EXIT KEY (tasto rosso) #38472683476

Quanto ci metto a premere il tasto rosso? Mah, il tasto rosso è bello sapere che c’è (cit). Per essere chiari il tasto rosso è il monossido di carbonio, nel mio caso. Felice che sia passata la legge sul biotestamento, ma siamo ancora indietro per quella che è la mia OPINIONE su quanto dovremmo poter essere liberi di fare con facilità. Certo, in modo responsabile verso i nostri obblighi pratici – se presi per nostra volontà – con altri.

Comunque mi da pace. Quando mi sento un po’ di merda, sento che sono troppo vecchio, troppo grasso (e sto dimagrendo), troppo una merda, troppo scarso, troppo sega, troppo asociale, sfigato, stronzo, pretenzioso, incapace, inadatto, disadattato, piagnisteo, debole fighetta, regredito, mediocre e qualsiasi altra cosa, penso: hey, ma ci vuole un attimo a premere il tasto! Un attimo proprio. Posso sempre, sempre, in qualsiasi istante, andare a comprare un tubo adeguato, da connettere allo scappamento, un po’ di scotch per tappare bene il finestrino posteriore (insomma, non vorremo mica farcelo finire in faccia che fa schifo!) e fare un bel pieno ciccione. Questo è quanto. E magari fare una prova prima che magari scegli un tubo che si scioglie a contatto con lo scappamento (ma in effetti ved che nel documento linkato si va più sul gas puro).

Per il resto anche le semplici operazioni di “lasciare in ordine prima di andare” possono essere tranquillizzanti e spesso allontanano l’immediatezza del gesto, magari ti dai un altro giorno.

Io per esempio cerco di rendere monetizzabile il mio lavoro di stock per qualcuno che sia in grado di fare un buon lavoro di post-produzione con la merda che io produco. Ci sono MIGLIAIA di file. Ma io ho anche prodotto un automatismo di cui mi servo solo io… e questo si che poterbbe essere utile: ma spiegare il suo funzionamento è roba nerd: devo lasciare istruzioni.

Preparare le istruzioni, gettare la roba superflua, fare ordine pensando “o mi ammazzo, oppure magari avrò meno roba se devo traslocare o chissà” ti impegna in qualcosa di chiaro, ordinato, sistematico ma del quale non ti aspetti un livello degno di un giudizio: devi solo rendere più facili le cose a chi trova la tua merda di roba e che se se la rivende ci faccia qualcosa, che se la vuol usare sia decente e comoda.

E spesso una volta che hai fatto tutto questo… poi sei stanco, vai a dormire e hai problemi pratici per il giorno dopo. E a quel punto vedi come stai: eventualmente il tasto rosso ormai lo conosci. La stretta, la morsa di volerlo premere e non averlo  a volte e peggiore della possibilità di poterlo accarezzare e poi decidere che lo premerai domani: sei libero, totalmente. Non stai in gabbia perché qualcuno la tiene chiusa: puoi aprirla quando vuoi.

28 Comments

  1. Ciao, scusa l’intrusione, sono arrivata a te grazie al tag suicidio.
    Tu hai il monossido e io la benzina pura o la boccetta di pillole. Ci ho provato qualche mese fa.
    Ci pensò spesso, soprattutto la sera, a volte è un chiodo fisso. Di solito comincio a scrivere, i piagnistei, come li chiami tu, mi salvano la vita.
    Non so se questa voglia di morire sia reale o se si tratti di una sorta di protezione.
    Comincerò a seguirti, ci somigliamo molto.
    Scusa ancora e buon anno.

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    1. Nessuna intrusione, nessun bisogno di scuse. Puoi spiegarmi la benzina pura o le pillole? quali pillole? che dosi? che metodo? funziona? direi di no, sei ancora qui, come tutti diciamo: per fortuna. Che lo sia o no per te, ce ne freghiamo, perché NOI ti vogliamo viva, a prescindere da quello che senti tu, vero? 🙂 Cinismo e corrosione a parte, sono contento che tu non sia riuscita nel tuo intento. Concordo con i positivoni che un giorno in più per tentare di stare bene è una cosa buona, se non si rivela uno di quei giorni in cui ti senti bruciare acido da dentro.
      Ma su benzina pura e pillole: voglio i dettagli precisi, precisissimi. Non per istigazione ma se vuoi trattala come prevenzione? Cosa esattamente NON bisogna fare per rischiare una morte rapida ed indolore che non richieda una dose eroica di coraggio, sicuramente rara in chi soffre la vita?
      Qualcosa dentro di me mi dice che sono lusingato che tu mi segua e che mi somigli. Qualcosa di meno vanaglorioso si dispiace per te, perché se mi somigli hai tante brutte maledizioni pure tu. Speriamo che ti sbagli 🙂
      Si, scrivere sfoga, spesso salva la vita, aiuta a ragionare, scioglie tensioni, dubbi, ansie: le mette in prospettiva, a volte. Aiuta a fare quello che dovremmo fare con qualcun altro che però non c’è. La carta non reagisce, non contesta, non giudica. Magari qualche commentatore lo fa, e di solito è utile, interessante, d’aiuto. Non devi chiedermi scusa, ma credo di sapere in che stato sei e perché ti viene da farlo: quindi no, non mi devi nessuna scusa, anzi, ti ringrazio per il tuo prezioso tempo, benvenuta, non sei sola: non sono una superstar, sono uno sfigato, una compagnia un po’ così … ma non sei sola.
      La voglia di morire come protezione? Protezione dalla fatica, disgusto, disillusione del vivere male forse? Potrebbe essere. E non è forse reale? Molti dicono che si tratta di depressione. E sia, ok, è depressione. E non è forse cronica, spesso? Quindi?
      Quelli che chiamo piagnistei… beh, non sono io a chiamarli così 😉 Li chiama così “la gente”. Li prevengo, è una sorta di “occupatio”, per togliere il gusto al facile disprezzo del benensante. Che si impegni un po’ almeno.
      Io il monossido non ce l’ho, comunque, Bisogna trovare quello puro, credo. Anche se le notizie su quanta gente in questi giorni ci sia rimasta secca senza volerlo mi fanno bestemmiare in turco: se io volessi, non sarei così abile, ne sono certo.

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      1. Ciao amico mio. Ho tentato il suicidio con le pillole questa estate. In realtà non volevo morire, forse, perché poi ho chiesto aiuto, probabilmente volevo solo far capire il mio malessere estremo. Le prendo da quando avevo 19 anni, anche se adesso sono ad un dosaggio molto basso a causa di un intervento ho comunque sempre bisogno di qualcosa.
        La benzina la sniffo per calmarmi. Non sempre, capita piuttosto raramente.
        Le telefonate mute, anche quelle sono una dipendenza,soprattutto quando sono in ansia.
        All’apparenza io sono una persona normale, nessuno immagina la mia sofferenza.
        Hai ragione tu, per la gente sono capricci,si pensa che tutto si possa risolvere con la volontà, ma non è così semplice.
        Si lo so, sono molto criptica, non leggere tutto è impossibile. Negli ultimi mesi sino stata tradita e abbandonata dalla mia psicoterapeuta, che era anche il mio capo in un lavoro che amavo e per cui ho studiato. Si è portata via tutta la mia rete sociale. Per fortuna ho ancora un altro lavoro, ma quello perso doveva rappresentare il futuro. Sono arrabbiata..

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      2. Santa Cleopatra vergine che incasinamento! Beh no, no, non vuoi morire! 🙂 E ne sono molto, molto felice, sai? Ultimamente ne sento tanti, ne vedo tanti, e come dico spesso “vi vedo” … vedo che non è vero, non volete. Volete restare eccome, soffrite, ma avete tanta voglia di stare, di fare, di occuparvi di.
        E allora resta, combatti, ricostruisci. E cerca quanto più puoi la PACE, la soddisfazione, il divertimento se puoi, il dialogo che non finisce più, lo scambio di idee. E se puoi, cambia, allontana il male da te. Sii un po’ più egoista per non cadere nel dolore più grande. E poi da quel nuovo posto… dai, dai più che puoi, restituisci, che non è un male, anzi.

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    2. Ho dato uno sguardo al tuo blog e poi ai commenti … quindi devo riformulare la risposta a “Non so se questa voglia di morire sia reale o se si tratti di una sorta di protezione.” : protezione. Non hai voglia di morire, ma di star meglio. Di essere abbracciata, compresa, apprezzata, difesa, spalleggiata a prescindere da tutto.
      Se c’è un problema di soldi in casa, però – cosa che capisco benissimo – non potrai, immagino, andare da uno/a psicologo/a … cosa che in questo momento aiuterebbe. Anche a ragionare, anche a capire che si, che non ti importa vivere. Ma io credo di no: tu hai bisogno di chiudere un discorso di qualche tipo che ti fa soffrire: hai prospettive, giovinezza, possibilità. Qualcuno da dimenticare, che ti ha fatto soffrire, di cui non interessarti più. Forse un luogo da cambiare.

      Ma capisco che sto parlando come Sibillae Cumarum …

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      1. Ahaha…psicologi basta. Ne ho abbastanza. Ho un bravo psichiatra, che mi conosce da vent’anni. Mi basta.La giovinezza, beh, insomma, però ci sto riprovando. Mi sono iscritta ad un master, non so se avrò lo spazio per lavorare. Mi sto proteggendo è vero. Ma sei un mago? Sembra che tu mi conosca da sempre!

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      2. Cammino con la morte a fianco da quando ho 15 anni. Ci parlo, la guardo, passeggiamo assieme. Non sono discorsi che mi siano tanto lontani. Forse sarà questo.
        Lo psichiatra che ho io mi rifirma la ricetta per le medicine, per il mese dopo. Fine, questo è il suo impegno.
        Ma tu hai esperienza.
        La mia esperienza riguarda l’impotenza e quindi sarei tentato di dirti che hai perfettamente ragione: la mia psicologa di 20 anni fa doveva solo dirmi “vai da un sessuologo e poi riparliamone” e invece si è beccata i miei soldi e fine, finché non ho trovato una che mi faceva andare il sangue al posto giusto. Ma questo non ha risolto la scarsa conoscenza di me stesso. Dove è stato l’aiuto necessario?
        Eppure ho fiducia nella psicologia… ma come sai chi è un bravo psicologo?
        Ma capisco, un po’, quello che dici.

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      3. Il mio psichiatra mi ha preso che ero una ragazzina,appena uscita da..da una situazione molto brutta. Non ho nemmeno bisogno di parlare con lui. Capisce dai miei occhi. Adesso è un po’ anziano, ma per me è stato un padre e non lo cambierei mai.

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      4. lo chiedevo, e così brutalmente, perché conosco qualcuno, ma si fa fatica ad avvicinarsi a questo. E io sono un po’ testa dura (nel senso di stupido, non di testardo) e smemorato, ho bisogno di verificare e riverificare se ho capito. Poi se ho capito… beh posso spiegarlo ed insegnarlo! 😀

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      1. Da un lato direi che tutti dovrebbero assaggiarla: dura, durissima, terribile come sa essere. Perché poi sei più gentile con la debolezza degli altri, la fragilità, la sofferenza.
        Quello che sconsigliano è sempre ai depressi di farsi troppa compagnia… perché si tirano giù a vicenda. Secondo me dipende dal tipo di caratteri… ma non sono un esperto di soluzioni. Solo della mia vita 🙂
        E come vedi cerco soluzioni che altri non considererebbero 😉
        Eppure mi fanno sentire meglio. A volte mi prende l’ansia di finire nella merda, povero, disgraziato e…
        tasto rosso.
        😀
        mi fa sentire bene! Facile?
        sarà facile ma vaffanculo, quando non ci sono più mi interessa di essere stato fico? 🙂

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      2. Ottima filosofia. Anch’io penso che tanto dietro non ci portiamo niente. In ogni caso, credo che nella vita non ci sia niente di sicuro. Può essere che due depressi riescano a faza a vicenda, anche ridendo di se stessi..

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      3. credo di aver capito ma mi sono perso “a faza” che non capisco – la mia micia intanto si rotola per terra: vado subito a coccolarla

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  2. […] La mia meravigliosa idea del suicidio come tasto “exit” che mette nelle mie mani la sicurezza e in questo modo mi rende padrone della mia vita (come posso essere libero di esistere se non sono libero di non-esistere? Non sono “libero” ma costretto, in caso contrario) è espressa da Emil Cioran parecchio prima che io nascessi; certo poi lui finisce per giudicare il suicida effettivo un idiota perché con l’atto stesso della morte fa scomparire questo appropriarsi ed il vitalismo ad esso correlato. Quindi dal mio punto di vista la sua è una sega mentale, non un coito. Ti masturbi all’idea, ma non tieni qui vicino il tasto rosso come io vorrei. Ed anche io, però, non intendo premerlo al volo. Ma sapere che c’è mi rende potentissimo. Cosa che attualmente non sono. Io NON posseggo una bombola di monossido puro al 90% e nemmeno sono ancora in relazione a qualcosa che mi ci porti abbastanza vicino. Nemmeno gentaglia. Nulla. […]

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