Funerali alla cultura in Italia #20120423

sentito cordoglio e condoglianze

La cultura ringrazia.

Prendo spunto della notizia del flashmob di Viterbo, il funerale simbolico alla cultura dopo la chiusura di ogni spazio pubblico che ad essa era dedicato.

Qualcuno, quando un quotidiano nazionale (poi* lo dico) stava chiudendo, alla radio disse che ne aveva parlato con un proprio amico indignato perché non era possibile, era una vergogna e così via – e lui gli chiese “ma tu lo compri? Sei abbonato?” e l’altro rimase un po’ spiazzato, fino ad ammettere che no, non lo comprava. E allora… L’argomento mi interessa. Anche nella mia città stanno accadendo brutte cose alla cultura: amministrazioni di destra scelgono inopinatamente di sfilare dalle mani di un gestore, che nella opinione di queste è “piena di comunisti”, che ha dimostrato (dati alla mano) di  aver prodotto risultati, numeri (=soldi), portato la popolazione a conoscere ed apprezzare il teatro e non solo, a fare educazione alla cultura ad ogni età, a diffonderla sul territorio caratterizzato invece da una storica “provincialità” (ma mica è una colpa… solo che è così: gente diffidente, gente che sta a casa sua, gente che si incuriosisce a fatica…) – dico scelgono di togliere arbitrariamente – a gente che sa il fatto proprio e ha dato tanto – per dare a gente “che sta dalla parte giusta”. Ecco, a me ha sempre fatto cagare questo genere di operazione. Cosa me ne frega? Intendo: se Tizio fa bene il suo lavoro ma non vota per te e non ti fa propaganda, comunque fa bene il suo lavoro: ed è lì per QUEL motivo, non per altri.

Però ci sono anche casi in cui c’è tanto disinteresse. E i motivi per me riguardano sempre l’educazione dei giovani; però resta il fatto che c’è disinteresse. E allora i soldi non arrivano, quindi il tutto chiude. Nei casi in cui invece si tratta di “quanto ci si guadagna” (non è appetitoso, ma solo dignitoso) allora sono d’accordo, bisogna battersi, suonare le trombe e fare i cani da guardia.

Ma chiudono anche i Cinema e la gente va anche pochino ad ascoltare la musica dal vivo, mi pare: eppure il reale interesse c’è eccome: tutti ascoltano e guardano roba pirata, quantità industriali di roba pirata. E vabbé, ma solo rubare, gente? Davvero? Mai pagare il biglietto, mai pagare la birra al bar che pagherà la band, mai comprare la musica, mai pagare il CD, il DVD o il noleggio onestamente? Davvero mai? Vorreste voi essere così derubati ogni giorno del vostro lavoro tanto da farvi gettare la spugna e poi dire “vabbé, non pagano, si vede che quello che faccio non vale niente” quando invece “si vede che si riesce a prendere gratis” è la vera risposta.

Ma se invece alla gente non interessa una cosa, che fai? Chiaramente devi fare il possibile per la promozione dei valori … ad esempio ormai sento troppo spesso quanto noi in Italia siamo vergognosamente buzzurri nel chiedere a chi fa un mestiere artistico “si ok, ma che lavoro fai?” … questa cosa è tanto idiota , meschina ed incivile quanto lo è dire “se l’è cercata” ad una ragazza violentata che abbia avuto l’ardire di uscire di casa da sola. La grettezza del disprezzo, del non riconoscere il valore altrui si sta impadronendo di tutto il nostro territorio… sembra una velenosa invidia con i piedi ben saldi nella pigrizia ad usare il cervello per cose diverse da fottere il prossimo. Fuori dall’Italia ci sono italiani che sono partiti per fare questi lavori: li svolgono da tempo, sono stimati, riconosciuti e lavorano altrove. E noi li lasciamo andare, magari contenti di dire “meglio così, gente che non fa un cazzo”. Siamo gli stessi che lasciano andare via i dipendenti capaci e ne assumiamo solo se vengono da un’altra parte, per questo unico motivo.

Ma se lo dice un cretino fuori dal bar con troppe birre in corpo, dopo una vita di sopravvivenza inconsapevole della propria meschinità, allora mi sta bene: se invece si diffonde questo virus tra tutti i cittadini italiani… significa che il livello mentale generale si è abbassato ormai mostruosamente e irreparabilmente. Ho detto tutti tutti.

Molti lavori (= denaro, carissimi che non amate la cultura) non trovano spazio, molta economia che gira attorno al coltivare il bello e il cervello avvizzisce, non si sviluppa, scappa via e prepara una concorrenza estera a qualcosa che diomio è nata in queste zone! E adesso siamo gli ultimi della classe, che sghignazzano dai banchi in fondo pensando a come rubare il cellulare al nerd dell’aula, magari all’utile ed edificante scopo di … deriderlo.

Ogni cosa non è solo “lo Stato”, ma è sempre “lo Stato siamo noi”. Noi concittadini che non rispettiamo, che non diamo valore, che non vogliamo più interessarci, aprirci, riconoscere il valore pagando per nulla, soverchiare, fare i furbi … A cosa porta? Siete, siamo davvero furbi? Non è che alla fin fine si vive in una catapecchia mentale da farwest , ma tappezzata di stronzate alla moda, con un sentimento di costante sfida ed ostilità, di sospetto e diffidenza verso tutti, di un “o noi o loro” in ogni cosa?


* era L’Unità, anni fa.

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