Ragazzi interrotti

Una instagram psicologa mi ha fatto conoscere lo Zeigarnik effect, su cui si basa sicuramente la pubblicità nel momento appena prima di, o l’interruzione della puntata, della scena, nelle situazioni narrative.

“quando si incomincia un’azione si crea una motivazione per portarla a termine che rimane insoddisfatta se l’attività viene interrotta. Sotto l’effetto di questa motivazione un compito interrotto rimane nella memoria meglio e più profondamente di un’attività completata”

Secondo la instagram-psicologa il motivo per cui non riesci a dimenticare la tua ex è che il progetto di vita che ti eri prefigurato è stato interrotto e questo te lo riporta sempre alla mente.

La soluzione – dice costei – sarebbe ricordarti quale fosse il TUO progetto di vita, personale, tuo soltanto, prima che conoscessi tizia.

A parte rendere i partner della nostra vita degli accessori ed addobbi e non parte integrante del nostro progetto di vita, altrimenti potrebbe essere “metter su famiglia con qualcuno” come le tipe che, appunto “voglio fare un figlio” e NON “voglio fare un figlio con te“. Ma se il progetto di vita integra altre persone? Se il tuo progetto di vita è l’amore, condividere la vita?

Se i tuoi progetti non sono quelli del boscaiolo che vive in cima alla montagna, ma fa parte di questa società collaborativa e ne integra gli appartenenti, sarà ben difficile che esista un simile progetto.

Sarai un egotista, un egoista, un egocentrico. Forse è così che devi essere, to succeed. Forse stiamo erroneamente costruendo un’idea che la legge del più forte che sopravvive e schiaccia gli altri e gli altri chinino il capo, abbassino lo sguardo e riconoscano il migliore sia errata. Mentre dovremmo essere forse meno blandi con alcune ferree leggi e regole, inderogabili e valide sempre e comunque e per il resto ubi maior minor cessat, mors tua vita mea, fanculo a tutti noi deboli, o serviamo i forti o diamoci la morte.

Nel momento in cui rendete la morte per suicidio una ignominia, siete solo stupidi. Fortissimi, ma stupidi, incoerenti. Più cessat di così. Oppure dovete capire che senza noi altri non fate un cazzo. E allora casca il palco.

Dovremmo morire a miliardi prima che qualcuno si faccia due conti seri su questa relazione io-noi. Ma purtroppo l’istinto di sopravvivenza è troppo potente.

Dovrebbe esserci ogni giorno: oggi non ho incentivi a vivere, voi mi date incentivi a cedere in vostro favore. Ok, addio.

Così, ogni giorno.

Puf, puf, puf! Muoio io, muore tuo figlio, muore tua figlia, muore tua moglie, muoiono 25 dei tuoi dipendenti questa settimana ed altri 5000 l’anno prossimo, muore mezzo pianeta puf puf puf non ci siamo più, state meglio? Per me dovreste lasciarci andare. Se non vi piace, allora dovreste cambiare le condizioni di base.

Ma torniamo alle interruzioni: molte persone, biograficamente adulte, come me, ad esempio, sono stati interrotti in cose che non possono essere riprese. Non le hanno fatte e non le faranno mai. Il loro progetto del momento, adeguato a quella specifica età, non è stato portato a termine. Forse è questo il fallimento, più del fallimento in sé. Non è una cosa andata male, ma una che non è andata a finire da nessuna parte?

Ma che ne so: quelle andate male non mi fanno mica meglio. Non ci sono, non sono qui con me i risultati positivi, le cose, le persone. Ci sono esperienze. Di merda. Utili?

Fin là.

Comunque il film, quello vero, dovetre vederlo.

mentre piovono coccinelle

Bastare a sé stessi. Rispettare sé stessi. Amare sé stessi.

Grandi seghe. Autoerotismo, autobastismo, autorispettismo.

Mentre piovono coccinelle tra la tastiera e le mie mani ci penso: assomiglia a quel tipo di valutazioni totali sul “saper vivere” (pare che ci sia qualcuno che sa come si deve vivere, che può valutare se lo fai correttamente, splendidamente, oppure male, se bagli a vivere, se vivi così così) ed anche quelle più vecchie sull’essere maturi oppure infantili. Le malsopporto? Le tollero? Se avessero un senso assoluto, definito, condivisibile, potrei decidere se tollerarle o no. Ma è proprio il fatto che qualcuno usi queste parole senza prima convenire con altri cosa intenda che mi fa astenere. Fino a che magari non decidi di dichiararti: se con maturo intendi questo, allora…

Puntualizzatore, fastidio.

Ma autoparlismo? Autoreferenziale? Autofficina.

Se la regola del bastare a sé stessi fosse buona. Allora. E giù ad elencare conseguenze che contrastano con questa tesi. Non lo faccio. Continue reading →

Sigma 85 art : AF lento

85 ART

La qualità ottica del Sigma 84mm F1,4 HSM DG ART è evidente e anche Yuri ha deciso come me (ma io lo avevo deciso prima, gne gne gne). Quello che ho potuto provare però è difficoltà di messa a fuoco e messa a fuoco lenta con Canon 5DSR, in condizioni di luce non ideali. E siccome non-ideali è la norma, se il vostro settore è “cogliere l’attimo irripetibile senza fallo sempre e comunque” fate prima le vostre prove, perché potreste avere brutte sorprese, a meno che non siate vecchi del mestiere che mettono sempre a fuoco a mano in modo impeccabile.

In quel caso – soldi a parte – perché non vi prendete un OTUS? 🙂

Comunque siete avvisati: ottima qualità, ma OCCHIO all’autofocus. Ovviamente poi se non vi aggradano gli obiettivi che PESANO, questo 85 non fa per voi, perché pesa un botto.

UPDATE: vi ricordo di registrare SUBITO la garanzia QUI.