3 piacevoli sorprese

Giornata strana questa. Il finale quantomeno.

Affianco al mio lavoro di fotografo anche quello del Social Media Marketing, ma solo per selezionati clienti, ovverosia gente che non devo stare a convincere che gli serve: lo sanno già. Non ho intenzione né voglia di vendergli una cosa che serve a loro. Se vieni da me sai che ti serve e che non te lo fai da solo: o non sai come fare, o non sei in grado, oppure hai altro da fare, tipo il tuo lavoro.

Mensilmente questo mi dà una mano. Compreso nel prezzo c’è il recarsi fisicamente presso la sede del cliente DUE volte al mese, al massimo.

Vado, arrivo e c’è una dipendente che era incaricata di fare video meno personali e più informativi. Mi accoglie con “mio dio che ansia!”. Facciamo.

In previsione c’era che arrivasse la persona (moglie titolare) principale della faccenda e una cliente che le avrebbe dato una mano in qualità di personaggio “cliente” in modo anche da fare promo della attività di quest’ultima (scambio favori).

Facciamo, finiamo.

Arriva il titolare, mi dice privatamente che di quello che fa sua moglie non gli frega, non apprezza il contenuto ma il risultato, che a lei mente e le dice che guarda tutto, ma non è vero, si annoia, non gli piacciono i video. A me, da comunicargli, interessa solo che a mio avviso il segnale che lui si rompe è un indicatore che il target “maschi” non lo raggiungiamo bene. E che a parte la figa, che è bella ma lui vende altro, come argomento servirebbe qualcosa che attira gente come lui, anche.

Comunque sorpresa sorpresa, esce un attimo, rientra e mi smolla dei soldi. Non sono tanti, ma è un quarto del pagamento mensile. Penso sia un anticipo: no, è la “tredicesima”. Uh? Dice che ha dato a dipendenti e collaboratori un riconoscimento in una cena che avevano fatto. Ma io avevo troppo sonno e non c’ero andato. Allora me li ha dati così.

Bello. Vado. Felice per i soldi ma triste per tutta una serie di atteggiamenti che lui ha con la moglie, con cui io lavoro sempre. Penso che i soldi li fa lui, non io. Si spacca la schiena, sa fare i conti, è di poche parole e detesta chi invece ne usa molte.

Mentre torno a casa mi arriva una richiesta di contatto su FB: è la cliente-cliente. Mi chiede info sulle mie foto, le spiego dei nudi e del lavoro commerciale. Mi dice che adesso non ha soldi ma le piace come lavoro e che ci sentiremo.

Sorpresa #2! Chiedo maggiori dettagli: si, non avevo capito male, le piace come lavoro nell’ambito SMM (mi ha visto ed ha partecipato alla preparazione di un video il cui livello di contenuto era quello delle scuole medie, e per il resto… un cellulare stabilizzato e una regia “pastorale”, cioè fare il cane pastore “tu! Qui, fai questo! TU! Torna, no!!!! Non andare! Resta qui e fai questo! Ora dì questo, sorridi, fai quella faccia lì!”).

Basisco. In pratica è una potenziale cliente. E mi sembra una decisa.

Arrivo a casa, rifletto su un video di un tizio che ci ricorda che la cultura non deve essere gratis, che fornire lavoro culturale è sempre valore e nel frattempo …

Sopresa #3, mi arriva un messaggio della dipendente-ansia con “mi sono divertita! Grazie!”.

Sono stranito.

Cioè… mi sento strano proprio. Io non sono pagato per intrattenere le persone. Ed il lavoro è stato fatto ma… questa gente mi dice “grazie mi sono divertito/a”. E anche quando faccio il mio lavoro fotografico capita.

Ne parlo con B. … e cavolo… ma quando mai nel vecchio lavoro ci capitava di dire “hey, caro collega, grazie, mi sono divertito oggi, ci vediamo domani al lavoro!”; lo avresti guardato pensando “è andato del tutto”.

E quindi anche se volevo morire come sempre, beh non importa, sono grato, grato a tutte queste persone di avermi dato il feedback che con loro non sono stato la merda che so essere. Qualcosa di buono, se tocco solo superficialmente le persone, lo posso dare.

#nondirloalfotografo – visibilità

Ultimo, ma non per importanza, tra i meravigliosi #nondirloalfotografo, ecco il superclassico di questi anni!

#nondirloalfotografo : fammi le foto gratis che poi ti faccio pubblicità

#nondirloalfotografo : fammi le foto gratis che poi ti faccio pubblicità

Sono conscio del fatto che, a discrezione del professionista, amatore, neofita, la via della pubblicità sia percorribile. Ma non entri al supermercato dicendo “dammi la roba gratis che ti faccio pubblicità”. Sei un pezzente che chiede l’elemosina e deve esserti chiaro. Sei un taccagno, uno scroccone.

Non spreco parole perché esistono questi tre video: Continue reading →

12ma puntata – PGR

Non è incinta.

deo gratia

Quindi immantinente procedere con piano VVV.

Verserò il mio seme per non insultare tutti i miei avi con la mia decisione di non procreare. Non sono contro la procreazione, anche se ritengo che siamo troppi sul pianeta per il tipo di vita che vogliamo fare. Ma sono IO che non devo essere padre, non sono i miei spermatozoi a non essere utili. Se lo sono o no lo deciderà un esame.

Ad ogni modo stay tuned: vi racconterò come va quando si fa la donazione dello sperma.

un buon (futile) motivo per avere uno smarzporne: shazam!

Nerdismo! Pronti? Ma non tanto, eh. Softnerd! Se, come me, volete sempre sapere, o accertarvi di sapere, “di chi sia quella canzone”, allora ecco un buon motivo per avere uno smarzporne o un iPaid, oppure un altro tablet eccetera: SHAZAM. E’ vecchio, non è una novità, ma l’ho visto funzionare su dispositivi potenti, e il wi-fi attaccato… e VA! 🙂  Mentre con il mio vecchio cessetto si inchiodava in modi che non voglio ricordare qui.

Che fa? Click: gli fai ascoltare quello che senti tu, lui cerca su internet “se la conosce” e poi ti dice che canzone è. Semplicissimo. Ovviamente conviene usarlo se hai una connessione free/wi-fi, altrimenti sossoldi.

Funerali alla cultura in Italia #20120423

sentito cordoglio e condoglianze

La cultura ringrazia.

Prendo spunto della notizia del flashmob di Viterbo, il funerale simbolico alla cultura dopo la chiusura di ogni spazio pubblico che ad essa era dedicato.

Qualcuno, quando un quotidiano nazionale (poi* lo dico) stava chiudendo, alla radio disse che ne aveva parlato con un proprio amico indignato perché non era possibile, era una vergogna e così via – e lui gli chiese “ma tu lo compri? Sei abbonato?” e l’altro rimase un po’ spiazzato, fino ad ammettere che no, non lo comprava. E allora… Continue reading →