lettere alla Signora delle Nevi

(una) Signora delle Nevi

Quelli che oggi sarebbero più proni all’abbandono della vita in quanto amanti solamente di cose che non sono essenziali per la sopravvivenza , dediti alla loro produzione diretta non industrializzata o alla loro fruizione, quindi inadatti ad una società che ti valuta e ti prezza in base al tuo grado di produrre utile, alla tua utilità pratica di svolgere un compito monetizzabile, sarebbero forse gli unici adatti alla Vita. Cioè non alla sopravvivenza.

Amanti dell’arte, della filosofia, della conoscenza dell’altro, dell’amore e del sesso per il piacere. Del godimento dei sensi.

Molti, alla lunga, anche nel solo godimento dei sensi finirebbero per essere delle specie di drogati, io credo. Quelli che comunque non sanno stare “con le mani in mano”. Che devono risolvere un problema, svolgere un compito, spaccarsi la schiena e lamentarsi vantandosi che se la sono spaccata. Che loro fanno qualcosa, che sono utili. Ecco, divenuti inutili ma liberi, credo non farebbero nulla. Ma gli altri forse non avrebbero ancora abbastanza tempo per cantare, suonare, ballare, viaggiare, guardare, fotografare, dipingere, scolpire, godere, correre, arrampicarsi, scopare, bere e mangiare, produrre meraviglie, leggere, discutere, filosofare, ricercare per il gusto di ricercare, dare fondo alla curiosità. Continue reading →

Fine. (29ma puntata)

Quando ancora eravamo assieme alla radio è passata questa canzone e giuro che ci ho pensato, ci ho pensato tanto. Si, certo, ho paura. Si, certo, rischio calcolato. Ho 43 anni e non ho fatto l’esperienza in 20. Ma ci ho pensato, ho pianto forte, perché mi sento una merda come lui vuole che tu ti ci senta.

Io non rischio quasi mai. Il mio rischio è vero, è calcolato. Molte delle cose che faccio sono dettate dalla paura. E dalla paura ero? Sono? uscito con fatica in un po’ di anni. E ho recuperato la pace, o almeno l’avevo fatto, un po’, senza abbandonare molto la disperazione. E che ho paura l’ho sempre detto. Vincerla non è così facile per me come lo è, evidentemente, per altri.

Ma mi sto giustificando. Continue reading →

il baratro della figherìa

Foto: Copyright Ellen Von Unwerth

“Fotografo di moda”. Ahhhhhhahhaha ecco che il demonio ride, sghignazza, gode. Cioè, tu, merdina, vorresti fare il fotografo di moda? Tu che ti vesti così? Tu che non sai un cazzo e non hai gusto? Tu che non ti vestiresti alla moda nemmeno se ti minacciassero con un ferro rovente? Tu che non sei in forma per poter mettere un capo alla moda?

Facendo il percorso che sto facendo, ovverosia quello di cercare di fare fotografia di nudo, ecco che si affaccia e fa capolino un po’ l’idea della fotografia di moda.

Ma perché? Perché un certo tipo di estetica, che ha comunque come centro la bellezza e la donna (nel mio caso) , se la usi per “fare l’artista” ha come sbocco professionale, lavorativo e di commissioni qualcosa del genere. O almeno, io per ora non vedo grandi altre possibilità. Cosa ho da dire come fotografo quando non intendo che celebrare la bellezza del corpo femminile nella sua forma migliore, nella giovinezza e negli “esemplari” della giovinezza “migliori” (secondo certi canoni, ma soprattutto secondo i miei, che comunque sono influenzati da quelli di questo secolo) ?

Ho avuto a che fare con parecchi creativi che avevano una idea brillante visivamente. Alcuni avevano la sincerità di dirmi “e adesso la cosa più difficile è inventare le stronzate”. A quel punto per me non era granché difficile, ne ho aiutati parecchi, alcuni mi hanno persino detto (prima di cambiare lavoro perché erano stufi) “hey, sei troppo bravo: credo che ti darò questa parte del lavoro! Mi sono troppo rotto i coglioni di inventare le puttanate per giustificare perché ho fatto questa cosa: io LO SO che l’ho fatta perché è fica e perché ho gusto, ma i direttori creativi, artistici, di marketing e compagnia bella vogliono sentire le puttanate, altrimenti son bravi tutti… quindi io vado a ritroso e costruisco le puttanate. Se me le costruisci tu… io respiro di nuovo”.

E questo era solo uno che lo ammetteva.  Continue reading →

porsnostorie di una post-adolescente

Ah che bei titoli in stile porno anni 70 🙂

cosplay di biancaneve

biancaneve e i sette ani?

Ad ogni modo vi ricordate (eh madonna, come non ricordare? tutti seguite assiduamente questo importante blog: le mie statistiche dicono che sostanzialmente wordpress si regge su di me) che tempo fa vivevo le interessanti avventure di una ragazza che necessitava – pensava lei – di foto porno per poter poi accedere al mercato delle cam girls.

Per fortuna si sta accorgendo che nonostante lei sia davvero una porca di prima categoria, quel mondo è una merda. Che l’umanità vista da quel punto di vista è una merda. E siccome a lei il sesso piace molto, in molti modi, anche in molti di quei modi che consideriamo classici della pornografia, ma non in quel contesto, non in quel modo, non per quel motivo, non con quella gente … io me ne rallegro. Soprattutto sono felice che se ne renda conto da sola, che non si faccia del male, che non si senta una merda costretta a fare questo … che decida di fare altro, anche stentando, anche vendendo briciole di pane su amazon ebay e facebook. Non ha importanza. Quello che ha importanza è che non si butti via e che non butti via la sua deliziosa voglia di vivere il sesso.

Se magari si accorgesse che pure drogarsi è una merda… e se ne accorgesse un po’ prima del “troppo tardi” … secondo me ne verrebbe fuori un fiore meraviglioso. Ma si vede che ha bisogno di bere al fuoco della vita per sentire che scotta … e rischiare di bruciarsi.

Le persone sono complesse, gente. Non è che siccome mi piace fare le maialate voglio il male di qualcuno. Anzi.

La cosa bella è che scherziamo pesantemente (come nello stile della didascalia qui sopra, anche) di tutto questo. Speriamo bene. Com’è diverso il percorso di una persona da quello che molti di noi immaginerebbero, lineare, vado-a-scuola, trovo-il-lavoro, trovo-la-persona, compro-casa, faccio-famiglia, faccio-carriera, cresciamo-famiglia-idilliaca, invecchiamo-piacevolmente-mentre-famiglia-sboccia … ahahah altro che biancaneve! 🙂

casalinga anni 50 pubblicità vintage retro

 

Quanto costa aprire uno studio fotografico?

Quanto costa aprire uno studio fotografico? Vi do alcune indicazioni, non tutte, perché tutte non le ho, per ora. E sia chiaro, io non parlo di un NEGOZIO o di uno studio al pubblico con la vetrina e la gente che entra, ma di una SALA DI POSA. Se sei un fotografo conosci la differenza. Continue reading →

vendere fotografie col microstock

denaro

Segnalo questo articolo del 2008 del fotografo che a quanto mi risulta ha venduto e vende più di tutti nel mondo del cosiddetto microstock, ovverosia Yuri Arcurs. Chiunque faccia questo mestiere prima o poi deve confrontarsi con la sua esistenza. Ad ogni modo il suo sito contiene articoli molto utili e molte utili risorse. In particolare, presso quella pagina, consiglio il finale “gettin nerdy” se avete già iniziato da almeno un anno: prima o poi tenterete di fare proiezioni con metodi … personali. Diciamo che lui … se la cava 🙂

Se poi volete smettere subito guardate le foto che vende ora 🙂

Fotolia instant per android, finalmente, da oggi.

Finalmente Fotolia si è svegliata e dopo il betatesting ha buttato fuori la versione per Android della app “instant”. Qualche cazzeggio che diventa denaro? Concorrenza? Phoneography a manetta? vedremo. Ma almeno da oggi finalmente abbiamo la possibilità di provare anche con Android.

Recensione quando ne ho voglia.

123rf on the go: anche loro :)

girl taking photos with her mobile phone

clicca e guadagna!

Sull’onda dei già citati Clashot e Scoopshot (e non considero Fotolia instant dato che non hanno preparato l’app per android né per windows phone) trovo esistente anche 123rf on-the-go. Ormai caricare le proprie cacate foto-documento su flickr rischia di essere davvero antieconomico: il modo di fare due cent con le foto da cellulare ESISTE.

Saranno anche solo editoriali: ma si può.