love + death + robots

Questa serie su Netflix sembra fatta apposta per me, come spirito, tanto quanto Black Mirror. L’attrazione e l’atteggiamento che ho verso il racconto fantastico rispetto a quello più strettamente correlato al quotidiano, di qualsiasi profondità o ambito si tratti, mi pone sempre di fronte a qualche dubbio su cosa io sia. Non è che i film che trattano di argomenti della vita, i film “veri”, non mi piacciano. Anzi. Sempre più spesso, rispetto ad una volta, mi dico però che di realtà ne ho piene le tasche. Oppure no, ma la vivo con gli altri, non in opere di narrativa, che sia filmata o scritta.

Eppure non sono solo questo, io. Certo, si, cose più fantasiose o epiche mi piacciono. La fantascienza, però, di solito ha lo spirito della parabola, del mito: attraverso l’immagine evoca idee, ti lascia andare con questa sensazione, trattando un argomento altrimenti trattato da filosofia od altre discipline scientifiche in modo che pochi troverebbero emozionante, eccitante, al di là dell’interessante. Se non sei un nerd, non puoi comprendere davvero il sincero interesse che diventa entusiasmo per il nerd. Non sono pazzi, non sono disumani. Anzi, sono profondamente umani. Sono meno animali e più umani.

Del motivo per cui sono approdato al nuovo blog parlerò presto, compresi i nuovi dubbi su me stesso.