#nondirloalfotografo – fammi venire

Eccoci al nostro incontro seriale del #nondirloaltfotografo, con la sempre benvenuta richiesta:

fammi venire bene, mi raccomando #nondirloalfotografo

fammi venire bene, mi raccomando – #nondirloalfotografo

“Scopare bene / questa è la prima cosa” diceva un Venditti d’annata. E si sa, far venire bene il proprio partner è importante: felici orgasmi a tutti. Purtroppo però, questa richiesta, sottoposta al fotografo, normalmente proviene da una persona fatta in un certo modo. Quel modo. Quel modo lì. Non altri modi ed intende “ottieni una foto in cui io sia diversa da come io mi vedo, ossia brutta”.

Essere o non essere fotogenici, questo lo posso capire. Non ci credevo finché non ho visto persone che non mi sembrano un granché venire fuori davvero interessanti in foto. Non il contrario. Che comunque accade.

Quindi state mettendo in un tremendo imbarazzo il fotografo: non può offendervi. Per questo è una cosa da non dire. E’ una indelicatezza e una fonte di imbarazzo al quale il professionista sicuramente avrà imparato a fare fronte se si tratta di un ritrattista che campa con questo o che adora farlo.

Però ecco, qui siamo di fronte ad un ritrattista. Un ritrattista viziato però. Io ritraggo persone che ho scelto. E sono anche consapevole che la frequentazione di alcune persone renda visibili caratteristiche rare che le persone presentano di tanto in tanto. Se il fotografo è il tuo moroso, il tuo amante, una persona che ti ama per qualsiasi motivo, una persona che ti trova attraente piùdi quanto tu non veda te stesso/a, al di là di una certa capacità tecnica ci sarà ciò che scatta la foto anche in assenza di attrezzatura: l’occhio. Quella persona ti vede completamente.

Io ad esempio mentre guardo quella persona che conosco e ho visto avere qualcosa di bello, sono li a scrutare quando apparirà di nuovo, quel movimento, quel piccolo tratto dell’occhio. Ma sono cose che richiedono tempo, atmosfera, intimità.

Quello che potete aspettarvi da un bravo ritrattista è che vi tiri fuori l’anima, non la bellezza.

Ho ritratto due vecchi signori in un anniversario di matrimonio. Erano vecchi. Si ricordavano di sé stessi da giovani. Non hanno amato le foto. Ho imparato una lezione durissima. Ho chiesto loro, recuperando le forze, di far scegliere le foto a persone che li amassero OGGI, perché io sapevo che le foto erano almeno decenti. E per fortuna lo hanno fatto: hanno scelto solo quelle che li facevfano piangere.

Di certo non dallo schifo, no?

Se hai verificato che quello che scriverai è vero, che è qualcosa di buono sull'argomento ed è utile che io lo sappia, ma soprattutto SE SAI USARE LA PUNTEGGIATURA, dimmi: