riso integrale con DELLAROBA #201923498723

Ricetta per due piatti. Abbondanti. OK vegani.

Ciotole.

Oppure uno che mangia troppo.

Ingredienti: desumeteli dalla ricetta.

A pranzo devo/posso fare “carboidrati e una piccola fonte di proteine” e “verdure servono per riempire la pancia”.

Faccio con quello che ho. Prendo una tazza, di quelle da cioccolata calda, e la riempio di riso integrale (meglio se integrale, dice la nutrizionista, pasta o riso … che ovviamente costano un bottazzo di più, anche se poi guardo nel pastone del cane e a me sembra tanto integrale quella pasta lì). Schiaffo a bollire in acqua un po’ salata.

Nel frattempo: padellazza bella larga sul fuoco medio, a fuoco alto. Olio… questo è il problema. Il massimo consentito sarebbe un cucchiaio; ma non riesco proprio a far toccare l’olio a tutto… ‘sta volta verso più abbondante. Attendo che sia piuttosto caldo.

Ci metto una manciata di pepe del Sichuan, stando ben attento che sia proprio DENTRO l’olio: questo è fondamentale. Deve prendere una scottata, possibilmente spaccarsi. Poi una manciatina di sale sparso.

Intanto prendo tutti i cipollotti che ho e zic zic zic taglio a rondelline micro, anche la parte “erbosa” se è fresca, se no butto via. Aggiungo tutto e spadello un po’: cipollotto e pepe del Sichuan devono essere toccati dall’olio caldo. E spadella che ti spadella. Poi? sei sette olive taggiasche. E spadella. Hop hop. Intanto controlli il riso. Evvai non l’ho fatto attaccare al fondo! Perché io sono capace di attaccare pure quello che bolle eh! Ce la posso fare.

Poi? Mh. beh quello che si deve scottare si scotta. Fatto, spengo il fuoco. Ho una confezioncina di pomodorini datterini. Tutto molto vezzeggiativamente diminutivo in questo rosso pomodorar che m’è dolce in questo mare. O circa. Comunque taglio almeno in 2 ogni pomodorino che deve rimanere fresco, non cucinare. E schiaffo nella padellazza. E spadello. Spolverata di curry (all) Over The Top. Mentre aspetto questa mossa del curry si fa sentire fino in soggiorno (ok, la mia casa è di circa 67mq, cucina e soggiorno sono solo una stanza separata da un muro in due… ma deve almeno fare il giro del corridoio).

Ad una certa (come dicono igiovanidoggi) il riso è cotto. Lo scolo. Non la malattia. Eseguo l’operazione con lo scola pasta che separa il riso dall’acqua che fu bollente. Poi schiaffo tutto il riso nella padellazza. Gli do una mossa, una mescolatina. Continuamente mi chiedo “ma le proteine?” e ok, ‘stasera mi mangerò le proteine.

Mi siedo davanti a BOING (safe zone) con la mia ciotola. Degusto? Si, funziona. Un po’ troppo olio. Il pepe del Sichuan si fa sentire, ma meglio di tutto è cercarlo e morderlo, spezzarlo e fargli sprigionare quella pazzia di gusto strano che è acidulo e profumato quasi di fiore. Buono! E il resto è gran cipollame. Ma buono.

Ma troppo olio. Come faccio? devo cucinare ma poi vorrei colarlo via, che è stomachevole.

Crema pasticciera delllamammadimimmo

Un tempo il mio metabolismo era bello. Non sapevo di avere un metabolismo. Da piccolo ero uno di quelli “mangia che sembri uno del Biafra!” (piccola spia della mia veneranda età). Tale condizione di paradisiaco ingollare bisonti con doppia impanatura di gorgonzola e patate, fritti e re-impanati con dello strutto e restare magri come dei chiodi terminò a 26 anni. Il rito funebre dura a tutt’oggi.

giuseppine

COMUNQUE prima potevo. Uno dei giorni più belli del mio marinare la scuola da non-ancora-schiavo-della-figa fu il mio compleanno di nonsoquando; 15-17, non so. Andai alla fu pasticceria G, in fondo alla piazza. E fui determinato. Io a volte devo essere deciso e determinato con i negozianti che non mi vogliono vendere la roba. Cioé, ma che cazzo ve lo devo insegnare io a vendere? Mavaffanculo. Comunque “30 giuseppine” dissi. “Ma no dai, prendine cinque e poi vedi se hai fame” (mapputt… porc… ma cosa?!!!! ) gli mostro i soldi “ho detto 30, quel vassoio, mi siedo li; se non le mangio sono affari miei. E una cioccolata calda”.

Le Giuseppine nella mia zona sono una roba che in Sicilia si chiama in un altro modo. Sono ciambelle fritte e riempite di crema pasticciera. Ovviamente la mia mattinata fu scandita da GNAM, leggo fumetto, GNAM, leggo FUMETTO, GNAM disegno fumetto, GNAM leggo fumetto e ascolto walkman – sotto lo sguardo sbigottito della cassiera. Ma non del pasticcere. Il fottuto pasciccere che non ha mai voluto rivelarmi la ricetta della sua crema pasticcera che io adoravo. Ha chiuso, lo stronzo, e io non ho mai avuto quella ricetta. FORSE, dico FORSE, ha davvero sostituito la farina con la farina di riso. Ma era uno stronzo. Forse non era vero.

Sono sempre stato un adoratore della crema pasticcera. Anche della figa liscia, adoratore, ma prima ero solo un apprezatore, un interessato. Prima c’era la crema pasticcera. Mia sorella sapeva farne una abbastanza buona, un po’ liquidina. Ma insomma io ero convinto che “mia sorella sa cucinare”. E la faceva come i Cattolici osservanti fanno sesso solo per procreare: solo per la ricetta. Ma io aprivo la torta e mi leccavo via la crema! Oppure aspettavo che svuotasse la ciotola e mi leccavo la crema. Questa cosa del leccare mi è rimasta anche per – avete capito; ma con lo stesso entusiasmo, piacere, una cosa che senti proprio aderire la lingua, le labbra: GNAM. Ma niente mia sorella al massimo per il compleanno. E che cazzo, in pubertàdolescenza hai fame e sei goloso sempre. Quindi iniziai con il Cucchiaio d’argento. Credo fosse circa la ricetta di mia sorella. Circa. Non era un granché, o troppo farinosa o troppo liquida. Allora iniziai semplicemente a variare, togli, metti, assaggia. Questa cosa però era SEMPRE per mezzo litro di crema. Continue reading →

Scaloppine al latte (ricetta per la luna)

19 anni fa vinsi una competizione, una “gara di scaloppine” in modo totalmente immeritato, con questa ricetta. Non si tratta di modestia: io avrei fatto vincere delle scaloppine che erano state fatte con tutti i sacri crismi del saper-fare. Il mio è ovviamente un trucco di’impatto che nasconde l’inabilità del cucinare a puntino un piatto semplice. Per cui per chiunque NON sappia cucinare: se volete imparare a fare BENE le scaloppine al “qualsaisi cosa” tranne questo, andate a leggere almeno un buon libro di cucina. Ah si, mica istruzioni dirette: no no, ricetta con considerazioni, sproloquio, prolisso e logorroico. Se no: GOOGLE.

Scaloppine al latte

Usate una padella antiaderente, larga, molto larga. Ma tipo? Tipo 30 cm. Più grande? Ma si, va benissimo. Basta che abbia il coperchio.

Ingredienti

Fettine per le scaloppine: chiedi al macellaio che sa tagliare la carne, oppure studia.
quante? Per quante persone? Ma quante vuoi. Io me ne mangio anche 3 da 120g come niente. Ma grosse quanto? Ma ti ho detto di chiedere al macellaio che sa. Non intendo uno che taglia e basta, ma uno che conosce i tagli della carne davvero, che la sa tagliare, in che verso, con che coltello, seguendo la nervatura eccetera. Quel macellaio li. Se no: studia, io non lo so.

Farina
sale
Olio d’oliva (avrei detto un tempo), una noce di burro
Olio di riso (direi oggi)
Latte intero (dipende da quanta carne vuoi: ma più di due litri non credo eh!) parmalat <– no marchette, è buono.

Se il tuo macellaio non “cura” la carne, batti la carne, lascia quanto grasso ti piace ma in teoria se lavori al ristorante il macellaio ti ha dato delle fettine che non vedono nervi e grasso che corre… se però sei a casa ti becchi gli scarti anche se sei il Conte; prima vanno da loro, poi vengono da noi. Così mi disse lo chef a Cortina quando lo vidi rimandare indietro il fornitore con la coda fra le gambe e un “quella te la mangi tu”. Quindi? Quindi se c’è TROPPO grasso per i tuoi gusti, ne togli un po’.

Infarinare le fettine: hop infarinare, poi appoggiare su piatto, come faceva la mì mamma. Magari lo fa ancora, che ne so. Se invece siete mastro-velocità infarina schiaffa infarina schiaffa infarina schiaffa (nella padella).

Padella su fuoco alto all’inizio, olio di riso (perché? perché l’olio di riso sa di burro in cottura! Secondo me, mica secondo tutti) giusto da non vedere più il cerchio del fondo antiaderente, ma niente lago. Schiaffare (delicatamente, dai) le fettine infarinate. Il tutto sfrigolerà per un po’, perchè in realtà si stanno letteralmente friggendo nell’olio. Se possibile adagiatele in modo che non si sovrappongano che mi da fastidio che si arriccino. Se si arricciano perché vi hanno venduto lammerda, fate dei taglietti ai lati. Se non vi importa che si arricciano godetevi i vostri arricciamenti.

Girare dopo 2 minuti. Girare di nuovo ma prina controllare che si stia adessononmivieneiltermine abbronzando, scurendo, crostolando insomma quando c’è un inizio di crosticina perché era a fuoco molto alto. Ora abbassate il fuoco al minimo, versate il latte in modo da ricoprire tutta la carne e che sia appena sotto la superficie. Dovrebbe presto sobbollire piano. Da quando sobbolle, lasciate il coperchio per 8-10 minuti. Poi togliete il coperchio. Lasciate cuocere a fuoco bassissimo in modo che il latte si consumi (o che si riduca) fino a quando non è più un liquido ma una crema.

A questo punto potete salare.

Prima avreste potuto aggiungere noce moscata. O anche pepe.

Fine. Viene tutta una cremetta. Fa gran scena ma in realtà fare le scaloppine normali come si deve è, per me, un’arte. E infatti il mio premio fu, lo ripeto, immeritato come cuoco. Era la ricetta, semmai, interessante. Se non fate come me che risco a bruciare PERSINO questa roba, dovreste avere un piatto gustoso, con la carne saporita e morbida, anche se non avete la minima voglia di starci attenti.

Moon giuro che una te la posso scrivere da manuale, ma è una gran palla per questo blog! 😀