Oscurantismo verso le donne

A cosa serve? … ma non potevi farne a meno? L’oscurantismo cos’è? Wikipedia riporta che “Per oscurantismo (dal latino obscurans) si intende una sistematica pregiudiziale opposizione al progresso, attraverso la messa in discussione di teorie ed idee innovative e la limitazione della diffusione della conoscenza oltre certi limiti”. A cosa serve studiare? Perché dovevi proprio andare a quel corso di inglese? Perché dovevi andare a posare dal fotografo? Perché dovevi andare ad una mostra? Non potevi farne a meno? Stai a casa e fatti i fatti tuoi. E quali sono questi fatti miei, visto che tu te li stai facendo? – direi subito io. Ma io l’ho fatto, io l’ho detto. Sono nato nel 1974 e quando mi sono trovato a dover contestare idee errate o discutibili (tutto lo è) l’ho fatto, perché, per fortuna, per quanto i miei fossero nati negli anni ’30 del 1900, non erano persone ignoranti. Erano certamente cresciuti in una cultura provinciale, ma erano istruiti ed in grado di proseguire la propria auto-istruzione leggendo. E, almeno mio padre, è un grande amante della discussione, del confronto, persino del contrasto. Per lui – meno male – è peggio soccombere alla propria incapacità di dialogare che alla forza. Anche se dentro di lui la spinta a dire “perché si, perché te lo dico io, perché sono tuo padre e fai come dico io” è esistita e non si è mai sopita. Continue reading →

generazioni guardinghe e malfidenti

Seconda volta. Seconda volta che, nel giro di un paio di settimane, parlo con una tipa – sempre sotto i 25 – che ha una visione della coppia che io trovo aberrante. Zero fiducia, si lamentano della gelosia ma sono gelosi/e. Si controllano a vicenda peggio della Stasi e del KGB. Via social, attraverso il gossip o le “amicizie”. Non sembra esistere riservatezza ammessa. E persino il modo di dire nazi-fascista “se non hai niente da nacondere non nascondere niente” o simili… Sembra che lo spazio individuale sia sempre marcio, che sempre i rapporti con altri debbano nascondere tradimenti possibili o ne siano l’anticamera.

E soprattutto sembra che i rapporti siano questioni di potere. Di controllo. Di comando, sopraffazione. “D’onore” mafioso. Non esiste che tu soffri. No, tu sei oltraggiato dall’onta e devi vendicarti. E sembra che siano le donne queste, più che gli uomini. Uomini. Donne. Ragazzini sono.

Eppure si comportano così: certo io mi fido di lui/lei ma esigo l’accesso illimitato ed incondizionato al suo cellulare. Ah, ti fidi proprio. Continue reading →

non smettete di parlare: sputtanateli

Originally posted on Al di là del Buco: Di quante dimostrazioni abbiamo bisogno prima di chiamare le cose con il proprio nome? Accade a Melito, per esempio, in Calabria, ma potrebbe accadere ovunque e in fondo la questione si riduce alle conclusioni di sempre. lei è stata stuprata, minorenne, da più persone. lei se l’è…

via Alla vittima di stupro di gruppo in Calabria: non sei sola! — Il blog del nano Rocco

a bullet in my fuckin head

Ah raga, va tutto bene!

Eppure se potessi farmi sparare un colpo in testa ORA in un luogo aperto (non voglio sporcare casa) io direi : spara.

Eh, son giornatine così.

dipendenti meno spazio dei carcerati

Voi che di legge ve ne intendete, correggetemi (e linkate il documento) se sbaglio: secondo la 626 (o come si chiama adesso) ad un lavoratore dev’essere garantito/concesso … insomma ha diritto ad uno spazio vitale attorno a sé di ben due metri per due. 

A quanto vedo qui, ad un carcerato, come minimo, ne devono essere garantiti 4. 

Quanto sta, un dipendente, al lavoro? Un terzo della propria giornata. Credete davvero che per lui sia meno utile quello spazio? Che abbia meno effetto, su di lui, un ambiente così angusto?

Possibile che la legge imponga a chi detiene poteri meno obblighi per un dipendente al lavoro che per un carcerato in prigione?

Parole parole paroleeeeeeeeeeee 🙂

Buon giorno brontoloso a tutti.

quando la polizia ti carica fa terrorismo?

(sondaggio a fine articolo!) Nel titolo, una domanda che talvolta mi pongo. E di cui non so dare la risposta. In fondo, altrimenti chi ci sarebbe al loro posto? però … però … Magari qualcuno con la stessa forza fisica e una differente forza morale.

Quis custodiet ipsos custodes?

Questa ragazza parla chiaramente, e cede pochissimo, davvero poco e solo sul finale. Una ragazza che dice ciò che è davvero la la nostra realtà. Manifestare il proprio pensiero, il dissenso, la parola, la libertà … quando uno ha tre lettori e non si nota, non ci sono grandi problemi. Sono tutti divisi in mille rivoli … io leggo te, tu leggi me… nessuno si preoccupa. Ma quando la gente manifesta ed altra gente rischia di sentire quello che ha da dire, allora scatta il manganello. A casa mia quando io tento di andare in un posto e di dire la mia e uno mi pesta questo si chiama aggressione e percosse.

Ma dipende tutto da chi lo fa.

Chiediamoci tra 10 anni cosa sarà successo ad Adele. Perché oggi, nel politically correct che conviene, ovviamente a questa ragazza è stato consentito di parlare, facendo la mossa “vedi? sei libera!”. Ma cosa le succederà domani? A scuola, nella vita?

Conosco tantissimi ragazzi che sono inchiodati dal potere quotidiano di molti professori, di burocrazie che se ne fottono delle persone-studenti … cambiano le date degli esami e le pubblicano in posti sconosciuti e senza che ci sia la possibilità di essere avvertiti finché non si va proprio lì … come arrivare in Cina in vacanza DOPO che hai scoperto che il volo di ritorno è stato soppresso… e lo scopri in Cina. Questo è un esempio, ma chiedete agli studenti… vorrei vedere quei video, migliaia di migliaia… io solo ne conosco tanti. Per me sono testimonianze da dare. Altro che piccoli disservizi. Se li sommi uno ad uno… tanti ragazzi esasperati che non riescono a laurearsi perché al tal assistente o al lettore o al tecnico di laboratorio o al prof che ti segue non interessa e ti fa aspettare tutta la vita… Allora vedi che tanti non sono parcheggiati per propria volontà.

E’ anche vero che molti stanno a testa bassa, studiano, si laureano, e poi lavorano. E non sono certo tutti figli di papà. Ma capita anche che debbano cambiare facoltà perché questo accada. E allora qualcosa non torna, giusto?

Io non sono uno studente. Ma ne conosco tanti e sono pochi, ormai tutti al lavoro, che testimoniano “no prolem, buon servizio, mi è servito, non mmi sono solo arrangiato a passare esami e farmi firmare i libretti” …

Voi conoscete solo casi positivi? Raccontate sia in un senso che nell’altro, volentieri

volevamo una internet libera e invece era un calesse

Mi ricordo che anni fa, di sfuggita dentro un newsgroup, ho sentito freedom che suonavaaaaa….

libero di obbedire

Insomma internet è un po’ figlia degli ‘anni 70. Anche se è figlia dell’esercito, è però transitata nelle università per un bel po’ … e si è nutrita dei nerd degli anni ’80… nerd VERI, quelli che amano la tecnologia. Comunque in gran parte tutti hanno sgranato gli occhi quando hanno capito quale potenza e libertà comunicativa poteva portarci; tutti avevano lo spirito “alla facebook” ma senza le stronzate e le fighetterie: ritrovare la gente, conoscere persone di tutto il pianeta, eccetera.

Ora, forse, voi che non siete nati col cellulare un mano potete capire cosa significhi vedere una scena di un film in cui uno scienziato russo che osserva il cielo gioca a scacchi con uno statunitense. Significava “grande meraviglia”… oltre al fatto che sostanzialmente rappresentava uno sberleffo da parte della scienza alla guerra fredda e alla cortina di ferro ed al potere ottuso… significava anche “gente che comunicava per giocare – per giocare in modo intelligente – e lo faceva con un computer … e lo faceva per ore” ORE, in un mondo in cui una telefonata in Russia di 10 minuti poteva costare come uno stipendio di un operaio.

Beh, pian piano abbiamo forse sentito parlare dell’impossibilità di frenare la libertà esplosiva che internet riesce a far transitare. Il guaio (il solito fottuto guaio degli ottimisti ciechi) è stato crederci. Perché credere in quell’idea e spingere perché si avverasse sarebbe stato ottimo… come credere nell’esistenza di vita intelligente nell’universo. Ma da scettici, perdio!!! Perché se desideri che sia vero, non puoi accontentarti di una balla. Credere che sia già vero è stato l’errore. Perché non è affatto vero. Come non è vero che le tre libertà della rivoluzione francese governano i popoli: tutto ciò che opprimeva la gente all’inizio del 1800 è ancora attivo e presente nella mente di ogni industriale. Se torniamo ancora un po’ indietro ritireranno fuori la schiavutù e poi la tortura come strumento valido per far dichiarare qualcosa a qualcuno.

Ma tornando ad internet: la Cina è piuttosto grande. E internet non è mai stata libera presso tutta quella vasta area del nostro pianeta. Libera significa davvero libera. Significa che il governo cinese dovrebbe fare spallucce e dire “non ci possiamo fare niente, è libertà, sapete… possono dire quello che vogliono”. Ecco, questo non esiste. E negli altri paesi dove notoriamente la libertà è fastidiosa è lo stesso: e non sono paesi poco popolosi: tutt’altro.

Internet POTEVA ESSERE uno strumento, un veicolo, una zona di libertà. Ma non lo è. E va sempre peggio. E come sempre è il silenzio a farla da padrone: come sempre quando tu non parli e non voti, i cattivi GODONO.

Ecco qui di cosa sto parlando, come ultimo esempio della serie.

Sull’autoritarismo in Wikipedia

immagine sarcastica che contesta la presunta libertà di edit su wikipedia

se sei d’accordo con me
va tutto bene.

Amo wikipedia. Apprezzo meno alcuni admin che mortificano alcuni momenti di democrazia interna che potrebbero caratterizzarla. Purtroppo anni di opinioni del mio vecchio blog non sono qui riportate, quindi non mi si può facilmente conoscere e dato il mio umore recente potrei passare solo per rompicoglioni brontolone che ha solovogliadiprotestare. In realtà parlare di cosa sia e come si viva la libertà non è da considerarsi né “un passatempo” né tantomeno “frivolo”. Continue reading →

Ci vogliono guardare nelle mutande e nel cervello

immagine ricordande l'oppressivo controllo descritto nel romanzo 1984 di Orwell

che bel futuro

Notizia n.1: Negli Usa era ormai pratica comune richiedere le credenziali di accesso (utente e password) di facebook o twitter o dei social network ai dipendenti e pare anche dell’e-mail. A questo almeno alcuni stati hanno iniziato a porre rimedio… vedi notizia qui ( http://punto-informatico.it/3508761/PI/News/password-lavoro-disegno-legge-federale.aspx) ma la cosa che fa accapponare la pelle è Continue reading →

Il kung fu oscuro della retorica fornito da Schopenhauer e la politica in TV

immagine raffigurante persone su un palco che arringano la folla

gente che ama la verità

Invito tutti a dare un’occhiata, se non a leggersi tutto il libro, almeno alla trattazione per sommi capi che Wikipedia fornisce del libro il cui titolo in Italia è stato tradotto con “L’arte di ottenere ragione” (e notate la sottigliezza dell’ottenerla, non di averla), di Arthur Schopenhauer e – poi – guardare le varie schifezze politiche in TV.

C’è, in particolare, Sgarbi che, a mio avviso, ha la capacità e la competenza per servirsi da maestro di questo tipo di “kung fu dell’Eristica” e, se non sbaglio, lo ha anche dichiarato in uno degli  scontri (pardòn, confronti) in video con Cecchi Paone, ricordando che lui è in grado di dimostrare tutto e il suo contrario (verificate voi su qualche video online). Continue reading →