Il sollievo del fatto che non freghi a nessuno

Tre miliardi di anni fa tizio cantava “siamo soli nell’immenso vuoto che c’è”, ma scommetto che qualcuno con un po’ di cultura seria potrà dirci che il concetto alla base forse può essere reperito anche nei Veda, in qualche scrittura Egiziana, nei filosofi antichi sia qui che in Cina oppure magari tra i Maya.

A nessuno gliene frega un cazzo di te.

Può sembrare disperante. Ma pensate di vergognarvi, per qualche motivo; pensate di sentirvi brutti, inadatti, socialmente indesiderabili. Potreste, nel posto e momento sbagliato, si, raramente, essere presi di mira per essere sfottuti, ma circa dopo i 7 anni dovreste aver capito, se siete quel tipo di persona, dove non andare per trovarvi additati. Fuori da quello specifico ambito di gente che fa il tiro al piattello con noi brutti e sfigati per divertimento, esiste la norma. E la norma è che non ti cagano, stai tranquillo/a. Ti senti solo o sola? Beh ma pensa perlomeno che l’aspetto di quell’isolamento che puoi gradire è: anche se ti stessi cagando addosso, in questo preciso momento, non gliene fregherebbe un cazzo a nessuno. Puoi cantare stonato/a. Puoi ballare in soggiorno. A nessuno gliene frega un cazzo se sei ridicolo/a.

E così quando vuoi morire. A nessuno gliene frega poi davvero un cazzo. Stai senza sentire nessuno per 4 settimane e vedi. A chi interessa? Non manifestare esistenza con social, telefono, presenza fisica. Qualcuno? No? Nessuno? Quanti anni hai? Se non sono neanche mamma e papà forse devi sentirli tu, magari stanno male e devi occupartene tu.

Ma magari no, stanno bene. Non gli frega, potresti essere sparito/a da tempo, rapito da un serial killer per sbaglio, nell’acido da una settimana, ormai sciolto/a.

È triste? Ma è anche liberatorio. Se a nessuno frega di te, se muori sono tutti cazzi tuoi, non fai male a nessuno. Certo, magari sul momento. Ma poi? Hanno dato priorità, ogni giorno della loro vita recente, negli ultimi anni, a qualcosa. E tu in quel qualcosa non c’eri mai. Ci hai fatto capolino e non ti hanno cagato. Offeso? Offesa? Ma non importa: il punto è: perché diavolo dovrebbe fottergliene qualcosa ora? Loro si fanno la loro vita ora e se la faranno domani, mentre tu imputridirai e tornerai a far parte del resto del materiale organico e inorganico.

Può rattristarti non essere interessante per nessuno, ma quando pensi che non gli frega di te, non gli interessa, gli sei indifferente: questo vale per tutto ciò che sei. Non hai di che vergognarti perché la vergogna è un fatto sociale: e tu alla società non gli freghi, la società guarda da un’altra parte. La società, al massimo, ti chiede di fare della fatica in più oltre a quella che devi fare tu per far sopravvivere te e contribuire alla fatica collettiva senza volto, che conta solo il peso di fatica che metti su una ipotetica bilancia, un silos delle nostre fatiche, dalle quali attingere se collettivamente si delibera che qualcuno può.

Dunque, che obbligo hai? Hai dei debiti? Ne sei sicurissima/o ? Con chi? Con i tuoi genitori? Tu li hai creati o loro hanno creato te?

Hai dei figli? Hai un/a partner? Ti cagano? No? Che questo sia colpa e pena o che sia sfiga e dolore, essi non ci sono. Dunque se non hai debiti materiali: puoi morire, non soffriranno nel non vederti più di quanto non soffrano nel non vederti pur essendo tu viva/o. Non gli interessa un cazzo di te: vedi come è liberatorio? Non devi sentirla come una ferita, un buco scavato in te, non è qualcosa di te che ti viene tolto, ma una finestra dentro la quale nessuno guarda, che tu la tenga aperta o meno, se questa è la tua condizione.

La desideravi o è il frutto, la conseguenza della somma delle tue azioni e reazioni?

Questo può sicuramente causarti dolori per rimorsi, rimpianti, se. Tutti inutili, perché nel passato, che non puoi toccare.

ok basta così.

Prima e dopo ora. (ed altro)

Nel mio universo mentale e di interessi ci sono alcune cose che sono molto presenti, per cui la mia attenzione è abbastanza circoscritta e focalizzata su questo. Forse per questo motivo mi sembra che ci siano alcuni argomenti in cui si stanno svolgendo cambiamenti grandi, importanti, in un modo molto particolare. Uno è politico, simile qui e simile negli USA: il berlusconismo e il trumpismo. Ci sono stati, hanno scrostato via la pelle di un animale delicato, ferendolo gravemente. Ma quell’animale delicato era a nostro beneficio e vantaggio. Serve tranquillità per fare cose grandi e durature.

L’altra è un grande rivolgimento, cinquant’anni dopo il suo inizio, del vero potere delle donne. Che passa per il sesso e il rapporto che questo ha con l’altro genere ed il potere. E che passa per l’indipendenza economica.

Quello che manca è la conoscenza del passato, del capire cosa c’era, cosa si sta muovendo e dove sei tu, in quale punto, una strada nuova, non solida e antica, chiara per tutti, scontata.

Continue reading →

Funerali alla cultura in Italia #20120423

sentito cordoglio e condoglianze

La cultura ringrazia.

Prendo spunto della notizia del flashmob di Viterbo, il funerale simbolico alla cultura dopo la chiusura di ogni spazio pubblico che ad essa era dedicato.

Qualcuno, quando un quotidiano nazionale (poi* lo dico) stava chiudendo, alla radio disse che ne aveva parlato con un proprio amico indignato perché non era possibile, era una vergogna e così via – e lui gli chiese “ma tu lo compri? Sei abbonato?” e l’altro rimase un po’ spiazzato, fino ad ammettere che no, non lo comprava. E allora… Continue reading →