indovina chi viene a cena

All’improvviso il mio compare mi invita a cena. Io so che sono il suo compare. Lui sa che io sono il suo compare. Ma del vecchio matrimonio: ha fatto la cazzata, anche lui. Me la ricordo ancora Corinna. Ricatto sessuale invertito, anche, mi ricordo: “puoi scoparmi il culo se mi dai un figlio” e cose del genere. Ora che ci penso bene ha un figlio. O no? Dio mio!!! Che lieve disattenzione da parte mia. E’ che ci siamo persi di vista molto prima. Sicuramente per cazzate: che non ho mai perdonato. Sarebbe stato facile: volevo solo che mi dicesse perché mi aveva tolto la parola. Ha lasciato passare anni ed è tornato li come se niente fosse. Io ormai ero congelato. Con lui ho capito alcune cose: 1) che io non perdòno? (ora non saprei più, è passato del tempo) 2) che esistono una quantità di donne che non vogliono un figlio da te, ma vogliono un figlio. E che sarebbero molto oneste a fare tutto in stile Grande Lebowski, essere sincere e dire “a me di te serve solo uno spermatozoo, dammelo e togliti dalle palle”. E invece c’è tutto un contorno di stronzate.

Queste donne, queste ragazze, esistono. Non ho in nessun modo detto che “tutte le donne” qualcosa. Corinna era così, me lo ricordo. E’ tuttora felice, credo, della figlia che è nata… anche se quando l’ho vista in un negozio con lei, forse, forse, ma forse… non sembrava felicissima. Un momento, sicuramente.

Questa sera ero a cena da lui, con la sua nuova boh, moglie, compagna, donna. Da molto tempo hanno messo su casa. Ed era una vita, anni davvero, che non venivo invitato in una occasione da “gente per bene”. Invecchiando e venendo incanalato in una vita “regolare” l’ho fatto eccome. Ma pian piano era sparito tutto.

[pausa: la gatta ha vomitato, brutta schifosa!]  Continue reading →

solitudine #1289347

Collaboro come consulente/operativo per roba-di-social con una donna, ottima, brava, che è dipendente di suo marito. Lo specifico perché in sostanza io sto lavorando per lui. Ma lui non crede nella cosa. Mi stima come fotografo, forse come persona. Forse non mi stima affatto ma è uno che cerca di andare d’accordo con le persone. Era uno di quelli che ho contattato per il killer e che non me lo ha voluto presentare, quindi tutto sommato forse non finge: era uno di quelli che mi ha detto “no, per te no”. Mi ha chimato lei. Lei ci crede, lei apprezza, lei dice “sei indispensabile, sei il mio ufficio marketing, mi servi, dobbiamo pompare, devi seguirmi”. Ha solo bisogno che le dica che sta andando bene e di qualche consiglio di tanto in tanto. Non mi vergogno di farmi pagare solo perché se conto il numero di chiamate e il tempo il costo è giustificato. Ma solo per questo.

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comevisieteconosciuti

Siccome io di problemi ne ho danti, ma il mio bisogno primario è legato all’amore – tutto intero, testa, cuore, sesso – non è che io mi dia per vinto e basta. Certo, sono stufo. Ma sono qua, no? Sono vivo. So già che posso tirare le cuoia quando il dolore per il rifiuto di essere amore per qualcuno sarà di nuovo insopportabile e un po’ di più. Quando non lo faccio so che devo migliorare quello che mi cruccia.

Sono sfigato inside, mi dico. Sono sfigato anche outside mi dico spesso. Ma non sempre. Talvolta questi periodi di “non sempre” si muovono all’interno delle 24 ore, mica di mesi. Così accade che io mi dia delle occasioni di tentare.

Quello che rende il “può accadere” il più naturale possibile sono invece le occasioni conviviali. Cose che tendenzialmente odio. Ma se devo tornare indietro con la memoria, spiccare nel gruppo è quella merda che non mi va di fare, perché sembra di dover fare le piume da pavone, in un modo o nell’altro. Essere brillanti. Affascinanti. Belli. Particolarmente colti (sempre in modo affascinante), abili in qualcosa di pratico od artistico. Ricchi? Spiritosi (rispetto al background culturale di quella occasione) … comunque spiccare. E che in qualche modo invece magari mi viene, mi è venuto. Conoscere, procedere. Ma mica capita. Immagino che il viveur seriale lo faccia accadere e che mi guarderebbe con il sopracciglietto alzato dicendomi “le occasioni te le devi creare, caro“.  Continue reading →