Costo/Beneficio dell’esistenza

Tutto è contro la sopravvivenza. La sopravvivenza sfida tutto. La spinta ed il desiderio di esistere remano contro la corrente. La sopravvivenza strappa pezzi dal mondo per mangiarseli ed esistere. Sforzo, lavoro, fatica, impegno, movimento, contrasto, resistenza. La vita è una puttana che non ti concede di essere goduta: devi pagarla e pagarla cara, non sei mai in pari. Il bilancio è sempre molto più sforzo e molta più roba brutta di quanto e quando ci sia da godersi. Salvo rari casi, il tempo passato a goderla, la vita, piuttosto che a subirla, pagarla, mantenerla… è drasticamente ed impietosamente inferiore.

A Chiara B.

Mi chiedo cosa sarà di te, come me lo chiedo di molte altre. A volte mi sento responsabile, corresponsabile intendo, parte in causa di quello che fate della vostra vita, del fatto che di questa onda di edonismo, di vanità che i social network hanno fatto impennare, io mi servo a piene mani. Non credo che farlo o non farlo, per come io lo faccio, cambi qualcosa. Corro il rischio, e con te sicuramente è successo, di annoiarvi, tanto sono responsabile, chiaro, esauriente, esaustivo nello spiegare il contesto, le conseguenze possibili, non solo nel grave, ma nel meno grave, che i vostri genitori non capiscono, ma in cui io sono dentro e vi vedo, entrambi, di fronte a me, mentre loro non capiscono, non si capacitano, sono in un’atmosfera che non hanno mai annusato mentre io e voi ci capiamo e loro non capiscono. Ma io capisco sia loro che voi.

Un mesetto fa, via contatti su Instagram, sei venuta a posare da me. Sei arrivata con tua madre, eri minorenne quindi ti ho reso sempre chiarissima la cosa: obbligatorio parlarne coi genitori, che devono venire , capire, firmare.

Guardarti negli occhi quel disprezzo, vergogna perché – si vede che lo pensi – tua madre non capisce un cazzo, è sfigata, eccetera. Senza pensare forse che tua madre ha fatto tutto e fa, ogni giorno, tutto per te. Che le devi tutto, anche il tuo grazioso aspetto fisico, che presto scoprirai essere uno dei tanti, niente di speciale nel mondo degli speciali. Le devi ogni cosa: in 15 minuti ho capito che è (stata) una ragazza madre. Osservandole le mani ho capito molto. E tu ti senti a disagio, ti vergogni, facendo una foto con lei, vicino. Ti vergogni che la tua faccia sia associata a quella di tua madre, piccola cagacazzi. Continue reading →

impopolari precisini o sparacazzate raggruppati popolari?

Nel giro di 2 ore mi sono trovato ad una cena in cui l’uso comune di un errore veniva considerato “si fa così”, una citazione di un’opera era attribuita (con sfida e scommessa!) erroneamente ed un altro paio di sciocchezze. Il gruppetto rende impopolare la precisazione, naturalmente. Sapere e farlo notare è antipatico e fastidioso, lasciar correre invece è l’uso comune: lasciar fare, lasciar parlare, lasciar sparare cazzate e tacere.
Sto considerando la via dell’approfondire, verificare, assicurarmi del giusto e tenermelo per me, lasciando “non infastiditi” tutti gli altri. Pusillanime? Conformista? Codardo?
A me pare di si… che fo? A volte …

Sentirsi come bambini delle elementari a quasi 40 anni credo sia frutto di una società che, anche all’età degli adulti, si comporta come si comportano i branchi di bambini. E il rifiuto di questo significa esclusione.