Variabilità genetica rulez.

Tanti individui non significa poco rischio di estinzione. Grande variabilità genetica in grande numero di individui è meglio. Quindi la storia del futuro con tutti clonati non è una bella idea, dal punto di vista della resistenza ad aggressioni esterne. “Basta trovare” ciò che lede uno e lederà tutti.

Bellezza/giovinezza

“Non sono bella: sono solo giovane!” – mi diceva lei, ricordo. Le dissi si, certamente, una parte della tua bellezza è inscindibile dalla giovinezza, ma siccome sono presenti tutte e due, in questo momento questa è una verità: tu sei bella. E lo sei anche perché sei giovane.

Ma certamente, era bella (lo è) e basta, bella quando altre coetanee non lo sono. Non basta essere giovani.

Ma certamente, osservo alcuni miei ritratti ora e io ci ripenso. C’è bellezza nella giovinezza e io sto ritraendo quella vitalità. Certo c’è la bellezza delle forme della donna, la potenza della carnalità, le proporzioni armoniche di alcune persone, i tratti e i lineamenti scelti dalla natura per selezionarci a vicenda. Tuttavia la gioventù credo abbia un potere che scompare presto. Persino molte giovani (mi riferisco ai nudi, fotografo ragazze/donne) non hanno più quel brio, quella scintilla. E invece certo, si ritrova in alcune persone, nei loro occhi, nel loro modo di fare, contenuto però in un involucro che non è affatto aggraziato o gradevole per i canoni di quello che intendo fotografare.

Certo, sono bellissimi in un altro modo: quella vitalità io la vedo, quell’anima io la ritraggo volentieri. Ma quasi sempre saranno i primi ad odiare quelle foto, apprezzabili appieno solo da sconosciuti e da gente che li ama. Magari non tanto da gente che “li conosce” e tantomeno da sé stessi.

Bambini e gattini, il concetto è quello. Possono essere degli stronzi terrificanti, ma se sono belli, sono belli e basta. Non serve che tu li ami, che tu abbia una relazione. Il loro valore estetico è slegato dal rapporto. Ovviamente sarà in una certa misura legato al gusto, alla cultura.

Che noia eh?

Ciao 🙂

uguale a ieri (non va bene)

Di tanto in tanto mi capita che qualcosa di normale inaspettatamente, improvvisamente e senza alcuna variante sul solito diventi sgradito, fastidioso, motivo di lamentela.

Mi è stato detto che l’origine del senso di terrore nasce dalla percezione dall’inversione dei tratti del viso dei genitori da parte del bambino: ciò che normalmente è un dolce sorriso amorevole e rassicurante, per qualche motivo, inspiegabile da parte del bambino, si contorce in qualcosa di mostruoso, talvolta associato ad un suono, parole, toni e sensazioni che chiaramente non sono i soliti, non sono dolci e gentili, è successo qualcosa. Questo volto distorto è il seme del senso del mostruoso, dell’orrore percepibile, dell’improvvisa sorprendente mostruosità. Il repentino “bu” dei film, il normale, sorprendentemente ed improvvisamente viene torto, contorto, ritorto, sfigurato. Ti aspetti una cosa, ne esce di botto un’altra. Inquietudine, spavento. Continue reading →

sono molto donna in questo (Dunning-Kruger)

L’effetto Dunning-Kruger è quel fenomeno per cui chi non sa un cazzo è sicuro, o quantomeno sicuro di saperlo, e chi sa molto è meno sicuro o comunque svaluta ciò che sa, sottostimando valore o certezza della propria competenza. Un problema di sicurezza in sé, oppure un maggior realismo di chi conosce e sa valutare i dati? Lascio a voi la risposta.

Una cosettina che invece la natura ha saputo selezionare tra uomini è donne è la maggior sicurezza in sé degli uomini: “io spacco il mondo” anche se sei un bambascione è vincente. (ed in un altro ambito, come disse Tilla, è fondamentale).

Alcune delle caratteristiche dell’insicurezza di sé citate in questo articolo che vi propongo le conosco molto bene, ed infatti uscendo piano piano dal mio casino, vedo sempre negli altri che io sto meglio. Aggiungo questo: se è forse vero che gli uomini eccessivamente sicuri di sé non stanno mentendo perché ci credono davvero (è questo il fenomeno in questione) , è però vero che molte persone intelligenti questa insicurezza la vedono e la sfruttano. Ed è proprio il caso degli avanzamenti di carriera e degli stipendi: mezza colpa è di chi chiede, ma chi riceve la richiesta è perfettamente conscio di questo.

Buona lettura: http://www.theatlantic.com/features/archive/2014/04/the-confidence-gap/359815/

l’evoluzione eliminerebbe i depressi?

La selezione naturale mi avrebbe eliminato da tempo. Una lagna, inettitudine, prestanza fisica zero, forza pfui, intelligenza mah, tenacia ridiamo forte tutti.

La selezione naturale, di chi si piange addosso, come me, avrebbe fatto

ZAC!

tanto tempo fa. In effetti noi grumo di piagnistei saremmo in fondo al branco, puff puff, ad ingrassare i primi di quello seguente, dei tenaci predatori, utili, come in effetti mi sembra, almeno a nutrire qualcosa d’altro.

Ad esempio le piante.

MACHEBBELLLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAGIORNATADISOOOOLEEEEEEEEEEEEEEEeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee questagggggggiornataasenzamoooooooooooooooooooooooooooooortiiiiiiiiiiiiiiiiiii

(ma quale?)

non possiamo essere tutti ingegneri n.20130707006

Preparatevi: l’ennesimo luddismo da bar. Partiamo da questo: l’unica possibilità per competere in un mercato globale è innovare. Operai specializzati, invenzioni, cultura, eccetera.

Ma una popolazione può essere tutta fatta in questo modo? Quanti dei nostri laureati trovano lavoro? Ok, potreste dirmi che sia il cane che si morde la coda, che è proprio questo il simbolo della non-innovazione, perché in un paese che innova i laureati trovano più posto. Non facciamo ricerca. Ok.

Facciamo finta che ci sia ricerca e che i laureati lavorino. Famo tutti innovazione? Tutti roba nuova ogni giorno e se non fai roba nuova muori, sei fuori, out? Ancora una volta, mi sembra che il mercato lavori in maniera e con dei tempi che sono disumani. Mio padre non ha innovato un cazzo in tutta la sua vita, ma per fare il suo lavoro serviva studio, precisione, pignoleria, conoscenza del settore e delle leggi, tenacia e determinazione, una certa forza di carattere. Ma di base le regole erano quelle e quello che fa serve ancora. Forse alcune delle cose che faceva spesso oggi si potrebbero far fare una sola volta o comunque con delle ripetizioni preimpostate con un drone. Non so quanto costi, non so quanto sia preciso, ma la possibilità esiste.  Continue reading →

cambiare lavoro ogni giorno? davvero?

Ovvero “il debole soccombe”.

immagine di un leopardo con la preda tra le fauci

un effetto della competizione

“Adapt and survive” dicono molti anglofoni… penso siano americani, ma non ho approfondito. Certo, sembra che questa antifona venga ripetuta volentieri negli ultimi 20 anni… quando ti presenti ad un colloquio con 40 lavori però il tuo datore di lavoro stranamente sembra non essere d’accordo.E forse nemmeno il tuo cliente, se gli dici che sei stato programmatore, fotografo, ragioniere, imbianchino, chitarrista, che hai lavorato al supermercato, fatto l’autista, il meccanico, il falegname, il grafico, lo scrittore, il giornalista, l’imbianchino, lavorato all’autogrill, fatto il barista, il presentatore, il venditore di questo, quello e quell’altro, il lavapiatti e il cameriere, sarà felice della cosa che gli proponi ora. Tutti ti chiederanno esperienza.

E come fai a farti esperienza se devi cambiare lavoro ogni 10 anni (questo ti suggeriscono per non fossilizzarti, quanto meno di cambiare posto) ?

Molti parlano di evoluzione e adattamento, dimenticando che questi vocaboli nascono da una scienza che i cambiamenti li vede su una scala che si muove come minimo di centinaia di anni, oppure di intere generazioni (so che troverò il bastardo che mi cita i batteri), ma normalmente di migliaia di anni.

Cambiare lavoro quando un lavoro non c’è più non è una cosa possibile in un mondo di lavoro di qualità, specializzato, specialistico … dove un tecnico (di qualsiasi cosa) non viene valutato di più di un manager. Come fai? Devi imparare una cosa specifica, con molti dettagli, pratiche, abitudini o accorgimenti… dopo averne imparata un’altra ed eseguita per… quanto? 10 anni? EH no! Devi essere pronto al cambiamento ogni qual volta si presenti questa possibilità, ma tipo subito. Domani.

Cioé mentre stai ancora capendo come funziona quella attuale. If you can’t stand the heat get out of the kitchen ti dicono i più duri, giusto? E in effetti questo è, sempre più forte, il messaggio che ci da il mercato. Questo è la competizione: la competizione ha come effetto secondario che il debole soccombe. E se tanti deboli debbono soccombere significa che c’è scarsità per una quantità elevata di individui: mettere al mondo consapevolmente nuovi individui in un meccanismo che gli triterà l’anima è semplicemente perverso. Continue reading →

… ci dice Niarb. Che l’intelligenza abbia come fine il miglioramento della qualità della vita della specie umana purtroppo è solo nelle nostre menti di amanti della fantascienza. Quello che fa sopravvivere il più forte è sempre la forza. E nel caso dell’intelligenza, la sua declinazione è la furbizia, l’astuzia… Qualcosa che soverchia l’uno per far fare meno fatica all’altro.

E, fateci caso, quando si parla di fare tutti un po’ fatica (perché sia impossibile che qualcuno ne faccia troppa) senza la speranza che ci sia la possibilità di scaricare il barile e farne tu un po’ meno e un altro un po’ di più, in un mondo “di destra” si pensa ad una restrizione della libertà individuale, all’impossibilità della libera impresa eccetera.

In tutte le storie del passato, l’astuto viene premiato dal saggio, dal re, dal potente.

Nella nostra legislazione se lasci l’auto aperta con le chiavi su sei passibile di multa per istigazione a delinquere, perché “chi è il fesso che non te la ruberebbe? E’ lì…” … mentre in altri posti questa cosa la fa la polizia, per educare i ladri a venire puniti solo per averci pensato. Ma alla lunga chi vincerà? Sicuramente quelli del “più furbo”: sono… quanti? 20 milioni circa di anni che il tipo “ominide” se ne va in giro… e direi che è sempre vincente. La sua intelligenza la usa per spaccare meglio le teste… proprio come farebbe il ghepardo, o un ragno se fosse dotato di intelligenza.

Guardate solo (devo nerdare , no?) l’evoluzione dei sistemi operativi per le masse… chi vince? cosa vince? Il marketing è “la natura” … le vendite  sono “la sopravvivenza” … e la moda è quello che viene premiato. Le piume colorate vincono!

afterfindus

Ci sono delle volte in cui mi sento vecchio.
Sono quelle volte in cui mi alzo da una posizione strana e le ginocchia fanno un rumore come di mortaretti a capodanno.  E quelle volte in cui mi perdo tutto il primo tempo di un film cercando disperatamente di ricordare il nome di quel maledetto attore che conosco benissimo.  E quelle volte che mi sorprendo a ripetere per la centesima volta a mia figlia “Vedi, dove adesso c’è questo ipermercato prima era tutta campagna, io da piccolo ci venivo a fare i salti con la bici”.

Ma le volte in cui mi sento davvero decrepito è quando scuoto la testa e sentenzio, per i motivi più vari: “Ehi, ma a questo mondo sono diventati tutti quanti idioti?”

E’ una lamentela molto poliedrica, perché si applica altrettanto bene ai miei coetanei (“tutti già rincoglioniti”) come ai giovani (“tutti ancora rincoglioniti”) come agli…

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