La chiamo, ingiustamente, “la mia stalker”. Da qualche tempo, credo qualche mese, una ragazza (27, mi pare) mi contatta regolarmente su whatsapp. Io e lei ci eravamo già Lei mi aveva già lasciato, io cazzeggiavo su Facebook sui profili di gente alla quale ho dato l’amicizia (lo faccio solo con gente con la quale ho avuto a che fare personalmente) e che aveva postato qualcosa. Vedo una stronzata di quelle in stile “frase nel quadrato” e ci faccio sopra un attimo di ironia. Manco mi ricordo come mai conosco questa persona.
La frase nel quadrato era qualcosa come “preoccupatevi quando le persone smettono di rompervi le palle, perché ve le rompono quelli che vi amano”. E consideravo che ad esempio se uno mi parcheggia in doppia fila allora mi ama. Oppure che so, se cerca di passare il posto al supermercato. O che so, se mi dice che mastico troppo forte i popcorn al cinema. Mi amano. Mi amano tutti capito? Non lo fanno perché interessa a loro qualcosa. No, sono altruisti, mi amano, desiderano il mio bene. Se incontro una persona e mi dice che sono ingrassato: lo fa per il mio bene, desidera che io prenda provvedimenti. Non ha una incontinenza comunicativa, non lo fa perché vuole impormi la sua visione. Assolutamente no no no. Il mio commento fu molto più breve, quasi solo ironico e non sarcastico, non stronzo. sia chiaro. A me FB serve per lavorare. Quindi MASK MODE ON, almeno nei limiti della decenza del non essere stronzi proprio col rutto.
Lei. Lei boh, non mi ricordavo. E invece era la sorella di uno sposo che avevo fotografato come secondo fotografo chissàquando. Mi contatta su messenger. Mi fa sapere che una delle foto che le avevo fatto era una delle foto che amava di più. Un complimentone galattico. Ma non molla. Alla lunga credo vorrà essere fotografata, il suo corpo, i suoi tatuaggi. Ha sicuramente avuto problemi di peso e di pelle che le hanno causato esclusione sociale, sofferenza, eccetera.
Si fa sentire ogni giorno. Ha un ragazzo. Lo considera “il suo tutto”. Ma le fa piacere poter “parlare” con uno sconosciuto. Credo sia un po’ la forma del blog di chi odia la tecnologia. Amicizia virtuale? Ma io non abuso della parola “amicizia”.
Ad ogni modo ormai è qui, da un pezzo. E una di queste sere andiamo a piangerci un film che ha già visto e la vado a prendere perché ha fatto un incidente da piccola e non ha imparato a guidare. E non mi piace mica fisicamente eh. Di carattere boh, non direi. Ma non se ne va. E le persone che non se ne vanno… beh, sono rare.