Citazionismo culturale in un mondo che corre

Non comprendete forse “d’oh”, Monsieur Dausserniere?

Trovatevi ogni giorno di fronte ad una macchinetta del caffè, per vent’anni, in un ambiente semi-industriale, in cui quindi sia condivisa una differente tipologia di popolazione. Diciamo la classica operai-impiegati? Va bene. Ogni giorno. Ad un certo punto vi renderete conto di cosa si parla, lavoro a parte. Di cosa si ride, soprattutto. Lasciamo perdere i selezionati amici che si incontrano.

Una delle cose su cui fare i raffinati che “si intendono” è condividere qualcosa, condividere un retroterra culturale? Cosa potrebbe voler dire? Un vissuto comune? In una fabbrichetta di 150-200 persone… cosa potrà essere? Dipende dalle fasce d’età, dalla zona di provenienza. Gente di paese? Quindi conoscenze comuni, comportamenti, personaggi noti.

La TV, ovviamente.

Prima che fosse la TV a fornirci un terreno (schifoso) comune , tra chi se lo poteva permettere, si trattava della letteratura. Niente cinema. Avere riferimenti culturali di altro genere (musicale? Per fare una battuta? Troppo nerd). Una citazione la “sentivi” se avevi letto e ricordavi tal dei tali… i classici, o magari si aumentava la raffinatezza (e la presunta acutezza) se erano di difficile reperimento, se avevi superato il numero di classici, se avevi letto i francesi, i russi, che so.

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SEI RIBELLE AL TUO PAESE

Sei ribelle se resti, se resti dove la merda della tua vita si svolge ogni giorno, dov’è iniziata. Non sei ribelle se te ne vai e non cambi un cazzo di quello che ti ha prodotto i lividi e tutto il resto. Te ne vai e li lasci li, eh? Te ne vai e fai quello che vuoi. Ma non dire che sei un ribelle, questo non puoi dirlo.

Puoi dire che se ne restino li nella loro merda io faccio altro. Ma non sentirti ribelle. Hai solo abbandonato. Probabilmente ogni giorno, ogni settimana in cui sei andato o andata via… loro hanno messo una radichetta in più, rafforzato un legame in più, ribadito un rapporto di forza in più, sottolineato che loro hanno e hanno sempre avuto ragione, potere, qualcosa. Che vince. Che ha vinto su te, sulla tua vita, su chi non è come loro. Vincono e mantengono la zampa sul territorio. Alla fine hanno vinto loro: ti hanno mandato via. O te ne vai o stai alle nostre regole.

Ma è un intero paese, un INTERO paese libero oppure sono libere dalla colonizzazione della merda provinciale solo le città? Che poi magari sono affette da altro.

Se resti dove sei e combatti lì, allora sei ribelle. Se fai il 68 nel tuo paesello. Se sei femminista, gay, contro, gender, anti. Qualsiasi cosa tu sia. Se lo sei dove sei, allora si. 

Ma certo che non sei li per far felice qualcuno. Sei li perché esisti. E quindi puoi andare via e fare altro. Ma non raccontarti che ti sei ribellato/a. Il capobranco ha fissato per bene il tuo culo e le tue spalle mentre te ne andavi. Poi si è girato e ha controllato se qualcuno alzava lo sguardo.

E poi non ci sei mai stato.

tira e molla (32ma puntata)

L’ennesima volta che mi trovo, con lei, a fare una cosa bella e trovare che per lei era non brutta, ma bruttissima. Soffre. Mi sento combattuto, ora. Sento che voglio farcela, che voglio stare con lei, amarla, che la amo, che voglio che stia con me… e contemporaneamente vedo che mi sto sforzando di farla felice perché se non lo faccio felice non è. E sento che non le basterà mai, che mi sentirò sempre non all’altezza e alla fine non mi tirerà nemmeno per lei e mi sentirò di nuovo subumano.

l’inverno arriva sempre

Le dicevo che la mia ex, con la quale convivo e con la quale non dormo più, per non far del male a lei (o dormo in studio o dormo a casa di lei, oppure nella mia sul divano) ora la sento distante e distaccata, come se le avessi fatto qualcosa, che non è più tanto nemmeno come un’amica. Lo dicevo per dire “vedi che non siamo così vicini intimi ed amiconi?”. Certo io me ne dispiaccio perché un po’ di confidenza, con una persona con la quale hai vissuto mezza della tua vita, pensi di averla sempre. Io almeno lo penso. Ma il messaggio era: visto che sei gelosa del nostro rapporto e lo trovi eccesivo, guarda, siamo ancora più distanti.

Invece praticamente ci lasciamo, dopo questo. Ora non ho tanta forza, più, per descrivere il tutto ma… Anche se ne usciamo, io sempre, ogni volta, non mi sento al sicuro e tranquillo perché per qualsiasi cosa è così: ogni volta ti lascio, ogni volta vado via, ogni volta non posso tare con te se tu. E cosa vuoi costruire con le basi fatte di stuzzicadenti che basta dargli una schicchera per farli cadere?  Continue reading →

Che differenza c’è tra la modalità “AF spot con punto singolo” e “Singoli punti AF”?

Se, anche voi, siete passati da un modello relativamente datato di Canon EOS ad una dalla 7D in poi probabilmente non capite, dal manuale (che, lo ammetto, sto leggendo in ordine e quindi non ho terminato) che diavolo differenza ci sia tra la modalità “Af spot con punto singolo” e “Singoli punti AF”.

Ovviamente la precisione, l’area coperta.

Spot: più preciso.

Fonte, CLICCA QUI.