disprezzo gli ubriachi

So cosa vuol dire soffrire. E so quanto sia desiderabile qualcosa che faccia sparire il dolore. Cosa vuol dire fare qualcosa che ti porti via, che faccia sparire te stesso, allontanandoti dalla realtà.

Dormendo, ad esempio.

Ma so che se c’è un problema resta li. E che facendo qualcosa di peggio, in aggiunta al problema, hai un nuovo problema. Certo devi capirlo che questo qualcosa di peggio lo stai facendo. Che quello che fai ha delle conseguenze, che le ha tutte, non solo quelle che vuoi tu.

teomondo scrofalo

ubriacone

Ho un disprezzo viscerale per chi si porta verso l’ubriachezza. Se si tratta di sconosciuti la mia intolleranza è massima. Non so chi sono, non so come si comportano quando tornano umani. Ho un disprezzo viscerale per chi desidera l’ubriachezza, per chi ce l’ha come obiettivo. Ho un disprezzo viscerale, un fastidio vicino al ribrezzo per chi sminuisce ciò che l’ubriachezza lo rende, per ciò che consegue. Mi fanno schifo perché spesso non sono stupidi, hanno la capacità di fare i ragionamenti sufficienti per capire che non fa ridere, non è divertente. E’ miserevole, spiacevole, nauseante, pietoso (nel senso negativo), spregevole, spesso ridicolo e risibile (non divertente, di certo).

Ho un disprezzo acuto, superiore, intollerabilmente forte per chi usa “ero ubriaco” come se fosse un buon motivo per avere fatto una stronzata. Per me è come se dicesse “sono un coglione”. Quindi: ho fatto una stronzata perché sono un coglione. E’ un buon motivo? Direi di no. Calci in culo subito, fottiti e non tornare. Continue reading →

per noi sono esigenze, per gli altri sono fisime

disappunto

disappunto

Se tutti rompessimo un po’ meno il cazzo sarebbe, in molti casi, un po’ meglio. Perché oggi noi siamo aggressivi e domani noi siamo aggrediti. Oggi il mio modo di fare le cose è una merda, intollerabile, ma comecazzosifaafareinquelmodo, eccetera. Domani sarai tu a dover fare una cosa, a dover IMPARARE a farla, magari. E allora succederà a te.

Se fossimo un po’ più decisi nell’insegnare come si fanno le cose ma un po’ meno duri durante il processo di apprendimento e soprattutto in generale fossimo un po’ meno stronzi nel continuare ad emettere giudizi su tutto, credo ne potremmo guadagnare. Sapere che cosa sia il meglio ma contemporaneamente non esigerlo da ogni cosa ci renderebbe più sciolti.

Certo, ovviamente così si fa media al ribasso, si tende al peggioramento generale. Certo dare il diploma ad un ignorante non è quello che intendo. E certo non è quello di conferire titoli, attestati o riconoscimenti ufficiali. Sto parlando dei rapporti basilari interpersonali e di cose normali. E del modo con cui ci rapportiamo al processo di apprendimento ed anche di applicazione quotidiana diverso da quello nostro.

Ma non so: non sarebbe meglio SAPERE come si fa al meglio e contemporaneamente dire “ok, ma non richiedo questo a tutti” ? Sarò più specifico, perché è chiaro che generalizzare il processo non va bene: genera diffusione di ignoranza, lassismo, e peggiora le stesse cose che intendo migliorare.  Continue reading →

Google bombing antisuicidio

A quelle grosse teste di cazzo che prendono le domande di informazioni serie su argomenti seri, molto seri, e ci mettono “ti interessa questo? Allora VAFFANCULO” con la loro risposta religiosa che, non solo non risponde, ma ignora completamente il punto di vista di chi sta facendo quella determinata ricerca, gli sputa sopra, lo disprezza e gli dice “sbagli a fare questa domanda, finirai all’inferno” e stronzate simili… a queste persone auguro dei bei problemi cronici incurabili alle ghiandole surrenali. Poi vediamo quanto interesserà loro parlare dell’inferno.

Anzi, che capiti loro solo a quelli pari, mentre i dispari continuino a parlare loro di quel bel punto di vista.