Prima di partire #20121223-bis

film meraviglioso ma MOLTO triste

Sapere come morire, avere un metodo pratico e con tutta probabillità efficace, rapido ed indolore, mi ha tranquillizzato. La punta intensamente dolorosa, come i denti di una tagliola che ti prende le vene, il cuore, il collo e l’esofago (o il duodeno, non saprei) … queste molto legate all’ansia, al terrore, che ho conosciuto bene, queste sono scomparse. Avere quindi una via d’uscita mi ha tranquillizzato, mi ha reso un po’ pià sereno.

La sensazione che non mi molla mai è quella di una specie di fatina malefica che mi sussurra “sei uno sfigato”, che mi ricorda che come essere umano sono un fallito, che non riesco a “tenermi le donne” più meravigliose che io avvia avuto l’incredibile fortuna di incontrare: ragazze meravigliose, dalle moltissime caratteristiche che adoravo, che desideravo per me, che si adattavano a me. Se ne sono andate via sbattendomi il cuore in faccia, oppure la porta.

E fin qui, tutto normale per voi vivi.

Ma per me come mi sento ora, sfigato nei soldi e sfigato nell’amore (e mai disgiunto dal sesso, sia chiaro: ho imparato amaramente che fare quello platonico è un errore terribile) la condizione attuale è una quieta disperazione. Il modo in cui vedo ora i miei oggetti è questo: roba da buttare via oppure da regalare all’umanità e, nel caso dei libri, che sia DI TUTTI, così finché rimango qui, posso ancora accedere a roba per la quale ho trasformato la fatica in oggetti.

Quando scendo in garage trovo ancora le cose che ci siamo portati dal trasloco, quando abbiamo “comprato casa” (iniziato il mutuo): ci sarebbero stati scaffali da comprare, roba da mettere in ordine, pulire, mettere in qualcosa di più pratico o che conservi meglio. Ma cui prodest? Me ne sbatto: dove vado io non si porta nulla, nemmeno sé stessi. Ma io ho affetto per quegli oggetti, sono comunque produzioni di valore e mi piacerebbe che qualcun altro potesse beneficiarne (oh cazzo! a proposito devo attaccare soulseek e condividere!) e non ho certamente problemi a regalarglieli, visto che … Beh, è chiaro.

Ogni giorno, quindi, se non sono così giù da fare il verme su un letto o su un divano, ho sempre due scelte: morire oppure fare qualcosa per rendere migliore il giorno dopo, quale che sia la scelta. Mettere in ordine potrebbe essere una buona attività anche per i vivi, ma mi pare doverosa se muori. Mettere via le cose di un morto è penoso, mi ha segnato profondamente. Puzza di morte, di tristezza. Ogni cosa anche di valore sembra che abbia attaccata un po’ di morte: non le vuole nessuno. Cose che su subito punto it compreresti, anche se te le regalano non le vuole nessuno se sono di un morto, a volte. Quindi meglio vendere prima. Certo, non sto parlando di cose facili come l’attrezzatura informatica o fotografica nuovissima. Quella se la venderanno senza problemi. Ma ci sono un tot di cose da lasciare in ordine per chi rimane, se vuole trarne valore.

A suo tempo l’ho fatto con una ditta in fallimento, ma mi sono accorto, esattamente come Schmidt, che anche se avrebbe avuto perfettamente senso usare, sfruttare TUTTO quello che avevo fatto per essere corretto ed onesto, alla fine se non è un “passaggio di consegne” tutto viene buttato nel cestino od ignorato: c’erano password, login, accessi, numeri di serie, riferimenti di ditte ed ogni informazione cruciale per impadronirsi di tecnologie ed asset che erano di valore per l’azienda che si stava riciclando la roba che gestivo. Poi ci sono passato e si sono arrabattati a martellate. Esattamente come pensavo sarebbe successo mentre ci lavoravo: non erano in grado di comprendere la complessità di quello che gestivo. Era quindi impossibile che la valutassero. Ma l’amarezza resta.

Quindi meglio farlo prima: puoi regalare conoscenza, ragionamento, dialogo, tempo. Ma devi farlo “in tempo reale”. Questo secolo non è tanto quello della parola scritta, per tante cose. Se ti ho insegnato, sai e lo vivi. Se ti ho detto le password mentre lavoravamo assieme: ti impadronisci della cosa e fai. Se ti ho dedicato del tempo a ragionare, ti trasformi come persona ed assorbi un po’ di me e lo fai tuo. Altrimenti … le mie carabattole meglio bruciarle prima.

Allora alla prossima puntata. Oggi faccio cose per i vivi.

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