una splendida giornanal

Mi sveglio senza fretta, ascoltando quasi solo il sonno. C’è il sole. Dai neanche male. Mi contatta lei, ha finito scuola vuole bere un caffè. Dico ok, dai, vieni a XYZ (mio paese) ma non prima delle due, andremo a prenderlo.

Quando arriva deve fare la cacca, la vuole fare a casa mia. Ma sono sceso, le dico di no, lei vuole spiegazioni, le dico che non gliele do le spiegazioni, andiamo in un bar e la farà li. Ma lei è a disagio in altri posti e quindi parte il blaaaaa, in cui io rispondo ad ogni accusa di essere uno stronzo perché non la faccio andare nel mio cesso e non le dico il perché eccetera, che come sempre finisce sul fatto che lei ha pretese e che anche in cose che io faccio per lei comunque ha qualcosa da dire. Capricciosa, viziata. Lei, io non lo dico, si sente dare anche dell’opportunista. Ci sta. Ma dico: se mi attacchi, io ti rispondo. Se non lo fai, io sono qui a bere un caffè con te. Ma se tu non hai quello che vuoi tu come lo vuoi tu quando lo vuoi tu da chi vuoi tu alle condizioni che vuoi tu allora rompi il cazzo. Comprese le spiegazioni e il perché: non ti sono dovuti, non dovuti a nessuno. Io non rispondo a queste cose ai miei genitori, figurati a te. Alla fine litighiamo male ed è di nuovo addio, blocco, non ci vedremo mai più eccetera. E questa volta non so, forse ci sto, fanculo.

Ma questo mi pone di fronte alla mia inadeguatezza di persona. Essere umano che non sa frenare l’impulsività di un prevedibile rapporto. E di essere stronzo, di avere un carattere di merda, il solito carattere di merda, egoista eccetera. Restando con questo amaro, penso che siccome chi mi ama lo sente, lo racconto, che è bene.

No, non è bene. Anche questo, per vari motivi, scatena sensazioni brutte. Non il fatto in sé, ma quel qualcosa di non detto che esprime mia manchevolezza nei confronti di chi mi ama. Mi era stata chiesta sincerità e io l’ho data. Ma io so che omissione e sincerità VANNO d’accordo. L’incontinenza verbale, il dover raccontare, non significano sincerità. Tacere non è mentire. Semplicemente ci sono cose che non fanno bene, che fanno male, che magari semplicemente non interessano. Le cose sono state chiarite, ma tutti abbiamo un po’ pattinato sul ghiaccio coi pattini di sapone (che Bersani mi conferisca la medaglia delle metafore e delle belle immagini). Ne usciamo? Direi di si. Qui riassumo. Un giorno potrei parlarvene, quando questo blog non esisterà più, altrove.

Finiamo e forse respiriamo.

Terza botta: mi scrive una modella di nudo che è morto lo zio di Varese e quindi non posso eccetera. Sarà vero? Si caga sotto? Non so. Ma comunque ecco, queste, queste sono le sensazioni di vuoto, di mancamento che mi buttano giù: quello che una volta chiamavamo bidonare e che io ho sempre trovato totalmente inaccettabile (ma per essere vero bidone non ci sono gli avvertimenti) e che oggi si chiama spesso “pacco” e anche voce del verbo PACCARE.

Per fortuna oggi non è nuvolo. Ma cazzo ragazzi. Mi sono svegliato con il quasi sorriso. Forse devo andare a trovare un maschio perché oggi il sesso femminile mi sta mandando un grosso dito medio.

Me ne resto qui in un angolo eh ragazze? Santiddio, scusate tutte.

UPDATE: e dopo 30 minuti ANCHE UN’ALTRA ha dato forfait! Mapporcaquellabustriana.

Piccolo sospetto: la primavera fa casino: se becco modella#1 e modella#2 che nei social sono col culo al sole, mi hanno dato una importante notizia su di sé 🙂

Ad ogni modo ora DEVO andare a bere un caffè con un maschietto. Da quella non dovrebbe arrivarmi sfiga.

Se hai verificato che quello che scriverai è vero, che è qualcosa di buono sull'argomento ed è utile che io lo sappia, ma soprattutto SE SAI USARE LA PUNTEGGIATURA, dimmi: