la legittimità della proprietà privata

guerrieri combattono violentemente

volevamo comprarla ma non ce la vendi

Terriera, direi. Come prima cosa.

Leggo nel Dizionario di Filosofia della Treccani “Al di là dei diversi modi di concepirne l’origine – e quindi di fondarne la legittimità – la maggioranza dei pensatori liberali è convinta che la p. privata e il sistema di mercato rappresentino uno degli ingredienti indispensabili per il mantenimento della libertà individuale e, al tempo stesso, il metodo migliore per spingere gli uomini a usare nel modo più produttivo beni e risorse naturalmente scarsi.”.

Beh, “al di là […] di concepirne l’origine e […] di fondarne la legittimità” un bel paio di palle. Al di là, un bel paio di palle. Io non discuto di Rousseau e di chi per primo recintò un terreno.
Esistono oggi discendenti di antiche famiglie nobili o latifondiste di alcune città Italiane che – ora, adesso – sono ricchi di famiglia. Trasferimenti, eredità, interessi e gruppi bancari, investimenti. Ma “al di là” i miei coglioni!

Perché vogliamo allontanare da tutto questo la brutale natura dell’appropriazione indebita? Illegittima? Continue reading →

#mostwanted: come eliminare un dipendente

ecco un metodo

Spetàcolo: tra le chiavi di ricerca più gettonate c’è quella che vedete nel titolo. Mondodimmerda! E se non fosse che lascia sgomento chi dipendente è, lascia comunque pensare a quale sia il gran cruccio di chi ha bisogno di lavoratori e contemporaneamente li disprezza, dimentica famiglie e normale ciclo di vita… robot, solo robot.

tutti chiudono: troppe regole o troppe spese?

Le regole e le scadenze ci sono sempre state. Eppure ogni giorno io sento la stessa sequela di lamentele di gente – imprenditori grandi o piccoli, fino agli esercenti – che chiude o sta per chiudere o che si trasferisce altrove.

Vogliate tutti quanti focalizzare l’attenzione su: REGOLE e su SPESE.

Le regole sono regole. Se sei allergico, fatti un giro in Austria o in Germania e prova a lavorare in nero o evadere le tasse … o magari negli Usa … oppure prova a vedere cosa significa avere un “pending grade” od invece un A, B grade in un ristorante in centro a New York (e chissà come mai “Bella Napoli” a New York pare abbia una “C” … evviva…) … e così via.

Se però parliamo di soldi e spese e ti chiedi “ma perché devo spendere tutti i mesi dei soldi che non dovrei spendere?!!!” allora la faccenda è diversa ed è qui che credo tu abbia ragione. Qui che bisogna lavorare.

Se invece parliamo di tasse: le tasse vanno pagate. Ma non vanno pagate prima che tu incassi, le regole devono aiutarti ad incassare e a lavorare come se gossi in UK. Chi non ti paga LA PAGA. E così sarà per te.

Negli USA la paga del dipendente è settimanale. Insomma ok, da Slovenia ed altri paesi mandano le propostone per “vieni ad imprendere da noi” … e questo rompe o coglioni, sinceramente, perché sicuramente da noi incentivi del genere non ci sono, da offrire a chi viene da fuori. E su QUESTO bisogna lavorare.

Ma per il resto, cari imprenditori italiani col capannone mezzo in nero e che desiderano semplicemente non lavorare in sicurezza e non pagare le tasse… all’estero le regole funzionano perché TUTTI LE DEVONO RISPETTARE, non solo chi fa comodo a voi.

Provate a parlare di posdatato in Austria.

E provate a non coprire un assegno. AHAHAHAHAHHA. Provate a fare del nero in Germania e dopo che siete scappati a tornarci e poi vediamo cosa vi succede. Provate e raccontatemelo.

una cosa che le aziende fanno per non fallire del tutto: concordato preventivo

Se, come me, non sapete tutto di ogni cosa, lavorate e vi interessate a faccende magari anche pragmatiche ma non possiedete un’azienda, magari non sapete cosa può succedere ad una ditta in cui lavorate … ad esempio invece di fallire, l’azienda può proporre a tutti coloro con cui ha dei debiti, di pagarglieli un po’. E voi direte “eggraziealcazzo, quale fesso accetterebbe?” … eh… secondo voi perché esiste questa possibilità, allora?

Succede che la ditta Salkaziani Rondelle ha un credito con la Scroccamerli Corp, diciamo, di un milione di euro. La Scroccamerli dice a lei, e a tutti gli altri con cui è in debito, “sentibbellooooo… io quei soldi non ce li ho e peggio va e meno ne ho… che dici… ne accetti di meno e la facciamo finita qui?” … se un certo numero di questi creditori dice “ehvabbbé, piuttosto di non ricevere nulla, becchiamoci di meno” … allora la cosa si fa.

Vi interesserà sapere che di questi tempi i creditori accettano concordati preventivi anche per il 20-10% del debito. La cosa non risulta interessante nemmeno per gli avvocati che debbono gestire queste pratiche, perché quasi non gli vien fuori l’onorario.

E l’Italia, di queste cose, si sta riempiendo: altri elementi di desertificazione. Naturalmente i dipendenti (se vi interessa questo punto di vista) sono in posizione privilegiata come in svariati altri casi… ma attenzione, ora che sapete che questa pratica esiste, informatevi in quali modi potrebbe toccarvi. Ora… chiedetevi se in questi ultimi 15 anni i Cinesi sono stati stronzi o furbi a farsi pagare sempre in anticipo da noi.

Vi ricordate quando Tremonti e altri del PDL nel pre-monti, magari cacando in testa al povero Prodi (che comunque aveva preso la strada giusta per non finire come invece siamo finiti, dato che era brutto e cattivo perché voleva far pagare le tasse) , dicevano che c’era il problema del non venire pagati… lo dicevano da “gente del mercato”, non da comunisti o da pueblo-proletari … non da comunisti … però dicevano che ovviamente le leggi c’erano, ma che farle rispettare non avrebbe giovato al mercato perché … come potevi esigere il debito? Poi il debitore si sarebbe offeso e con lui non avresti più lavorato, no? eh. Si offendono, non son cose belle, son prorio bruttine deh.

Ma se domani il bastardo invece di saldarti dopo un anno ti fa uno scherzetto come questo qui che vi ho descritto sopra e vi da il 10% di quello che vi doveva… chi se ne strasbatteicoglioni se si offende? Che ti frega di un cliente così? E ai dipendenti, che lavorano per te, non verrebbe da stringerti i coglioni una morsa dato che poi per la tua dabbenaggine nel non farti pagare dal cliente, lui e tutti gli altri perdono il lavoro?

Sarà anche vero che tu non sei un commerciale e non sai di cosa parli, si è sempre fatto così – ma in effetti guarda un po’ … i Cinesi che hanno gli schiavi che ti piacciono tanto, si fanno dare tutti i soldi prima e se non gli consegni i soldini non ti danno la merce con la quale tu DOPO farai i soldini. E in UK? Secondo voi “pagamento a 120 giorni” che poi diventa un anno… è possibile? E’ possibile di essere cattivi pagatori? Oh… quelli hanno le blacklist per chi paga male. Da noi finisci in black list “dei fessi” se paghi regolarmente.

Bla!

il nuovo trucchetto linguistico dei liberisti relativo ai “privilegi” e le “caste”

estrema povertà affiancata ad estrema ricchezza in uno stesso luogo geografico

Qui la concorrenza che abbassa il prezzo delle case sembra aver funzionato solo a destra. O ho interpretato in modo errato?

Leggo velocemente un elogio liberista ad un libro presso il sito dell’Istituto Bruno Leoni… e mi torna in mente come, di solito, i liberisti accendano i riflettori, si illuminino di raggi solari e fuochi d’artificio verso la mereviglia di pace e vita portate dal liberismo che in sostanza dice solo “concorrenza dei poveri”.

Questo secondo me, ovvio.

Eppure (vedi anche libro promosso da Focus Storia “Bentornato Marx!” di Diego Fusaro) Marx viene riscoperto e il capitalismo messo in discussione.

Bene, quando mi dicono che lo Stato (per come si comporta) è di destra e che ci sono tasse inique, sprechi, inefficienze, porcate di ogni genere … e lo mescolano con i pregi del liberismo… allora io dico “beh, ma che c’entra?”. Ci si ferma, ci si calma, si mettono i puntini sulle i, si separano gli argomenti: non fatevi fregare!

Lo Stato deve funzionare in modo efficiente, non si deve evadere il fisco, vanno erogati servizi ai cittadini, non ci devono essere protezioni di casta quando serve promuovere eccellenze ai posti di guida. Sono d’accordo, ma cosa cazzo c’entra il liberismo? Questo è un metodo di governo, di gestione, di far andare la baracca: uno è l’illegalità e la disonestà, l’altro è il contrario.

Ma a parità di onestà, evitati gli sprechi e le ruberie, lo stato sociale previsto dal liberismo è un bel cazzo. Perché al di là dell’eliminazione delle caste di tipo “nominale” come la nobiltà e il divieto di accesso ad un certo business se non si fa parte di un club (ma un liberista rischia di far passare questo “diritto a fare tutto” anche quello di guidare senza patente, di fare il medico senza laurea, distruggere la meritocrazia in nome del tuttipossono) , il liberismo promuove solo un modo di far funzionare il mercato. Tutto viene visto in rapporto al mercato. Non all’uomo, alla popolazione di un paese, alla qualità della vita, della psicologia delle persone, di come distanziarci dai lemming o dal gibbone: animali che subiscono inconsapevolmente l’economia della scarsità: loro potrebbero non sovrappopolare, ma non possono pensarci. Tornando agli esseri umani: puntando tutto sulla concorrenza, naturalmente, ci sarà qualcuno in fondo, in basso, che non è all’altezza di competere, che non è un agonista, che non innova, che può fare, ma che non è il migliore, non è veloce, forte, furbo, resistente.

Che potrebbe essere tua madre, tuo padre, tuo fratello: ciò che dice la concorrenza è: concorriamo: se sei più debole, fratello di tizio, mamma di caio, tu muori, tu soccombi alla forza del migliore. Tu che non fai il prezzo migliore grazie alla schiavitù consentita in quel paese, tu chiudi, i tuoi dipendenti possono morire di fame, non ci interessa, noi forniremo ai nostri clienti un prezzo fantastico, impensabile prima!

I vantaggi della concorrenza sono visibili, ma chiunque lavori per una multinazioanale sa bene che la concorrenza è così solo di nome per le big. Mentre per operai ed impiegati la concorrenza è assoluta, dove viene favorita. Ed arriva al punto, come vediamo oggi (sono sempre il solito disco rotto su questo argomento, lo so) in cui per concorrere devi avere una certa età. Altrimenti sei fuori.

Ora vorrei sentire cosa cazzo mi frega del mercato, della concorrenza, del prezzo migliore, se quando semplicemente divento più vecchio sulla carta, per te che controlli i tuoi bei dati e metti il filtro nel database “inferiore ad anni X” … io posso/devo morire.

Sicuramente io faccio confusione, ma anche chi pensa che la concorrenza sia la soluzione e si permetta di dire che il liberismo è di sinistra. La sinistra protegge di più DEBOLI, il che significa ogni condizione di debolezza della massa, dove questa si avvicina al semplice diritto alla vita. Se invece vogliamo ridiscutere il diritto alla vita, allora vorrei anche il diritto alla morte.

Non è un privilegio nascere mediocri, non è “una casta privilegiata” quella dei peggiori, dei non bravissimi. Il liberismo non dice cosa se ne fa dei concorrenti perdenti quando siano dei singoli individui. Ovviamente io sono sempre per il controllo delle nascite per evitare che questo diventi un problema tanto crudo, che ci sia da mangiare per tutti. Ma al di là di questo, bisogna ricordare anche che la proprietà e il capitale sono già di per sé – ed un liberista questo dovrebbe concederlo – un appartenere ad una casta ed avere un privilegio. Si perché se nasci con una eredità che, alla fin fine, si riconduce a quando qualcuno ha spaccato la testa di qualcun altro per conquistare un pezzo di ciò che dovrebbe essere di tutti… sei nato con un privilegio che io non ho. Io sono nato senza i privilegi. E quando andiamo in tribunale, io che ho lo stesso diritto tuo, non ho il privilegio di pagare un avvocato che concorre in bravura con il mio. Se fosse una questione di mercato, sarebbe ok. Ma non lo è. E’ una questione di diritto, ma viene risolta con una regola di mercato. E io non ho nemmeno il privilegio di battere gli stessi tamburi e suonare le stesse poderose trombe di uno che ha in mano i massmedia mainstream. Non ho il potere del denaro che zittisce a botte di querela … non ho il potere del denaro della lobby che fa cambiare le leggi… Questi sono privilegi.

E il mercato li alimenta, non li fa scomparire. Non premia il migliore, premia quello che, nella nicchia ecologica del mercato, è adattato meglio: il possidente. Il mondo in generale non ci guadagna. Ci guadagnano alcuni oligarchi in cima alla catena.

Ditemi subito che non sono titolato per parlare, se non volete non leggete, non datemi credito, non ragionate sulle mie parole… ma se siete liberisti dovreste automaticamente trovare sbagliato questo atteggiamento: non devo appartenere ad una casta, ad un ordine, ad una associazione: devo fare al meglio qualcosa. E quindi cerco di farlo. E’ sufficiente? Questo è un altro discorso, ma per ascoltarlo non dovreste chiedermi le credenziali, secondo voi.

Detto questo, è inutile continuare a citare gli URSS e Mao. Marx non si sarebbe trovato d’accordo con loro, anche e soprattutto perché lasciava aperta la discussione, non era assolutista e molte delle frasi che gli vengono attribuite come slogan, sono incompleti od errati. Comunque allora : Promuovere la felicità dell’individuo, come ideologia, non mi pare male. Aumentare la felicità globale con mosse che non diminuiscono quella di nessuno, come utopia, mi sembra migliore di altre. Mirerei a questa, misurando sempre l’umore generale. Potete usare la derisione come argomento od anche il sarcasmo, ma il capitalismo non sta facendo stare meglio la massa delle popolazioni né in UK né in USA; e fargli del sarcasmo non li risolleverà.

UPDATE: noto, come sempre, che mi invento l’acqua calda. Sostanzialmente, per quanto io sia ignorante, credo che Valerio Evangelisti provi il mio stesso sentimento.

avaaz, io i leoni africani li voglio anche salvare, ma noi?

Italia? (C) Wikipedia

L’ultima campagna di Avaaz fa emergere in me il vero lato umano della disperazione, dell’egoismo, della meschinità, forse. Io i leoni, i panda, i vari animaletti li voglio anche salvare.

Ma in questo momento penso che il mercato sta distruggendo la vita delle persone normali, esseri umani, mia sorella, il mio vicino di casa. Questo mi preme. Non mi interessa se sono un disco rotto, ma non verserò 15 o 50 euro per salvare un animale se la mia sicurezza nel futuro dipende dalla politica della mia patria e questa sembra saldamente in mano alle logiche di mercato, le quali di norma se hanno un esubero se ne liberano: ma un cittadino non può essere trattato in questa maniera, altrimenti anche tra noi, per salvare il mio cucciolo d’uomo farò morire il tuo cucciolo d’uomo: la legge del più forte, della jungla, della sopravvivenza. Continue reading →

Non manca il lavoro, manca la tua volontà di lavorare gratis?

famoso quadro raffigurante una rappresentazione femminile che impersona la libertà

libertà?

Così dicono gli insorgenti di oggi – ma ho letto poco da quelle parti: dategli però un’occhiata! Forse non è tanto pazzesco che io abbia pensato ad ogni singolo passaggio di quel che dice quella gente in quella pagina. Perché forse è troppo facile o forse è populismo … ma non riesco a convincermi di essere un coglione a pensare che siamo circondati da risorse utili e che il mondo del profitto in crescita invece ci rende tutti dei pezzenti, ci desertifica – vedi aziende che se ne vanno quando c’è un problema – quando invece se fossecasa tua: la sistemeresti. Stiamo parlando di Statalismo, si. Ma in che senso? Fa tutto schifo, è tutto brutto?

Quando un modo di governare un popolo coinvolge non solo idee ma metodi e risorse, abbiamo comunque lo stato. Quando le stesse cose accadono con le proprietà di un ristretto gruppo di persone, questo si chiama azienda; guardate quanto Continue reading →