avaaz, io i leoni africani li voglio anche salvare, ma noi?

Italia? (C) Wikipedia

L’ultima campagna di Avaaz fa emergere in me il vero lato umano della disperazione, dell’egoismo, della meschinità, forse. Io i leoni, i panda, i vari animaletti li voglio anche salvare.

Ma in questo momento penso che il mercato sta distruggendo la vita delle persone normali, esseri umani, mia sorella, il mio vicino di casa. Questo mi preme. Non mi interessa se sono un disco rotto, ma non verserò 15 o 50 euro per salvare un animale se la mia sicurezza nel futuro dipende dalla politica della mia patria e questa sembra saldamente in mano alle logiche di mercato, le quali di norma se hanno un esubero se ne liberano: ma un cittadino non può essere trattato in questa maniera, altrimenti anche tra noi, per salvare il mio cucciolo d’uomo farò morire il tuo cucciolo d’uomo: la legge del più forte, della jungla, della sopravvivenza.

Oggi sono le associazioni dei consumatori o quelle per la sensibilizzazione sociale ad avere più attenzione: possiamo noi non chiedere loro di porre l’accento sulla pericolosità della recrudescenza di regressioni a politiche oppressive e noncuranti da industriali del 1800? Chi se ne occupa altrimenti? I partiti sono tutti impegnati ad autodifendersi e a tenersi in piedi…

Ma questa polis che è il nostro Stato è diseducato alla civiltà, disinteressato a fare il bene del cittadino, del (questa parola mi sa di muffa e non è giusto!) compatriota … non siamo spinti a fare il bene comune e a migliorare ogni giorno questo posto… ma siamo gli uni contro gli altri, gli uni a fregarcene degli altri, tutti interessati a tirare fuori il collo dalla ressa, mettendo i piedi in testa a tutti indiscriminatamente. Questo è umano, lo comprendo: ma è umano anche prevederlo, progettare, amare l’umanità tenendo conto che in stato di difficoltà diventa bestia. E allora cerchiamo di lavorare per il bene comune, non per un mercato che serve solo a compravendite, concorrenze, abbassamenti di valori, distruzione di professioni, desertificazione di ciò che esso rende obsoleto.

Guardando i luoghi per quel che sono, spesso, viene da pensare quanto sia strano che determinate zone geografiche siano abitate quando sono inospitali e aride… mentre altre, generose e piacevoli, sono disabitate magari da centinaia di anni perché “quello che si faceva oggi non vale più”.

Avaaz, lo so che il discorso è ampio, ma prima di salvare la foca e il leoncino, e di avere la forza per fare davvero quaclosa in Siria, dobbiamo fare in modo che quattro oligarchi che si riempiono il portafogli con le risorse del resto dell’umanità non ci rendano schiavi e quindi impossibilitati a fare il bene di chicchessia. L’Italia sta venendo presa a pungni, calci e sprangate nella schiena e fino a l’altro ieri, anche se un po’ più ignorante di qualche anno fa, era comunque una bella ragazza in fiore. Tra un po’ non gli si potrà più chiedere nulla e chi ne è stato l’artefice se ne fregherà.

immagine raffigurante una ragazza anoressica, vuol qui simboleggiare una bella ragazza ridotta in fin di vita

Se hai verificato che quello che scriverai è vero, che è qualcosa di buono sull'argomento ed è utile che io lo sappia, ma soprattutto SE SAI USARE LA PUNTEGGIATURA, dimmi: