morte decente solo per chi ha soldi

letale

15 grammi di pentobarbital più antiemetico, con eventuale cloruro di potassio. E siamo chiari. Se, un pochino prima, magari vado nella parte esterna di una passarella da Bungee Jumping, magari sto più sicuro.

Ora, se ho ben capito, per fare ‘sta cosa si pagano circa 20-21mila euro. Non li ho mai avuti tutti assieme. Vuoi che la dolce morte sia solo per i ricchi? Pure quella? Non solo possono vivere come gli pare, ma pure morire? Mavvaffanculo.  Continue reading →

La tua volontà non conta n.201210221337

non dimentichiamo WELBY

Tizio ( soccorritore professionista) e Caio (persona qualsiasi) discutono. Tizio assicura a Caio che, se mai si dovesse sentir male, lui lo soccorrerebbe prontamente. Caio sostiene di avere, contenuto nel suo portafoglio, un documento in cui dichiara la sua volontà precisa: non vuole essere rianimato – dice – per tanto, se dovesse rimanere vittima di un incidente e Tizio lo salvasse, lui poi lo denuncerebbe.

E si sbaglierebbe di grosso. A parte il ruolo in cui Tizio possa trovarsi, per tutti noi vige l’obbligo di prestare soccorso. E non esiste carta che tenga: se desideri essere lasciato a morire, a nessuno interessa, nessuno cercherà cosa ne pensi nel tuo portafoglio, anche se hai tatuato sul petto il testamento biologico.

Quel che, poi, eventualmente, succederà in ospedale, forse, è un altro conto: ma per quanto riguarda il primo soccorso, io e voi, dobbiamo chiamare subito il 118 e riferire ed eventualmente, per chi sia adeguatamente formato, di essere in grado di fare qualcosa di più del semplice cittadino. Ma il punto resta questo: che si sia formati, professionisti, volontari, semplici cittadini che non vogliono incorrere nel reato di omissione di soccorso, non esiste l’obbligo di cercare la volontà del ferito.

regressione: la 194

perché l'hai fatto nascere se sapevi che non avrebbe potuto mangiare?

perché l’hai fatto nascere se sapevi che non avrebbe potuto mangiare?

Non ho in questo momento la forza di spendere parole a sufficienza contro degli slogan classici di chi difende la vita “in sé” e non invece la vita con la prospettiva di poter essere vissuta in un determinato modo … o nel rispetto di chi è vivo, che non venga oppresso, che possa vivere una vita di qualità, che sia felice, che non sia avversato dai propri simili come “concorrenti” nelal sopravvivenza. Continue reading →