#nondirloalfotografo più magro/a

Goooooooooood mooooorniiiiiiing peopleeeeeeeeeee!!!!!!!! Eccoci qui riuniti per l’ennesimo articolo stizzito e sostenutamente piccato dei pignoletti della serie del 2015 #nondirloalfotografo con la tranquillissima:

puoi farmi più magro/a? #nondirloalfotografo

puoi farmi più magro/a? #nondirloalfotografo

Questo lo dovevi chiedere alla mamma quando sei nato. No dai, non sono così stronzo. Ma ricordiamoci che stiamo parlando di fotoritocco, non di fotografia. E si, si può sicuramente fare, ma il fotografo non è un mago. Nemmeno con il trucco, che si sa, fa miracoli, puoi “fare più magro” qualcuno. Puoi dare un’impressione leggera, puoi fare qualcosa, puoi fare anche molto. Ma con le luci o l’impressione delle luci (trucco) puoi arrivare fino ad un certo punto. Quindi la risposta è più complessa, oppure dovresti cheidere: cosa intendi?  Continue reading →

SONO UN CICCIONE DI MERDA

ciccione

diversamente tartarugato

Io lo posso dire. Nessuno può aggiungere “di merda” ad un qualsiasi identificativo corrispondente a verità che sia adeguato alla mia condizione. Ad esempio io sono Cristiano/Cattolico perché mi hanno battezzato, ho fatto la comunione, confessione, cresima. Non sono praticante, io stesso NON mi considero Cristiano ma… non ho fatto lo sbattezzo. Per il prete stesso credo non sia possibile considerarmi qualcosa di diverso.

Dirmi Cristiano è come dire Ebreo ad un Ebreo. E’ offensivo? Io non mi offendo. Dire “Ebreo di merda” ad un Ebreo è come dire “Cristiano di merda” a me. E come dirmi “ciccione di merda”. Io ciccione lo sono, ma la quantità di merda presente nel mio corpo non è davvero sufficiente per identificarla come parte costituente principale della mia persona. Quel “d merda” è la parte offensiva. La parte “ciccione” no. Ho la panza (non sono quello della foto, questo tizio mi batte parecchio), le mie braccia sono flaccide, il mio culo non è tonico e sodo, dietro al collo ho un accumulo di grasso che io stesso riesco a sentire se alzo la testa. Sono tutti fatti, uno dietro all’altro. Lo dico io. E se lo dice qualcun altro, ad alta voce, mi ferisce. Mi ferisce perché è vero. “Offesa” è questo: vulnus, ferita, mi ferisce. Usiamo tante parole perché la lingua si è evoluta, ma alla fin fine questo succede: vengo ferito, provo sofferenza, ma per cosa è che divento triste?

Per il riconoscimento esplicito della mia condizione. SONO grasso. E’ un fatto. Continue reading →

Gastellandia

Ho assistito alla presentazione del libro di Giovanni Gastel. Su internet sembrava una persona modesta e gentile. In effetti “umile” non si vedeva. E’ comunque molto aperto e disponibile: secondo quanto pontifica Settimio Benedusi, ad esempio, sono tot punti in meno perché posta su facebook e addirittura con i dati di scatto. Ma poi l’ho visto fuori all’angolo proprio con lui. Chissà se Benedusi lo considera un non-fotografo per questo e poi fanno comarò. Ma in effetti fare comarò non significa nulla. Resta invece l’encomiabile ed apprezzatissima attitudine a condividere questa conoscenza col pubblico: non smetterò mai di apprezzare questo aspetto.
Ad ogni modo: le stampe presenti – aspettativa mia, sia ben chiaro – sembravano stampate su carta da stampante della Feltrinelli … anche se in effetti poi a guardar bene sembrava forex da 2 mm … ma la stampa non sembrava di qualità. Forse, dico forse, Gastel se ne sbatte perché lui presentava un libro, non esponeva. Esporrà al palazzo del bla e bla (roba extralusso, curata da personaggio extralusso).  Continue reading →

next step: abolire i principi della costituzione

Date un’occhiata ai principi fondamentali della nostra costituzione. Ora vorrei che tutte quelle merde che non siamo altro di noi concittadini ci guardassimo in faccia , riconoscendoci vili canaglie ciniche e dicessimo: su, partiamo a farla finita da qui, aboliamoli tutti, cancelliamoli e smettiamola di fare finta che sia così.

Non è così, semplicemente.

TUTTI I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE SONO e sono sempre stati e mai saranno altro che DISATTESI dal resto della costituzione, dal codice, dalla vita pratica e dall’applicazione tecnica, esecutiva, economica … nella vita dei cittadini italiani.

I principi, a volerceli lasciare come un ricordo, andrebbero espressi con il condizionale, tutti quanti. La Repubblica “riconoscerebbe…” “favorirebbe” … “gli piacerebbe promuovere…” … oppure dovrebbero essere tutti preceduti da “ci piacerebbe che” “sarebbe tanto carino che” “se ci si riuscisse non sarebbe poi malaccio che”.

Leggeteli. O ridete o piangete. NESSUN principio fondamentale è fondamentalmente rispettato, proprio per il cazzo.

Io non ne ho percezione alcuna, perlomeno. Voi si?

Lettura consigliata: Perché siamo così ipocriti sulla guerra?

immagine che ricorda la violenza dei forti sui deboli

questo siamo

Per l’editore Chiarelettere è uscito il libro di Fabio Mini dal titolo “Perché siamo così ipocriti sulla guerra?“. Lo consiglio. Il curriculum dell’autore non è secondario. La sua autorevolezza non gli viene solo dall’aver prestato servizio “in alto” … ma dalla parte dalla quale non ti aspetteresti di sentir parlare chiaro in questi termini delle motivazioni della guerra, del nostro atteggiamento e soprattutto di chi governa il mondo e i nostri paesi: che questa gestione venga dallo stato oppure dalle multinazioanali.

E’ un Generale a parlarci e a dirci quello che il pezzente al bar sa da sempre, che il populista ha facile gioco ad urlare per il proprio lato politico, e il poeta dissacratore o la satira affermano come un dato certo. Ma che poi, dati alla mano assenti, tacciono quando sentono in faccia l’odore dell’alito del potente che, una volta ogni tanto, raggiungono. Continue reading →

il silenzio su Matteo, ma non sulla sicurezza nel lavoro. Su quello bisogna restare vigili finché le cose non cambiano.

Signora Pausini,

apprendiamo dai giornali del “dramma” che l’ha colpita e della sua intenzione di dedicare a Matteo i suoi prossimi concerti.

Ognuno ha diritto ad esprimere il proprio lutto nelle forme che ritiene più opportune, ma aver letto le sue dichiarazioni, riportate persino sui giornali di gossip, non può non farci pensare che Lei, Matteo, non sapeva chi fosse. Certamente non è così che chi l’ha veramente conosciuto avrebbe scelto di ricordarlo.

Ci rendiamo conto che i meccanismi dello show business, di fronte ad una tragedia di questo genere, impongono di assumere un contegno simile di fronte ai media. Ma è proprio a causa dell’ambiguità di questo cordoglio che sarebbe opportuno che Lei evitasse di farsi portavoce di un dolore che non le appartiene.

Forse dovremmo arrenderci ai meccanismi pubblicitari e lasciare che la strumentalizzazione mediatica ci scivoli addosso.

Ma non possiamo farlo, non possiamo perché vogliamo e dobbiamo…

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