a volte ansiano

La modelletta cheviendallacampagna di oggi, 14 anni, moltomoltomoltobene, è andata via. Prima di fare. O, da quello che dovrebbe essere il suo punto di vista, prima di provare a fare. Questa è, credo, la terza volta che la cosa accade e che accade circa in questo modo. Ovverosia che una ragazza arriva fino allo studio, le spiego tutto ciò che concerne il lato “legale” o burocratico, cioé cosa sta andando veramente a fare, poi si arriva in sala di posa e… paura. 😦

La prima ragazza che ha fatto così era di origini filipppine: le foto che si fa da sola su instagram sono una più da “belva sexy” dell’altra. Ma quando è arrivata da me io ho visto una storia di paura, sospetto, ricerca della porta. Ed è stata una delle prime volte in cui mi sono ricordato del fatto che io non devo trovarmi tra la modella e la porta che serve per uscire. Se la modella mi percepisce come una minaccia per qualsiasi motivo, la sensazione di avere il cattivo tra lei e la via di fuga aumenta la sensazione di sentirsi in gabbia. Ma il fondale ormai è da quella parte: ci sono poche cose veramente fissate in sala ma… il fondale e quello che lo riguarda è una di queste. Comunque dopo molto poco in cui ho visto aumentare la sua sensazione di disagio anziché diminuire le ho detto ok, sento che qualcosa non va, che hai paura o sei a disagio. Sei d’accordo, vuoi andare e magari tornare un’altra volta? E non l’ho mai rivista, ma era sollevata. E non ha mai avuto da lamentarsi.

La seconda che ha fatto qualcosa del genere la vedo tutt’ora quasi ogni 2 settimane, sempre per caso, sempre per strada. So che studia persino “moda” e che si fa delle foto su instagram dove cerca di essere veramente topa. Supertimida però. Parliamo, mando la mia mail di presentazione, bla, forse, vorrei venire a parlare, a vedere lo studio, posso venire con mia sorella, si si si si, ok. Arriva, bla. Niente, decide di no mentre sua sorella sembra sempre più entusiasta. A me sta cosa che quando viene l’accompagnatore che è sempre più “ma si! vai! cavolo è tutto ok!!!” e la persona timida si chiude ancora di più comincia a sembrare non-casuale. Comunque se ne va, mai più rivista. E quando mi vede in giro fa finta di non conoscermi, non accenna ad un saluto. Ma mi guarda negli occhi, cazzo, dai, ti vedo no? Un saluto! Che sarà, ti mangio? Mah.

Oggi. Tempo fa avevo trovato questo splendore di figliuola fuori dal supermercato dove mangio le insalate a pranzo. Questa storia delle insalate a pranzo un’altra volta. La fermo, è con la mamma. Sembra che abbia 17-19 anni. La classica “overpower” come direbbe quel ragazzino che mi fa tanto ridere (per lui o sono “overpower” oppure “ciccionane”)  … ma nel senso vero: “un livello più su”. Magra, ma comunque a clessidra. Occhi spettacolari, capelli lunghi, bocca regolare e perfetta … insomma di quelle che vai a sbattere sui muri. Approfitto sempre se sono con la mamma: risparmio un casino di tempo e parlo subito ad entrambe almeno superficialmente, se la cosa interessa loro mi devono scrivere una mail. Questo atto non-aggressivo dopo questo così spudorato (su cui devo porre l’accento) di solito è utile. Su questa roba sono un venditore, uno schifoso venditore, me ne sono accorto col tempo. Non mi faccio schifo solo perché mi ricordo sempre che non gli vendo niente e se proprio mi dite che invece glielo vendo almeno non è niente di brutto. La mamma prende il biglietto e mi dice con lo strascico nel tono da “voiuominiporcisietetuttiuguali” – “ci penseremo… lasciamo che cresca, in fondo ha 14 anni!”. Brutto pedofilo, sento nella sua voce. Ma né la ragazza né io la consideriamo una bambina. Ha l’aspetto di una giovane donna. Si ma dentro c’è una ragazzina, è vero, verissimo. Ad ogni modo figurati se non le frega. Se c’è una cosa che sa di sé è che è bellissima, da sempre. Io sono sempre stato uno sfigato, quindi ho sempre memoria di questo: tu SAI che sei figo tanto quanto SAI che sei sfigato. Poi ci sono quelli che sono anche fighi ma non lo erano… sono i migliori. Umiltà, sensibilità, comprensione, intelligenza e confezione regalo.
Beh insomma arrivano tutte le cosette al posto giusto: mail, compilazione dati, prenotazione shooting. Tutto da sole. Zitta zitta lei voleva di brutto. E a vedere il suo profilo instagram in effetti non sembrava altro.
E oggi arriva. Timidissima, non spiccica una parola. Mamma chioccia, protettiva ma non servile (lei infastidita, come tutte le principessine di oggi, quando non vengono servite fisicamente: lascio che la mamma faccia il suo mestiere e non la aiuto) e pure grande. Proprio mamma “di grandi dimensioni”. Il suo atteggiamento in tutto, all’arrivo è baldanzoso e “ci penso io cara”, ma abbastanza alla mano. Mi aspetto uno shooting piuttosto palloso perché i ghiaccioli si possono sciogliere, ma non con la mamma. Alcuni anche con la mamma. Ma solo alcuni.
Bla blaaaaa spiego. Lei zittissima. Provo a coinvolgerla ma la mamma ha già fatto il danno da tempo: parla per lei. Io abituato me ne sbatto e parlo ad entrambe, rispettando il suo cervello. Che però non vuole mica tanto. Colpo di grazia: il mio studio è presso un luogo che ospita dei disabili e io di solito mi servo dei loro uffici per la parte formale. Ci si siede, c’è la macchina del caffé, oltre all’aspetto che conta. E d’estate è fresco mentre è caldo d’inverno.
Ma ci sono un paio di disabili liberi. Io ho un momento in cui lascio le persone da sole, libere di leggere i documenti. La bimba era già un po’ intimorita dalle cose che io mi sento in dovere di dire (è la sua immagine) … e poi la presenza dei disabili per lei dev’essere stata come il Gobbo di Notre Dame per “la gente”. Più passava il tempo più le è venuta l’ansia. Era lei che voleva provare… La mamma nel frattempo era tutta ammorbidita: era diventata gentile, comprensiva, ha detto pure un “può essere una cosa molto educativa” e quando la figlia le ha detto “mi è presa l’ansia, andiamo!!” era mortificata, povera. Tutto nel suo corpo lo diceva: si stava letteralmente ritirando in sé, e curvando (questa è una cosa che devo sempre correggere… oppure ancora più bella, nel nudo: chi entra curva esce maestosa di solito, dritta, fiera, figa!) ed era sinceramente dispiaciuta. Ha pesino provato (tutte cose sbagliate) ad insistere lei con la figlia: ma prova a fare due scatti… Ma figurati, era li col corpo ma stava correndo lontano da 10 minuti. Le ho solo ricordato che io sono li, che non si vergogni mai di aver avuto ansia, che la aspetto. Non si sa mai.
Ma capita. Capita tantissimo.
La parola che sento di più, usata come esclamazione, tra le ragazzine è “ANSIA!!!!” appena dopo “CHE IMBARAZZO!!!!!” con cose che non sono imbarazzanti affatto. Ma questa è la realtà e io su questo si mi farei due domande.

E invece me ne sbatto! 😀 non sono figli miei! 😀
😦 in realtà non è vero che me ne sbatto: io ne soffro, ma so che non è un lavoro che posso fare. Ogni singola persona è il lavoro di un casino di altre, tra cui i primi sono i genitori.

Ai genitori in ascolto chiedo se quello che ho imparato io è giusto, al di la del garantire loro sussitenza e mantenimento: il compito di un genitore è crescere un figlio che non abbia paura di vivere, sicuro e che gli sopravviva senza sentirsi abbandonato. Fine, nessuna altra cosa. Questa singola cosa ne comprende talmente tante che in realtà non è vero ma… l’obiettivo è quello. Nient’altro.

Sbaglio?

Comnuque terza modella che mette la testa dentro e poi scappa. Capita anche questo 😦

Se hai verificato che quello che scriverai è vero, che è qualcosa di buono sull'argomento ed è utile che io lo sappia, ma soprattutto SE SAI USARE LA PUNTEGGIATURA, dimmi: