il ritorno della joia (audio)

ORA, solo ora, carissimi cinesi che mi chiedete feedback un secondo dopo che mi è arrivato il pacchettino da Amazon, ORA vi farò la recensione.

Ma iniziamo con la gioia: l’audio è ritornato ad allietare le mie affamate orecchie. Perché una grande parte del mio lavoro si svolge al computer. Non tanto bella, per altro. Ma diventa infinitamente bella perché per uno come me, che quando andava in treno a Liceo veniva definito dai “grandi” quello “in simbiosi con le cuffie” (che erano auricolari), avere costantemente la colonna sonora è bello. Un giorno forse vi racconterò la mia storia del silenzio del 2001.

Ma ora i Puscifer stanno facendo il loro lavoro, accompagnandomi. Perché tutta la mia bellissima bla bla bla catena di ascolto era andata affanculo. Certo, bastava attaccare le cuffie del Lidl alla scheda sonora onboard. Ma allora anche usare il cellulare. La DAC si collega al computer con un cavo USB-MiniUSB , che poi sono quelli standard di ogni cellulare (mac esclusi) degli ultimi 6 anni. Ma i cavi non sono tutti uguali. Per caricare vanno quasi tutti bene. Per trasferire dati non è la stessa cosa. E poi USB3 e USB2 sono faccende diverse.

E la lunghezza conta. Ahhhh si. Qui non ci sono Lingham e Yoni che tengano. Con l’USB la lunghezza dei cavi è sempre un terno al lotto. Quindi i signori della YOSOU producono cavi che sembrano identici, ma quelli grigi da 2 metri non vanno bene, non risulta esistere la mia DAC. Quelli rossi vanno bene da 1 metro, da 2 metri (evviva!) e NON da 3 metri. Stessa confezione. Per trasferire dati ad alta velocità in tempo reale per la musica digitale->analogico pare non sia tutto uguale. Il mio problema era solo far passare il cavo nel buchetto del tavolo e piazzare la DAC sul tavolo in modo che non si tirasse l’infinitamente corto cavo delle cuffie. Tutto a posto. L’audio è tornato. Ed ha un piano (cit).