foto, tecnica?

La banalità di quello che faccio, oggi (che non è l’oggi in cui leggete) mi ha travolto per un po’. Osservavo su Instagram il lavoro fatto ad un corso da una tizia per me è solo “quella che ha fatto da tramite per farmi prendere la gatta” (la prima gatta). Ma si interessa di fotografia. E non serve essere un professionista per fare foto. Ottime foto. E come dice quello, “buone foto”. Ma le foto di nudi femminili, che io trovo la forma estetica più bella del mondo, sembrano essere tutt’altro che rari, no? Basta quel link che vi ho appena fornito per vedere bellezza su bellezza, estrema, splendida.

E per questo banale?

Io mi guardo attorno, ogni giorno. E quella bellezza che potete vedere in quei ritratti io la vedo, talvolta, rarissimamente, in persone che se ne stanno passeggiando per la città. Bellezza potenziale. Però non ci nascondiamo: ce ne sono di foto come quelle che faccio io, milioni. Figurati, io sono capace di dedicarmi alla stessa modella per sessioni su sessioni. A quella vita li, con quel corpo li.

Le foto di questa tizia, tutto sommato neofita, non erano male. La modella era sicuramente professionista, era guidata da un professionista (che seguo su Instagram). E d’improvviso una delle cose che fa parte della mia sopravvivenza, una cosa bella, è diventata facile da sottrarre alle mie mani. Lo scrittore prende tutto dalla sua testa: certo, lo trae dalla vita; certo può vedere la sua idea scritta prima. Ma 

ma un cazzo, non ho altro da dire. Parole vuote, scuse, lagna, lamentela, gne gne, piagnisteo, nonsononessuno, nessunomiama, mediocrità eccetera. solita roba, addio.

Ad ogni modo in questi momenti mortiferi, mi viene più facile regalare informazioni, tecnica. Quindi beccatevi questo regalo. Udite udite. Sono cose che dico abitualmente alle modelle di nudo mentre sono li o a chi vuole fare “roba fashion”: solo che è one-on-one, rimane tra le quattro mura. Ma che me ne frega. Comunque lo potete vedere in ognuna di quelle foto se sono buone. Lasciate perdere la luce, quella è un’altra faccenda. Pronti?  Continue reading →

se non sei stata brutta da piccola

Questa sera seguivo un evento in cui era presente una ragazza alla quale ho chiesto troppe volte, e infatti ho smesso, se desiderasse posare per me come modella; gliel’ho chiesto almeno 6 volte in 2 anni. Ora basta. E’ perfetta, giovane, non ha alcun difetto di pelle, snella, sensuale, viso mediterraneo, capelli lunghi. Figa.

bella

bella

Si avvicina il giudice dell’evento in questione e la fotografa col cellulare, chiedendole “ma è possibile che nessuno ti abbia mai chiesto di fare la modella?” e lei guardando in basso vergognosetta “no”. Lo guardo come dire “ma ti pare? pensi che non ci abbia già pensato io?”.

Se non sei stato brutto da piccolo, o brutta, non dai valore a quel regalo divino. Non è un tuo merito, forse tu lo sai, forse ti infastidiscono quelli che ti avvicinano per una tua caratteristica fisica. Ma gli stonati sanno quanto valga essere intonati. E i brutti quanto valga essere belli senza far nulla: la gente ti adora, di desidera, ti ammira senza che tu faccia nulla per meritarlo: hai un bonus in partenza.

Tutti vedono che sei scopabile. Non serve essere brillanti, simpatici, corretti, educati, colti, affascinanti, affabili, gentili, capaci, abili, in grado di esprimersi. Qualsiasi cosa. La bellezza naturale è un regalo. Continue reading →

i tempi cambiano solo dove dico io

Tranquilli, non è una mia opinione… o almeno io penso di non essre così…( eh, credevi e invece… )

Ad ogni modo: leggevo un libro – che in ogni caso vi consiglio, ovverosia “i rimedi della nonna” – ed il titolo di una certa sezione relativa alla cura dei bambini (figli, nipoti) dice che “i tempi cambiano” e quindi bisogna adeguarsi (si riferisce al fatto che in materia di privacy e di “leggerezza” nell’andare a prendere i figli dei propri figli, oppure di quelli di amici – immagino nei paesi anglosassoni, da noi ti possono rapire tranquillamente – e premunirsi di credenziali ben visibili oppure annunciare ed organizzare la cosa con la scuola preventivamente.

Ottimo, e qui – dice – ci si adegua. Occhéi. Continue reading →