Autogrill, vedo mio fratello per il caffè; da un mesetto – più una settimana – ha quell’energia frenetica che ha quando è in quella fase. Mi preoccupa per questo. Perché fino ad ora è sempre stata una fase. Poi va in down e addio. Ha tutto il diritto di andare in down, ma è come se volesse convincere tutti mentre deve autoconvincere sé stesso. Infatti mi dice che mio padre lo guarda con sospetto. L’unica cosa che posso fare io è non lasciarlo trasparire, questo sospetto, perché io ce l’ho. Magari lui lo ha pure già visto. Solamente non manifesto particolare entusiasmo, perché non ho nessun entusiasmo in effetti, ma mica c’entra lui. Però in mezzo a questa energia non ha perso quella di sapere lui la cosa giusta. Come se durante gli ultimi 10 anni in cui è stato in narcolessia, senza contare i precedenti 20, noi tutti non avessimo avuto la capacità di fare le cose. Come si muovevano prima, le cose? Come si sistemavano prima i problemi? Ma questi sono dettagli, cazzate. Chissenefrega.
Si interessa al mio debito con M. Pensa che lo abbia con T. Non so come gli sia venuto in mente, ma non importa. Sembra volersi occupare dei problemi degli altri… ma io non ho nessuna intenzione di fare occupare nessuno di roba che non ho chiesto: quando te la chiedo mi piacerebbe, ma se non te la chiedo, non per umiltà o altro… ma proprio perché quello non è un problema, preferisco che tu chieda se ho bisogno. È un tipo di invadenza che sembra presumere che io abbia un problema e che tu lo debba risolvere ma… è una cosa che faccio diversamente da te. Magari il problema lo ho, ma riguarda un aspetto, non tutto… e tu invece vuoi rivoluzionare tutto come se fosse casa tua, mentre magari io ho il problema di mettere un chiodino per un quadro e non lo so fare. Ma tu vuoi entrare e rifarmi l’arredamento, senza pensare che non hai una stanza, un muro, tu. Questo mi infastidisce, certamente. Ma il fatto che sia la manifestazione di un risveglio invece mi fa molto piacere. Espone ad alta voce le giuste cose, tipo pensare che un domani non ci saranno soldi e che dovrà procurarseli. A me pare un bene. Ma naturalmente mi chiedo: quanto durerà? Si sente solo “sfortunato” e quindi non considererà mai le sue stesse scelte? Cosa che ovviamente si può e si deve dire anche di me. Io non credo di sentirmi sfortunato. In qualche forma, se voglio, posso fare il tipo ragionamento irreale, che non sono nato figlio del Re, che non sono nato col cazzo di Rocco o bello come un adone. Ma so bene che il mio sentire ha un metro, il mio non accettare ha una misura e la decido io: colpa mia, nessuna sfortuna. Avrò anche avuto sfortune, ma non sono quelle che hanno determinato il bilancio negativo della mia vita, credo. Sono stato io. Ho giocato male questa partita e non serve mettere gettoni, non si può rigiocare, si può solo continuare questa… se non vuoi perché è il bilancio totale che non ti sta bene… non vuoi.
Quando si interessa al mio debito penso “ma non vorrà mica aiutarmi vero?”. Perché ovviamente so che questo riuscirebbe a farlo. Ho cieca fiducia che questo lo riuscirebbe a fare: quantomeno riuscirebbe a darmi la sua stessa parte di soldi che la nostra parente ricca ci manda – a noi fratelli – da un paio di mesi. Ma penso che sarebbe orrendo scoprire che mi starebbe aiutando a ripagare un debito che è una delle cose che mi separa dall’accelerare di più la ricerca di un metodo concreto per suicidarmi. Non credo sarebbe felice di sapere di avermi dato una mano ad accorciare i tempi. E non posso certo dirgli “no guarda, pagato il debito mi ammazzo, quindi credo sia meglio se li tieni, non tanto per me, che sarei ben felice di farla finita, quanto per come ti sentiresti tu dopo, che ne dici?”. Che dopo mi tocca stare li a rompermi i coglioni a contrastare qualcuno che mi dovrebbe dire quanto bello sia stare qui, quando ovviamente si tratta di una scelta personale, egoistica, che non mi serve sforzarmi troppo, anche quando sembro freddo, per ricordarmi il dolore intenso che provo, quando lo provo. E che più penso alle rare e meravigliose gioie e più quel dolore per la loro mancanza si intensifica e mi fa ripiombare il bilancio, che avevo appena riposto nel mobile, in testa pesantemente.
Così gli ho dato la stampante rogna, che per lui ora sembra invece una cosa positiva. Gli ho dato anche un po’ delle posate che a suo tempo avevo preso quando mio padre aveva insistito per andare a svuotare la casa che la nostra parente ricca avrebbe venduto. Che grande cazzata è stata. Ma in effetti sono stato molto accorto nel prendere. Solo cose di cui sentivo con chiarezza di avere bisogno: posate serie. Ne ho prese davvero a chili. Ma poi quando ho visto nel cassetto di mamma che stanno ancora a scegliere “quali mettere a papà” e “quella si piega”… mioddio, nel 2022, ancora con una cosa da ante-guerra … Almeno ci starà meno male lui, che ci vive ogni giorno. Si è davvero riattivato un po’, sta dietro al computer, prova a sistemare quelli di casa, anche quelli che sarebbe meglio non sistemare… ma se se li ciuccia lui, con conseguenze annesse, molto bene.
Voglio il suo bene, per cui mi auguro che trovi la sua via. Preferisco che pensi che sono uno stronzo snob distaccato, piuttosto che ci appoggiamo troppo gli uni agli altri, vista la mia intenzione, che mi rassicura abbastanza. Non nego che voglio fare un paio di cose belle prima, ma non penso affatto che ci sia da aspettarsi il successo, di portare a termine qualcosa.