Sono circondato, letteralmente, da libri. Certo, per la maggior parte non sono miei. Certo alcune sono vecchisime enciclopedie. Certo, alcuni sono manuali di cucina.Certo un sacco sono vecchissime riviste. Molte opere sono puramente grafiche ed alcune, poche per dire il vero e per quel che vorrei, sono fotografiche. Tantissima illustrazione per l’infanzia. Quintali di dvd. E una quantità di narrativa fantastica, di un certo tipo, con un filone noir, con ambientazione ottocentesca, oppure libresca. Favole. Comunque molto crime. E poi fantascienza, fantascienza. Quella che non ho dato via. Che non è poi tanta. E la roba che devo ancora leggere. Che è troppo, anche se non è tantissima.
Attorno alla mia postazione, sopra, a lato, libri. In entrata libri. Narrativa per ragazzi. Cataloghi della Elekta, della Letraset persino! Letraset!!!! Volevo leggerti qualcosa, un altro incipit. Ma niente è alla tua altezza. Sarebbe solo un esercizio per far risuonare una voce di un testo a caso. Non rispondere, non qui. Il post va bene qui, ma non noi, noi siamo noi. non rispondermi qui. Mi sento così, una piccola cosa vergognosa. So leggere, ecco. Questo mi sento di dire. Salve, ho imparato a leggere decentemente alle elementari. Rispetto a quanto puoi aver mangiato con gli occhi la testa ed il cuore, questo mi sento di poter dire. Posso prendere in mano un testo e riconoscere i caratteri, le parole, la punteggiatura, metterla assieme, comprendere almeno il livello di significato primario. Ansia da prestazione letteraria? Che sia solo il giorno sbagliato? Penso quasi di tirare su un Murakami sbagliato, tanto per stare un po’ sopra la mia media di letture. Che nemmeno lo sono più. Un libiro di cui mi sono segnato il titolo qualcosa come 12 anni fa, credo. Che ho comprato e non letto. E’ qui a fianco a me, da tanto. Ma è più falso del Pinocchio, che era un vero gesto spontaneo, una cosa mia, che fa davvero parte della mia vita.
Penso a Gassman, ti leggerei l’elenco del telefono. Una ricetta. Ma non sono Gassman, nemmeno l’esercizio di stile mi posso permettere. Mi sento vuoto. Un nulla. Se fossi forma, potrei venire a prendere il contenuto, la sostanza, da te. Ma non sono forma. E la forma non ti interessa. Sono solo una persona. Mediocre. Ti posso dare questo. Ma volevo farti un piccolo regalo di mezzo pomeriggio. Solo che ogni cosa che vedo attorno a me e dentro di me, mi sembra il nulla. Certo io sono un po’ scemo. A quello posso attingere. E anzi, mi viene in mente il fondamentale libercolo. Solo che non so dove sia. Uff non lo trovo. line non c’è. Cercando ho trovato altro, per altre persone, Un tipo che mi aveva chiesto di imparare tutto dei fotografi nel mondo. Ricordavo il volmetto… ma poi mi sono perso. Era Taschen? Era Phaidon? Uno dei due… costava poco… c’era molto… ma dov’è? Eccolo, per cercare per te, ho trovato per lui.
E ora vorrei mandarti una cosa piccola. E non so quale sia. Ma forse ho una idea scema. Mi piace ma… non so se si faccia. Si fa? No, forse questo non si deve fare. Una cosa tua, leggerti una cosa tua. No. Non si fa. Mh… cercacercacerca.
Mh. Beh questo non fa schifo. Ma non è all’altezza. Beh ma è solo merenda, dai. Facciamolo. Arrivo. Qualcosa voglio fare. Qualcosa. Da me a te.