Grazie, prego, di niente?

Grazie!

Di niente!

Di niente!

Di niente!

Ed è così, con non curanza, che affermiamo che ciò che abbiamo fatto … non lo abbiamo fatto, che non esiste, che “è il nulla”, che (non) è niente, non vale niente. Momento dopo momento ciò che facciamo è un nonnulla; non è, invece, un atto gratuito ma di valore? Ti ho dato – e sei in debito? No? Davvero non ti è costato fatica o quantomeno tempo? Davvero eri congelato in un armadio, qualcuno lo ha aperto, hai fatto qualcosa e poi sei tornato a prendere polvere?

O forse invece hai tolto tempo a ciò che facevi, hai distolto il tuo percorso per favorire quello di un altro? E lo hai fatto volentieri, senza fare storie, a prescindere dalla fatica, l’impegno o uso di mezzi, secondo ciò che puoi permetterti nella tua vita?

Forse è meglio dire “prego”. Che sia chiaro a TE, non agli altri, che non era “nulla”.

Dovremmo farlo più spesso, perché il “di nulla” sia davvero quando non è nulla, per poterlo differenziare.

Così come le cose sono “belle” e “bellissime”, ma devono essere eccezionali solo quando sono eccezioni, fuori dal comune.

Campagna per l’uso consapevole della parola.

BHUAHAHAHAHAHHAHHAhahahahahah 😀

Ok, ciao

Se hai verificato che quello che scriverai è vero, che è qualcosa di buono sull'argomento ed è utile che io lo sappia, ma soprattutto SE SAI USARE LA PUNTEGGIATURA, dimmi: