non possiamo essere tutti ingegneri n.20130707006

Preparatevi: l’ennesimo luddismo da bar. Partiamo da questo: l’unica possibilità per competere in un mercato globale è innovare. Operai specializzati, invenzioni, cultura, eccetera.

Ma una popolazione può essere tutta fatta in questo modo? Quanti dei nostri laureati trovano lavoro? Ok, potreste dirmi che sia il cane che si morde la coda, che è proprio questo il simbolo della non-innovazione, perché in un paese che innova i laureati trovano più posto. Non facciamo ricerca. Ok.

Facciamo finta che ci sia ricerca e che i laureati lavorino. Famo tutti innovazione? Tutti roba nuova ogni giorno e se non fai roba nuova muori, sei fuori, out? Ancora una volta, mi sembra che il mercato lavori in maniera e con dei tempi che sono disumani. Mio padre non ha innovato un cazzo in tutta la sua vita, ma per fare il suo lavoro serviva studio, precisione, pignoleria, conoscenza del settore e delle leggi, tenacia e determinazione, una certa forza di carattere. Ma di base le regole erano quelle e quello che fa serve ancora. Forse alcune delle cose che faceva spesso oggi si potrebbero far fare una sola volta o comunque con delle ripetizioni preimpostate con un drone. Non so quanto costi, non so quanto sia preciso, ma la possibilità esiste.  Continue reading →

sto leggendo: L’ultimo Teorema (URANIA)

Leggo, quando riesco a non provare la sensazione “dovresti fare qualcosa di utile” (senza poi fare una cosa che non mi faccia anch’essa pensare lo stesso “dovresti fare qualcosa di veramente utile”). Cerco di leggere narrativa, fantascienza, che mi piace e che penso sempre di aver perso nei miei primi quasivent’anni di non-lettura.

Ora leggo “L’ultimo Teorema” (Arthur C.Clarke – Frederik Pohl, Urania) e per ora sembra carino. 

Un bel chissenefrega ce lo mettiamo?  Sarà mica una recensione questa? No, infatti, non lo è. E’ un blog di uno che sta cercando di non guardare nella pece nera, che talvolta schizofrenicamente ed istericamente ha un barlume di qualcosa da dire, che diceva anche prima, e che di tanto in tanto semplicemente … chiacchiera con meno dei lettori previsti da Manzoni per il Fermo e Lucia e che paiono frequentare testardamente il suo blog.

Comunque Clarke e Pohl di certo non vanno considerati dei pivellini. Ci sono gli alieni… ci sono i non-soliti-americani (per ora) … vedremo. 

 

Degradation trip

quanto ci vuole per passare dalle stelle alle stalle? Qualcuno aveva una frase molto ficcante per dire che chiunque, non importa quali vette abbia raggiunto, può rovinosamente precipitare a terra e diventare un miserabile. Non la ricordo. Credo che in alcuni mesi, circa 6, si possa dubitare di essere mai stati in grado di fare qualcosa: di essere dei ladri di stipendio, di avere imbrogliato tutti. In 8 ne sei sicuro. Dopo circa 10 puoi trasformarti da uomo (che magari già non trovavi più che mediocre) a quel tipo di persona che guardavi con un misto di disprezzo e di pena. Senza arrivare al barbone, ma con l’unica differenza che per qualche motivo sei ancora pulito, hai i vestiti, riesci a pagare il mutuo o l’affitto e poco altro. Tutto qui.

Il viaggio verso la degradazione di sé inizia quando le cose vanno ancora bene, credo.

E, come ho già detto, credo che i più predisposti siano stati educati in modo sbagliato. Ma se credete di avere la risposta, calmatevi subito. Per avere un essere umano così forte e robusto, mentalmente imperturbabile, da superare momenti di crisi nera per tutto il branco, credo sia necessario fare un lavoro attento e misurato: non è la rupe di sparta. E’ forse un misto. E serve qualcuno che di psicologia se ne intenda, non qualcuno che liquidi tutto con “e basta con ‘ste seghe mentali!”.

Non che quella via non possa offrire dei vantaggi.

Toh: non c’è il sole: la mia meteoropatia si fa sentire, vedete? 🙂

Perché il 9/11 hanno attaccato gli USA invece di Ratko Mladic ?

immagine raffigurante tortura di qualche santo nel passato

Quando uno decide che può sterminare la gente non riesco bene a figurarmi la “rieducazione”

Leggo che questo simpatico signore Ratko Mladic senza andare tanto per il sottile può essere considerato direttamente responsabile di decine dimigliaia di morti musulmani. Ebbene, se i mandanti dell’11 settembre sono (a prescindere da qualsiasi aggettivo) musulmani, non avrebbe avuto più senso mirare a questo qui, piuttosto che al simbolo del Capitalismo?

Dico, tanto per ragionarci su, se per caso ce l’ho con un criminale della finanza che rovina 20000 famiglie, d’accordo. Ma se qui, di fronte a me, ho uno col coltello in mano ancora sanguinante, diamoci una priorità, no?

Boh, io questi terroristi non li capisco. (<– prego, questa frase va letta con la voce del tipo magro alla panchina di Ale e Franz) Continue reading →