stockista e porchidei di Shutterfuck

Microstock – Rappresentare una carta di credito o di debito (un bancomat) potrebbe sembrare semplice. Ma anche se fotoritocchi l’impossibile o ne crei una ad hoc inesistente nella realtà, dei diritti della quale sei quindi proprietario (con property release) può rappresentare un ostacolo insormontabile. Nessun reviewer di Shutterfuck la farà mai passare. Ovviamente ogni volta con motivazioni diverse, ma quella più gettonata è “informazioni potenzialmente sensibili”. Maddeché? E’ mia, l’ho inventata, costruita con le mie mani (cit), non esiste il numero, non esiste la carta, ci ho messo la scadenza nel 2045. Su.

E in periodo COVID-19 i reviewer sembrano più decerebrati del solito, più stupidi, ottusi, robotici. Ma di certo l’ipotesi che siano davvero robotici trova smentita immediata in un casino di foto che ho ricaricato “PARO PARO” e sono state accettate. L’ipotesi, lo dico per curiosità, era che ci fosse una sorta di lettura “forme e colori” per similarità nel portfolio. Una specie di fingerprint dell’immagine con un threshold molto di manica larga. Ma anche no, credo sarebbe un bagno di sangue. E con luoghi comuni e inglesismi vi saluto.

Ah, no, volete sapere come ho risolto.

Eh vi ho già detto troppo, appendetevi al pene! 😀

 

iStock annoyances #201612130512

questa va bene

questa va bene

tra le mille rotture di cazzo che potete avere in un rifiuto da parte di iStock/Getty ci sono tutti i dispositivi digitali personali come gli smartphone, tablet, computer eccetera nonostante abbiate cercato di ripulirli dai loro “tratti distintivi”. Non vi suggerirò come tagliare la testa al toro, naturalmente: sono cazzi vostri.

Quello che però urta, quando risolviamo la cosa con il fotoritocco è che se decidi che il marchio “CE” non può essere che rompa le palle: beh si, invece. Non so se sia sensato, ma se uso il termine legittimo, devo ricordarmi che la legge la fanno loro: hanno loro il coltello dalla parte del manico. Perdono meno tempo a dire di no dove sarebbe forse, che a rischiare di dire si.

Chitarre (se si vede il palettone), cellulari (se si vede qualsiasi tratto distintivo) e tablet, notebook, cuffie audio (e qui andiamo oltre: un CERCHIO è stato considerato un marchio) … un po’ di tutto.

Rompono talmente il cazzo che me ne frego: non rifaccio l’editing, incasso i rifiuti e tengo il meglio. Ma ricordo che Shutterstock ed almeno altri 3 dei miei best-earners le accettano tranquillamente e le VENDONO tranquillamente.

Hanno davvero troppo esagerato, a mio avviso. Del resto dal punto di vista del cliente credo che la protezione legale sia estrema. Anche se credo che sia più per parare il proprio culo.