viziatella in salmì

Lei mi manda un messaggio: oh hai a disposizione scanner e stampante? –  Io che vorrei dare una sfoltita ai capelli dietro, per quando ripartirò per la luna, col suo rasoio e soprattutto la sua capacità di farlo, penso che ne valga la pena: ok, dico, andiamo su negli uffici e ci arrangiamo. Ho pensato pure che non si fa alcun tipo di peculato: posso arrangiarmi in modo completamente digitale per quello che le serve.

Aggiunge: “così poi dormiamo in studio”.

Ci ha sempre provato a farlo diventare casa sua. Anche quando eravamo assieme. Io conosco la situazione eh, per carità. Ma so anche quando è necesità e quando è vizio. Faccio “no, su, fai la brava; ti ho spiegato. Se hai problemi veri, che ti senti di merda, che non ce la fai, sono qua” . “ma non riesco a dormire da sola”.
“bimba mia… procuratene un altro, di bambolotto, eh? 🙂 Dai” “ma vengo già in pigiama!” “e questo cosa risolverebbe del fatto che non dormi a casa tua?” “mhpf… uff” “dai, ti fai le tue cose burocratiche, sei gentile e mi tagli ‘sto pelame sulla nuca e poi vai a nanna a casa TUA, perché non sei sola al mondo, i tuoi esistono” “fa freddooooo, non accendono la stufa!!!” “puoi comprare anche tu la legna, puoi persino portarla tu che ti vanti di fare stacchi da 100 kg” “gneeeeee!” “si, mi pare che GNE sia l’argomento 🙂 Dormi da te ok? Dovresti insegnare ai bambini come comportarsi… per fortuna non lo sa nessuno, dai. ” “GNEEEE!!!!” “e lava mutande e calzini che ti ho prestato, che sono dello studio, non sono tuoi!!! sono COSTUMI DI SCENA!!!!!” “GNI-E-E! ! ”

Cioè io B non la tocco nemmeno, proprio siamo a 20 cm l’uno dall’altra anche se è un matrimoniale. Anzi, è pazzesco, mi ha detto che qualche volta si sente in imbarazzo perché “magari invado il tuo spazio”. Ma… MA!!!!!! Cristo mi hai mollato perché non facevamo sesso, non perché mi sentivo oppresso nelle mie proprietà terriere! Che poi sono nostre.

Che fanno, impazziscono?

Pure le gatte mi guardano strano.

Aiutooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

Devo andare a respirare sul bright side OTM. Se esistono cose buone. Se esistono! Devi seguirle.

E ho troppo da fare, colpa mia, mi sono organizzato una merda. Oggi impazzisco pure io.

Poi mi ha chiamato uno che fa il matrimonialista. Lo sa che io non mi muovo se non mi paga profumatamente. Non gli piace mai l’idea che un professionista si paga per il suo tempo, non per quello che fa, se non ci sono precisi accordi “di obiettivo”, che comunque sono superiori al costo orario. All’inizio sono lusingato. Penso “cavolo, è uno che si smazza, potrei dire un concorrente, ma no, facciamo altro… ma pensavo mi reputasse una merda, invece mi chiama. Quantomeno se non è la qualità dl lavoro sarà l’aspetto relativo alla professionalità che gli interessa”.

Però ci prova subito. E a me questo balletto del tirare sul prezzo… ahhhhh!!!!!! solo che di buono c’è che te lo dice: ti dice chiaro che si sta informando ma intanto (maniavantismo, cit) tu sai quello che fai. Mh. Non esattamente un complimento ma nemmeno una merda. Preferirà certo “uno della zona degli sposi” e ancora di più “uno che fa sempre il matrimonialista”. Ok, mi frega il giusto. Gli dico ué, io blocco la giornata di giugno. So che non lo sai fino a maggio. Ma tenerla bloccata e poi lo fai con un altro non mi piace. Quindi ti scasserò la minchia finché non lo saprai, verso maggio. Si si si. Ok. E io devo guadagnare, non spendere. Quindi tu non paghi la mia mezz’ora a casa dello sposo. Tu paghi un minimo di 2 ore al costo di X all’ora, se le ore in macchina superano la mezza giornata tu mi paghi le ore in macchina. E le spese su tabella ACI per la mia macchina, percorrenza media annua 20000 km. Ora… sapete per rispondere in questo modo quanto ci mette uno che si vergogna a chiedere i soldi per farsi pagare del suo? Avere a che fare con gli artisti poi… aiuta. Valutare le opere. Pubblicizzarsi, fare bla bla sociali. PR … Se si potesse vivere d’arte, senza le relazioni sociali. Perfetti asociali produrrebbero cose meravigliose per sempre. E invece devono mangiare. Pagare le bollette.

O la legna, magari. Per scaldare una camera gelida.

fuga per la salvezza, codardìa, caos (51ma puntata)

Cronaca di una parabola di delirio. Il pomeriggio ha preso una piega brutta. Forse uno squilibrio con gli psicofarmaci, forse il tempo grigio per metà giornata. Ma qualcosa prendeva male. A pranzo lei ha chiesto dai dai dai vediamoci pranziamo. Si annoia, penso. Chemmefrega, ok, pranzo in compagnia. Aveva rifatto l’assicurazione, poi sarebbe andata a prendere l’auto. Prossima settimana deve posare, quindi mi premuro di ricordarle alcune cose e osservo che ha una pletora di brufolazzi sulla guancia e lei mi dice che si possono eliminare con la “pulizia del viso” … ma non mi risulta. Solo che non sono un estetista (come non lo è lei del resto) e quindi boh, sentiamo, dico, subito, andiamo da K che lo sa. Ci andiamo. Non era vero e comunque richiede giorni. Non ci stiamo dentro. Hey ma ormai è ora di prendere l’auto mi accompagni? Sono di strada. No problem. Le faccio benza, prende la sua macchinetta, ciao. Giorni fa mi aveva rivelato di aver fatto sesso col suo bisonte in un modo che io adoro, ma la conformazione del cazzo è differente, con lui bla e bla. Sono colpi che io incasso, ma ci metto un po’. Razionalmente si fa presto a ricordarsi che come non si diventa alti così il cazzo che hai ti tieni. Ma per chi non ha autostima la fatica è più grande. E ricordiamoci: non sono un computer, non sono un angelo del signore, sono un essere umano, un discendente dalla scimmia. Ci metto un po’. Ma mi passa. I mille segni che la ragazza che amavo è estremamente – e forse solo – superficiale si fanno sentire sempre più. Io queste cose le adoro, ma non voglio solo quello. E non la disprezzo. Ora verrà, il dunque. Continue reading →

mettere in ordine vecchie cose mi sprofonda nel nero

Ci sono cose che accumulo.

wrong shui

Non sono esattamente un accumulatore seriale, ma in nuce forse qualcosa c’è. E sento bene che si tratta di un disturbo. Non è un fatto qualsiasi. Sento un dolore fisico simile a quello dell’ansia vera, quando devo risolvermi a mettere in ordine. Mi sale la temperatura, inizio ad agitarmi, me ne vado in giro come uno zombie.

Al mio ultimo trasloco ho affidato ad una nostra amica le cose con le quali non riuscivo ad avere a che fare: lei ha preso tutto come stava e ha AVVOLTO in una carta alcune cose, schiaffandole in dei cartoni. Mi sarei ritrovato il problema nella nuova casa, ma almeno quello del trasloco era risolto. Io ho sofferto, davvero, ma contemporaneamente ho ringraziato questa persona e ho capito che potevo aiutare nello stesso modo qualcuno: se la roba non era mia potevo aiutare.

Come mai, cosa faccio? Normalmente scrivo dei piccoli appunti. Spargo questi foglietti ovunque. Poi li raccolgo, poi queste raccolte le metto da qualche parte. Tutte queste cartacce polverose sono spunti. Sono spunti per cose che non ho imparato, non ho approfondito, non ho provato. Sono cose che hanno toccato per un attimo la mia vita, ho trovato interessanti ma non le ho assaggiate. Ancora, perlomeno.

Credo che sia questo: lasciarle andare, spezzare questo legame, per uno che, come me, ha poca memoria e non intende averne perché può prendere un appunto, significa gettare via un possibile pezzo di futuro. Dico io eh. Magari non è questo. Alcune volte si, sono legato a degli oggetti e quello che mi incasina (mi manda fuori di testa proprio) è non avere il posto giusto per loro. Continue reading →