dentro la vostra testa

Le donne sono un mistero si dice sempre. E’ una delle cose che mi interessa di più quello che c’è dentro la vostra testa. Ho fatto delle cose scorrettissime ad una sonnambula, in gioventù (mia e sua). Era attraente e morbosamente seducente perché non esisteva il mistero, né il dubbio: chiedevi e lei rispondeva; era un regalo; era scomparso quel senso di frustrazione del “ma perché non mi dici che cazzo pensi?”. Simulavi una situazione (“ci sono delle persone che mi voglono picchiare!”) e lei sognava in diretta cosa avrebbe fatto e come avrebbe reagito; senza tentennamenti, senza attese. Era meraviglioso. Non si è mai svegliata con la bocca vuota, perché quando le chiedevo cosa voleva era splendidamente porca e molto esplicita e se non lo era bastava chiedere “dimmi quello che vuoi parola per parola”.

Ma l’aspetto veramente perverso non era questo. Era che la sua mente era – miracolo tra i sessi – completamente aperta all’indagine. Chiedevi e lei rispondeva. Nessun giro di parole, nessuna cosa da immaginare. E dentro la testa c’è il cuore.

Quello che le facevo lei lo voleva, lo voleva intensamente. Sotto – sostanzialmente – ipnosi, lei mi desiderava carnalmente e contemporaneamente aveva un po’ di affezione: avrebbe subito investito con l’auto i miei cattivissimi nemici che mi volevano piachiare! Ma non era innamorata, non amava nessuno al momento, senza per questo essere anaffettiva. Era cosciente di aver amato uno.

Non mi chiese nemmeno di smetterla, mai. Ad un certo punto diventava narcolettica (e io ho la voce che ti stende) e nel giro di 10 minuti la sua anima era mia. Un mostro. Una violazione totale, completa, una possessione come quelle dei demoni. Eppure lei lo sapeva. Sapeva tutto. Non fingeva assolutamente perché ho fatto delle verifiche. Credo per lei fosse un gioco sessuale. Essere posseduta completamente. Sapeva che le avrei fatto fare tutto quello che volevo io e che in gran parte voleva anche lei perché da addormentata non aveva pudore. Era facile all’orgasmo e quindi in cuor mio sapevo di “aver fatto il mio dovere” … ma nel lato egoistico del sesso era completamente alla mia mercé. La scopavo sempre, dappertutto. Sempre le chiedevo per tutto il tempo in cui era aperta alle domande (circa 40 minuti) di tutto, segreti, sentimenti, fantasie, sia sul sesso che su ciò che credeva o pensava sul serio. Sempre, sempre la scopavo in gola, sempre, fino in fondo. E sempre le venivo in gola. Un rischio pazzesco perché dopotutto lei stava dormendo. Ma mentre dormiva aveva più controllo e meno paura, sapeva fare cose che da sveglia non sapeva fare. Lei si svegliava dopo ore che era stata mia. Non in senso romantico: in senso di vera possessione. Un abuso consentito. Quello che ne “il tagliaerbe” viene raffigurato come l’amore che inizia con le buone intenzioni ma il testosterone, che guida tanto il sesso quanto la violenza, incasina tutto e l’amante diventa un ragno che divora la preda.

Ma non era così. Era tutto consenziente. La cosa iniziò in campeggio. Mi disse guarda che sono sonnambula, quindi per favore se vedi che sto andando in giro seguimi senza svegliarmi, che i miei mi hanno detto così. Mi guidi, magari per le spalle e mi fai ritornare dove dormo. Non mi svegliare in nessun caso che è pericoloso. La prima volta che successe le parlai. Non mi sembrava vero. Pensavo che scherzasse. Erano usciti i primi cellulari, le chiesi il pin. Da sveglia non se lo ricordava mai. Da sonnambula andammo a cercare il numero in un cassetto, assieme. A casa sua (cioé a 400 km da dove eravamo). Verificai. Era giusto. Questo non glielo dissi mai. Feci ogni tanto altre verifiche, ma solo per essere sicuro di non essere sfottuto. Bastava dirmi “fammi quello che vuoi” senza fingere, altrimenti. Comunque le parlai molto e velocemente finimmo sul sesso. E in pochi minuti lei mi diceva sempre si, voglio che tu lo faccia, fallo. Questo? Quest’altro? Si, si, anche questo. Era sempre si. E quando le ho chiesto cosa volesse lei è stato anche peggio. Nessuna altra ragazza o donna ha mai voluto quello che ha voluto lei. Quando si è svegliata stentavo a dirglielo. La prima volta lei capì che non eravamo stati leggeri. Mi guardò con una malizia diversa appena le dissi che durante il suo sonnambulismo avevamo fatto cose. E lei mi chiese “cosa mi hai fatto?” con quegli occhi che dicevano “cosa mi hai fatto, porco? voglio godermi questa storia”. Era ancora peggio. Ma mi ha tranquillizzato… non era un abuso. La prima volta era stato poco. Sesso orale, ma questo lo aveva capito pure lei da sola. Mi ha guardato come dire “roba tua questa?” e basta. Non c’era fastidio od offesa. Le avevo raccontato che le avevo chiesto cose. E che avevo intenzione di abusare di lei. Lei rise e disse “provaci: i sonnambuli e gli ipnotizzati non fanno niente che non vorrebbero fare davvero, quindi buona fortuna ma non farmi male”.

Quando seppe cosa le facevo e cosa si faceva fare rimase un po’ scioccata. Non c’erano smartphone e non abbiamo pensato a videocamere. Non era uno splendore di ragazza esteticamente. Era carina. E come sentivo io, così sentiva lei: la vera violazione non era il suo corpo. Era la sua mente. Giuro, per il suo corpo mi chiese cose che ho visto solo nei porno tedeschi. Andava per gradi, sempre di più, voleva sempre qualcosa di più … esagerato. Quando si svegliava si guardava. Ascoltava le sensazioni del corpo, poi mi chiedeva. A volte mi diceva “sehhh, come no, si si, figurati”. Ma le leggevo negli occhi che ni fondo sapeva che era vero. Che nella sua testa quelle cose c’erano. Quello che però non le stava bene era proprio quello che invece mi faceva capire che era totalmente alla mia mercé. Di non potermi mentire. Rispondeva a qualsiasi cosa. Mi svelava tutto, era sincera in ogni modo. Finì per chiedermi cosa pensava. Questo per me è stato un segno dei più completi: una ragazza mi ha chiesto di dire a lei stessa cosa pensasse, perché era possibile chiederlo alla sua mente senza veli, senza dover capire se fosse o non fosse vero.

Non la amavo. Lei non amava me. Ma è stata la ragazza che mi ha fatto entrare totalmente dentro di lei in tutti i sensi, dai più grevi ai più intimamente spirituali. Quando ci pensò seriamente, quando capì che di me ci si poteva fidare, che non avrei detto niente a nessuno ma che comunque nemmeno a me doveva essere consentito sapere quello che c’era nella sua testa, la cosa finì. Ci vedemmo ancora. Facemmo anche del sesso, che pensavamo entrambi fosse robetta… ma quando le chiesi se da sveglia volesse quelle cose ogni volta mi disse che non se la sentiva… che per lei erano fantasie e trovava terribilmente eccitante sapere di averlo fatto davvero… ma che non tutto quello che c’era nella sua testa doveva uscire. E che per quello che era entrato dentro di lei non si pentiva. Ma di aver lasciato uscire cose che nemmeno lei sapeva se fossero vere… era stato uno sbaglio.

Non era turbata. Non è mai stata turbata dal sesso che abbiamo fatto. Un po’ stupita, ma non turbata. E mi conosceva a sufficienza da sapere che le confidenze con me sono sempre sacre. Era stato troppo però, era lei stessa ad aver tradito sé stessa, rivelando a qualcuno fuori da sé qualcosa che deve rimanere nell’edificio proprio. Ma comunque non turbata. Aveva solo posto fine a qualcosa di cui non aveva considerato la serietà, ma solo il lato “hot”.

Io credo che anche questo la dica lunga. Certo lei era lei. Non siete tutte. Oggi è un medico oncologo, salva vite. E’ bruttina. Molto sola. Viaggia molto, fa post molto noiosi su facebook. Credo sia abbastanza buona. Non ho mai avuto il coraggio in tutti questi anni di chiederle se si ricorda di avermi lasciato, per mesi, fare qualsiasi cosa con il suo corpo e qualsiasi cosa con la sua mente.

E’ orrore questo? Sono stato un mostro? Vittima e carnefice? Da ragazzi si fanno cose col corpo, il cuore, la testa, in modo estremo. Che poi da adulti si considerano parafilie oppure “estremo” o patologie. Non so se lo siano. Senza la parte fisica non so se avrei continuato tanto… ma la parte di parola, di simulazione di situazioni e reazioni… era sincerità assoluta, totale. In qualche modo era una persona semplice, però, se ricordo bene.

Il mio dubbio è : non è che è sempre semplice se si ha accesso diretto alla verità di una mente? E che quando lo chiedi al proprietario i mille ostacoli, le porte, le chiavi che non si trovano, i corridoi con le curve e le tende per arrivare allo stesso identico quadro in cui c’è quello che volevi sapere – si frappongono come scagliati da mille servitori della casa per… perché? Per paura. Per il giudizio. Per le pressioni sociali. Per le conseguenze. Perché anche l’altra persona vorrebbe accesso al “se io gli dico quello che penso lui come reagisce?”. Può essere? Non lo so. Mai più accaduto. E ho sempre pensato che se fosse successo il contrario io sono un tale schifo che sarei emigrato. Ma forse per conoscere lo schifo che io sono devi fare le domande schifose ed essere uno schifo anche tu. E allora magari dici solo, ecco, siamo in due, ti ho trovato e ti conosco meglio.

Scopate mentali. Non seghe.

10 Comments

  1. Beh questo è stato un caso assurdo fantastico, proprio che ti aspetteresti dalla fantasia. E invece… A me non pare di aver sottovalutato la mente 🙂 Per niente 🙂
    Dove stava il sottovalutare? 😀

    quindi IPADDEGGI!!!!!! 😀

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      1. Ah si! Ma morivi tu, qui, no? eh. Non va bene.
        Se vieni e spari tu io accetto! Anzi, vengo anche giù! Che mi costa? Viaggio e fine.
        Ma non ti credo mica 😉

        Ma la zona potrebbe essere piena di gente che non si fa problemi. Questo si. Conosci?

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      2. uff
        pieno di gente che ammazza gente.
        che poteva vivere, che meritava possibilità
        mi sarei scambiato subito
        povere piccole, quella mamma poteva venire da me, ero pronto e l’avrei anche capita.
        Ma quelle piccole? che c’entravano?
        veniva da me, dose doppia, eravamo andati.

        E allora crepino i lupi, intanto

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    1. 😀 Che poi la tipa della pubblicità mammamia quanto me la sarei fatta! E poi un tempo conobbi qualcuno che la conosceva, qui su internet… stvavano per dirmi “sai che si chiama … e abita…”
      e io “ferma, ferma, ferma, no, non dirmelo: sento che non riuscirei a non disturbarla, è un sogno erotico piuttosto violento, non voglio sapere!” 😀

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      1. ma mamma mia, era proprio … immaginatela con quegli accenti torinesi da sfottimento, ok?
        ti ricordi, arrivava…
        “cOaValllOOooooGolOOOooooosoooSOOOoo” e accarezzava il cavallo.
        Era ricciola e magrina come il mio primo amore.
        E ovviamente con ‘sto cavallo…

        insomma…
        BAM BAM BAM!!!!!!!!! 😀

        ecco 😀
        altro che caramella

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      2. ahahah 😀
        tranquilla, io devo andare dalla stalker: le ho promesso un caffé in cambio di tanti cuori e stelle. Spero che non si faccia illusioni su di me e che invece si stia illudendo lei di curarmi. Se la aiuta, bene.

        Dai era come quando c’era la classifica di Cuore, ti ricordi? Tizio “detto turbominchia” 😀
        “appendere per le palle Jovanotti”
        “inculare la pausini”

        😀
        Ecco, io quella della Dufour! 😀 ma mica per farle male! mmmmmmmhhhhhhhhhhhhhhhh diomioooooooo

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      3. ah io avrei da lavorare in realtà
        cmq per quanto sia chiaro che ha della tenerezza e del bisogno non siamo proprio fatti neanche per chiacchierare, di persona.

        il guaio di essere come me è che quando sei solo e finisci con certe persone pur di non essere solo ti senti ancora più solo e più sfigato.

        C’è stato un periodo in cui mi trovavo bene in una casa molto piena di calore di persone con le quali non ho né modi né interessi in comune. Ma avevano una gran voglia di magnà e di fare grasse risate. Non mi faceva ridere nulla. Ma mi faceva piacere vederli felici. E cucinavano da Dio. Ora gli darei solo dispiacere a non mangiare tutto quel ben di Dio. MI ha fatto bene tutto, quella volta.

        Ora lei non mi fa tanto bene. Neanche male. E mi pare che a lei faccia piacere avere qualcuno con cui comunicare, anche poco. Non mi disturba.
        Ho riflettuto molto sul “è solo perché non è figa?” che mi manda il mio lato donna. E la risposta è stata “veramente più che altro è il cheppalle” e che di persona tende ad essere brusca e scontrosa.
        E io cerco pace.
        Oppure ok, discussione. Su qualcosa, però.
        E non ci siamo, a livello comunicativo. Già sono cervellotico per alcuni. Per altri proprio c’è un “ehhhhh?” come risposta a ciò che dico.
        Colpa mia, lo so. Comunicare funziona a due.

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