Scaloppine al latte (ricetta per la luna)

19 anni fa vinsi una competizione, una “gara di scaloppine” in modo totalmente immeritato, con questa ricetta. Non si tratta di modestia: io avrei fatto vincere delle scaloppine che erano state fatte con tutti i sacri crismi del saper-fare. Il mio è ovviamente un trucco di’impatto che nasconde l’inabilità del cucinare a puntino un piatto semplice. Per cui per chiunque NON sappia cucinare: se volete imparare a fare BENE le scaloppine al “qualsaisi cosa” tranne questo, andate a leggere almeno un buon libro di cucina. Ah si, mica istruzioni dirette: no no, ricetta con considerazioni, sproloquio, prolisso e logorroico. Se no: GOOGLE.

Scaloppine al latte

Usate una padella antiaderente, larga, molto larga. Ma tipo? Tipo 30 cm. Più grande? Ma si, va benissimo. Basta che abbia il coperchio.

Ingredienti

Fettine per le scaloppine: chiedi al macellaio che sa tagliare la carne, oppure studia.
quante? Per quante persone? Ma quante vuoi. Io me ne mangio anche 3 da 120g come niente. Ma grosse quanto? Ma ti ho detto di chiedere al macellaio che sa. Non intendo uno che taglia e basta, ma uno che conosce i tagli della carne davvero, che la sa tagliare, in che verso, con che coltello, seguendo la nervatura eccetera. Quel macellaio li. Se no: studia, io non lo so.

Farina
sale
Olio d’oliva (avrei detto un tempo), una noce di burro
Olio di riso (direi oggi)
Latte intero (dipende da quanta carne vuoi: ma più di due litri non credo eh!) parmalat <– no marchette, è buono.

Se il tuo macellaio non “cura” la carne, batti la carne, lascia quanto grasso ti piace ma in teoria se lavori al ristorante il macellaio ti ha dato delle fettine che non vedono nervi e grasso che corre… se però sei a casa ti becchi gli scarti anche se sei il Conte; prima vanno da loro, poi vengono da noi. Così mi disse lo chef a Cortina quando lo vidi rimandare indietro il fornitore con la coda fra le gambe e un “quella te la mangi tu”. Quindi? Quindi se c’è TROPPO grasso per i tuoi gusti, ne togli un po’.

Infarinare le fettine: hop infarinare, poi appoggiare su piatto, come faceva la mì mamma. Magari lo fa ancora, che ne so. Se invece siete mastro-velocità infarina schiaffa infarina schiaffa infarina schiaffa (nella padella).

Padella su fuoco alto all’inizio, olio di riso (perché? perché l’olio di riso sa di burro in cottura! Secondo me, mica secondo tutti) giusto da non vedere più il cerchio del fondo antiaderente, ma niente lago. Schiaffare (delicatamente, dai) le fettine infarinate. Il tutto sfrigolerà per un po’, perchè in realtà si stanno letteralmente friggendo nell’olio. Se possibile adagiatele in modo che non si sovrappongano che mi da fastidio che si arriccino. Se si arricciano perché vi hanno venduto lammerda, fate dei taglietti ai lati. Se non vi importa che si arricciano godetevi i vostri arricciamenti.

Girare dopo 2 minuti. Girare di nuovo ma prina controllare che si stia adessononmivieneiltermine abbronzando, scurendo, crostolando insomma quando c’è un inizio di crosticina perché era a fuoco molto alto. Ora abbassate il fuoco al minimo, versate il latte in modo da ricoprire tutta la carne e che sia appena sotto la superficie. Dovrebbe presto sobbollire piano. Da quando sobbolle, lasciate il coperchio per 8-10 minuti. Poi togliete il coperchio. Lasciate cuocere a fuoco bassissimo in modo che il latte si consumi (o che si riduca) fino a quando non è più un liquido ma una crema.

A questo punto potete salare.

Prima avreste potuto aggiungere noce moscata. O anche pepe.

Fine. Viene tutta una cremetta. Fa gran scena ma in realtà fare le scaloppine normali come si deve è, per me, un’arte. E infatti il mio premio fu, lo ripeto, immeritato come cuoco. Era la ricetta, semmai, interessante. Se non fate come me che risco a bruciare PERSINO questa roba, dovreste avere un piatto gustoso, con la carne saporita e morbida, anche se non avete la minima voglia di starci attenti.

Moon giuro che una te la posso scrivere da manuale, ma è una gran palla per questo blog! 😀

di dissenteria, di minestre e del troppo sale

Warning: QUESTO POST E’ PRAGMATICO e ALQUANTO PROSAICO.

Quando ogni 40 minuti scarico il meglio di me in raggi liquidi maleodoranti marroni e questo accade 8-9 volte in una notte, verso la 7a volta, con le gambe molli, strani pensieri ossessivi mi vengono per stanchezza :tipo “come si dice quella tal cosa in inglese?” … oppure “e pensare che 60 anni fa e pure oggi in molti posti, la gente muore così. Muore. Ci lascia le cuoia defecando.

Si caga via per sempre.

E’ orribile. Se volete … è poco stylish … perché non posso pensare alle ultime 7 modelle che vedo nelle pubblicità dei profumi a morirsela così, consunte sulla tazza. E sicuramente questa mezza comicità mi viene perché in effetti non so quanto male possa fare e che sintomi comporti a parte quelli provati da me medesimo (a proposito: se vi brucia il culo potete usare una pomatina di Acido Borico (Vasellina Borica) che non credo sia la stessa cosa indicata per quando volete fare sesso anale lubrificato con qualcuna/o… semplicemente tra un bidét e l’altro spalm-spalm, che la volta dopo rischiate meno di sentire dei dolori brucianti) … quindi ci permettiamo ancora di scherzarci su; ma ricordiamocelo : la gente muore di dissenteria e in passato moriva di brutto. Continue reading →

Prendete una gallina…

pubblicità vintage“Prendete una gallina e…” esordiva la ricetta in quel vecchio manuale di cucina. E già ai suoi tempi, mia madre si fermava disperando “è una parola! Io non la so prendere la gallina!”. Pur vivendo in un ambiente in cui “prendere una gallina” (leggi = prenderla ed accopparla tirandole il collo con decisione) era cosa di tutti i giorni, il problema logistico era dovuto soprattutto alla sua mancanza di skills, insomma di di know how … in pratica non sapeva come cazzo fare. Magari la (sua) nonna si (la senior lead chicken killer) e quindi ci pensava lei. Ma la (sua) nonna aveva deciso che mia mamma doveva studiare e quindi la cacciava a pedate dalla cucina e non le insegnava nulla. Brava! Emancipata, direte voi. In parte è vero, ovvio.

Solo che mia madre non s’è emancipata a sufficienza (non si è emancipata affatto). Cucinare bene come sapeva fare la sua nonna le avrebbe fatto comodo (e anche avere il brevetto d’aviatore come il nonno, ovviamente). Mia madre è una dei baby pensionati che oggi ringraziamo tanto perché in 40 anni (lei credo sia di una seconda ondata) ci hanno fottuto qualcosa come 150 miliardi.

La politica non l’ha fatta lei: c’era l’occasione, lei è salita sul carro; smettiamola qui, eh?

Il punto semmai era il rapporto con mio padre e il fatto che sostanzialmente lei stessa fosse prona al maschilismo. Onde per cui si supponeva fosse Suo Dovere e Suo Compito provvedere a faccende domestiche, cucina (e buona cucina!) compresa. Un sano “impara l’arte e mettila da parte” sarebbe stato quantomai d’uopo, invece. Come neo lavoratrice si è trovata in posti sperduti senza sapersi preparare una minestra decente, con vecchine che la guardavano, fortunatamente, con compassione e poi le preparavano da mangiare, tentando di sopperire laddove mia nonna (che lavorava e quindi non era in casa) e la bisnonna avevano lasciato un vuoto gigante.

Detto fra noi: se sai cucinare, puoi decidere di farlo o meno per qualcun altro: se NON  lo sai fare, è un altro paio di maniche. E così vale per la pulizia e anche il fai da te, il motore dell’auto ed altre faccende di sopravvivenza: io non so stirare granché bene, anzi, non so nemmeno più se ne sono capace. E lavare un capo davvero sporco? Ma bianco o colore? E sporco di cosa? Eeeeehhh non facciamola tanto difficile eh? E invece no: mia madre in seconda elementare aveva il “quaderno delle macchie” … quanto mi farebbe comodo adesso!

Ma davvero? “prendete una gallina” diceva quel vecchio manuale. E nel mio caso non sarebbe solo una questione di capacità: io dove caspio la prendo una gallina? Io vado dal macelliaio e la prendo. Ma quasi quasi non ci vado nemmeno più dal macellaio: ci hanno fatto una gioielleria nell’ultimo negozio di macelleria “vero” che io abbia visto: hanno tolto solo i ganci perché i marmi classici e le vecchie scritte ottocentesche ci stavano bene. Il “quaderno delle macchie” di mia madre magari oggi mi direbbe di usare la lisciva, la cenere… o di prendere dell’acetosella… Poi magari vai a vedere ed il prodotto che acquisti oggi al negozio di detersivi contiene questi principi attivi… la chimica non nasce mica in un universo parallelo.

Io però l’acetosella non so dove sia, come sia fatta… e ora che guardo bene, serve a pulire le macchie di ruggine. Mica quelle d’olio.

Oh, scusate, vedo che “claudia mi vuole conoscere” e anche che mi chiede di “venire a scoprirla” … accorro, sarà certamente vero!