare, letto da un bravo lettore con pronuncia impeccabile, con piena conoscenza del dialetto, che dava lo spazio giusto, l’evidenza e l’accento “La forma dell’acqua” di Camilleri. Non ce l’ho fatta. Mi sembra uno di quegli esercizi di dizione che fanno gli attori per mostrare che possono pronunciare correttamente in dizione qualsiasi cosa, qualsiasi parola inesistente, inventata al volo, magari col solo scopo di essere di difficile pronuncia.
Abbandono. E ringrazio sempre Pennac per questo.
Passo a “il Giardino dei Finzi Contini” letto da Marco Balliani. E intanto faccio editing a bomba.