credevo fosse amore e invece era presbiopia

quando c’era lui

Nel mezzo del belmezzo del cammin di nostra vita, negli anni della gioventù c’è stato un breve lasso di tempo in cui, anche se io non lo vedevo, non ero male. In parte lo capivo, ma vedendo sempre i miei difetti non ero sicuro. Cioè: peggio di adesso insomma. Ma se rivedo le foto di allora mi spacco la faccia da solo per dire “USA TUTTA QUELLA ROBA COGLIONE!!!!!”. Era prima dei 26, prima dell’inizio della Caduta del Metabolismo.

Il mio mondo era pressoché la stazione dei treni, il piazzale della stazione, il treno, l’altra stazione, quelle intermedie, zone antistanti e circostanti. Gli orari erano pessimi, ma questo mi obbligava a vivere, lontano da casa, in un certo mondo.

Una delle tante volte succedeva che io passassi di traverso al piazzale, stracolmo di corriere e studenti e che una ragazza che trovavo carina quasi strabuzzasse gli occhi vedendomi. Una volta. Due volte. Terza volta (altri tempi) mi dico “beh povera, lei quello che poteva fare lo ha fatto, mi faccio avanti e la aiuto”. 

Mi avvicino, ciao, ciao, ho notato che mi guardi con un certo interesse e quindi… eccomi qua.

Lei sorrisone e imbarazzone e voce da Marilyn Monroe con la manina davanti alla bocca “cavolooooooohhhh, no scusa è che non ci vedo proprio un cazzo!!!!!!!!! mi dimentico sempre le lenti a casa e quindi forse ti ho dato l’impressione sbagliata , scusa scusa ehhhh”.

Ma scusa un cazzo.

Ed ecco, another brick in the wall, che io preferisco esplicite manifestazioni di interesse, inequivocabili, dirette, chiare, possibilmente scritte e con firma vidimata da notaio.

Cazzo. Non ci vedeva. Meno male che pensava di aver fatto lei la figura di merda. Quando si è imbranati da piccini. Tutti a pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato.

 

 

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